Re: Delio, elogio del cazzotto "una tantum"
Inviato da PadijtLee il 16/5/2012 21:43:42
Citazione:
Se si č antimodernisti, allora si deve essere un poco fuori dal proprio tempo poichč si rifiuta il moderno, l'attuale, l'adesso.
Privati di ciņ si puņ cercare di analizzare il momento storico che viviamo come parte di un Disegno, nel quale l'attualitą non č che la fine di una grande ciclo naturale che si ripete come cerchio concentrico nella storia umana.
Se osserviamo la Storia con gli occhi liberi da ogni pregiudizio, vediamo che ogni societą arriva alla sua vecchiaia e muore e dalle sue ceneri ne rinasce una nuova.
Quindi il moderno che stiamo vivendo, ovviamente in modo diverso, era stato raggiunto con la fine dell'Impero Romano, quando il mondo occidentale era tutto riunito sotto un unica bandiera, quando le conquiste tecnologiche erano al massimo picco (se le costruzioni romane stanno ancora in piedi...), quando l'Uomo aveva smarrito il misticismo iniziale e si era dato ai beni materiali, al lusso, ai vestiti, cosmetici, circenses,gozzoviglie ecc.
Ma dalle ceneri della civiltą romana č nato il bambino medievale (la perfezione dei corpi delle statue romane č degradata negli infantili sproporzionati corpi degli artisti medievali poichč la coscienza era di nuovo in fasce) nel nuovo contesto dell'originaria religiositą Cristiana, la legge primitiva, la dis-urbanizzazione, la smonetizzazione; tutto rinasce da capo ma con le radici salde nel Tempo Precedente.
La Storia č soprattutto Storia della Coscienza umana (e non truppe di sbandati che attraversano confini e si menano fendenti squarciando gole in nome di non-so-quale-colorata-bandieruola, papi che rivendicano diritti morali essendo loro i primi porci, maniaci egocentrici che conquistano il mondo perchč non gli si alza o perchč so brutti e gobbi) e noi ne facciamo parte sia dal dentro che dal fuori, sia dall'anti- sia dal pro-. Facciamo parte in entrambi i casi nell'unica cosa che non č nč sbagliata nč corretta. E'.
Calvero ha scritto:
Non si tratta dell'essere troppo anti; una cosa la si giudica sbagliata oppure no. Se sotto un profilo intellettuale, di una disamina sociologica, psicologica, antropologica, viene fuori che la modernitą č un coacervo di bugie, tant'č.
Se si č antimodernisti, allora si deve essere un poco fuori dal proprio tempo poichč si rifiuta il moderno, l'attuale, l'adesso.
Privati di ciņ si puņ cercare di analizzare il momento storico che viviamo come parte di un Disegno, nel quale l'attualitą non č che la fine di una grande ciclo naturale che si ripete come cerchio concentrico nella storia umana.
Se osserviamo la Storia con gli occhi liberi da ogni pregiudizio, vediamo che ogni societą arriva alla sua vecchiaia e muore e dalle sue ceneri ne rinasce una nuova.
Quindi il moderno che stiamo vivendo, ovviamente in modo diverso, era stato raggiunto con la fine dell'Impero Romano, quando il mondo occidentale era tutto riunito sotto un unica bandiera, quando le conquiste tecnologiche erano al massimo picco (se le costruzioni romane stanno ancora in piedi...), quando l'Uomo aveva smarrito il misticismo iniziale e si era dato ai beni materiali, al lusso, ai vestiti, cosmetici, circenses,gozzoviglie ecc.
Ma dalle ceneri della civiltą romana č nato il bambino medievale (la perfezione dei corpi delle statue romane č degradata negli infantili sproporzionati corpi degli artisti medievali poichč la coscienza era di nuovo in fasce) nel nuovo contesto dell'originaria religiositą Cristiana, la legge primitiva, la dis-urbanizzazione, la smonetizzazione; tutto rinasce da capo ma con le radici salde nel Tempo Precedente.
La Storia č soprattutto Storia della Coscienza umana (e non truppe di sbandati che attraversano confini e si menano fendenti squarciando gole in nome di non-so-quale-colorata-bandieruola, papi che rivendicano diritti morali essendo loro i primi porci, maniaci egocentrici che conquistano il mondo perchč non gli si alza o perchč so brutti e gobbi) e noi ne facciamo parte sia dal dentro che dal fuori, sia dall'anti- sia dal pro-. Facciamo parte in entrambi i casi nell'unica cosa che non č nč sbagliata nč corretta. E'.
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