Re: Delio, elogio del cazzotto "una tantum"

Inviato da  Ribelle il 10/5/2012 19:36:24
Red_Knight
Citazione:
Non credevo di dover spiegare qualcosa a qualcuno. Né probabilmente sarei in grado di farlo (tanto meno con quella frase, ovviamente). Ma quando uno scrive si vede se sa spiegarlo almeno a sé stesso, e un lettore può giudicare. Io giudico quell'articolo espressione di un'intelligenza mediocre e astiosa verso una realtà che non comprende manco per il cazzo; libero tu di giudicare me. Ma, in questa particolare situazione, tu hai sottoposto agli astanti l'articolo di Fini e io, da lettore, ti ho porto il mio feedback più sincero. Non prendertela se non ti piace!

Se vuoi sapere perché ritengo che Massimo Fini non possa ambire a comprendere una realtà che è mutata rispetto ai suoi gusti personali, la motivazione è semplice: il linguaggio. Non è adeguato a questi tempi, non può descriverli. Proviene da uno che palesemente non si è mai degnato di farsi una chiacchierata con un 20enne, né con un bambino, né ha mai dato uno sguardo alla manifestazioni estetiche degli ultimi 25 anni. Non ha subito alcuna contaminazione, di nessun tipo, né in bene né in male, dal mondo che si permette di giudicare femmineo senza avere idea di cosa si intenda oggigiorno per "femmineo". Per lui l'iPad è un mistero, "il mondo virtuale" una comoda etichetta da appiccicare a quello che sta fuori da casa sua. La virilità lì descritta è un suo ricordo distorto. Gli altri suoi articoli (almeno quelli che ho letto: non moltissimi, lo confesso) vanno nella stessa identica direzione. Sembra mia zia, solo che lei ha 80 anni e la licenza elementare ed è giustificata. Non è diverso dal povero vecchietto che passa il giorno a guardare gli scavi stradali, lui ne è l'equivalente giornalistico.

Poi per carità, sono impressioni, prendile con beneficio d'inventario.

Massimo Fini non è né un monaco eremita del Monte Athos né un topo di biblioteca: è uno che per lavoro segue con attenzione, da molti anni, l'attualità. Credo perciò che i suoi giudizi siano fondati su una conoscenza dei nostri tempi e della loro evoluzione socioculturale abbastanza sostanziosa (presumibilmente assai più puntuale e ragguardevole della tua e della mia messe insieme). In più, per motivi anagrafici, ha toccato con mano, concretamente, il mutare dei costumi e dei comportamenti: direi che anche su questo dispone di una gamma di cognizioni superiore ad entrambi. Questo non lo mette certamente nelle condizioni dell'indiscutibilità, ci mancherebbe, ma dovrebbe verosimilmente indurre ad una certa prudenza di giudizio nei suoi confronti (evitando magari così a chi partecipa al thread la più che grottesca assimilazione di qualcuno che ha scritto una valanga di articoli ed una quindicina di libri con la zia ottantenne e semi-analfabeta).

Ma a parte questo, mi domando soprattutto per quale particolare motivo tu abbia ritenuto di un qualche interesse per qualcuno la tua personale impressione sull'autore dell'articolo (per di più fondata, in sostanza, sull'assoluto nulla: il perfetto equivalente intellettuale di un rutto). Mistero.

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