Altro punto caratterizzante del liberalismo è la concezione dell'individuo come entità separata dalle sue appartenenze socioculturali e come unico reale ente della socialità. Egli è al contempo l'origine ed il fine del gruppo sociale e dei sistemi di valori: i valori stessi sono accettati esclusivamente nella misura in cui sono espressione di un individuo. L’unico ordine che il liberalismo concepisce è quello subordinato ai desideri, ai bisogni, alla ragione o alla volontà dell’individuo, cui viene attribuito un valore proprio, indipendente dai suoi attributi sociali, a cui preesisterebbe. Su questi presupposti, la società non costituisce perciò un tutto unito ma semplicemente una somma occasionale di atomi individuali.
Il comunitarismo invece inquadra l'individuo, in quanto animale sociale per natura, come inevitabilmente membro di un insieme organico. La sua singolarità è riconosciuta, ma integrata ad un substrato che oltrepassa il suo essere specifico e lo mette in relazione sostanziale con i suoi simili. L’individuo è dunque indissociabile dalle sue appartenenze, dalle quali trae la sua consistenza effettiva. Egli potrà anche prendere le distanze nei confronti del gruppo di cui è parte, ma il suo centro di gravità sarà comunque collocato in esso. In qualche modo l’io è un momento dell’elaborazione del noi ed indipendentemente da questo non può essere definito.
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