Re: Comunitarismo

Inviato da  Ribelle il 29/2/2012 11:50:31
SecondLife
Citazione:
Altro punto caratterizzante del liberalismo è la concezione dell'individuo come entità separata dalle sue appartenenze socioculturali e come unico reale ente della socialità. Egli è al contempo l'origine ed il fine del gruppo sociale e dei sistemi di valori: i valori stessi sono accettati esclusivamente nella misura in cui sono espressione di un individuo. L’unico ordine che il liberalismo concepisce è quello subordinato ai desideri, ai bisogni, alla ragione o alla volontà dell’individuo, cui viene attribuito un valore proprio, indipendente dai suoi attributi sociali, a cui preesisterebbe. Su questi presupposti, la società non costituisce perciò un tutto unito ma semplicemente una somma occasionale di atomi individuali.

Il comunitarismo invece inquadra l'individuo, in quanto animale sociale per natura, come inevitabilmente membro di un insieme organico. La sua singolarità è riconosciuta, ma integrata ad un substrato che oltrepassa il suo essere specifico e lo mette in relazione sostanziale con i suoi simili. L’individuo è dunque indissociabile dalle sue appartenenze, dalle quali trae la sua consistenza effettiva. Egli potrà anche prendere le distanze nei confronti del gruppo di cui è parte, ma il suo centro di gravità sarà comunque collocato in esso. In qualche modo l’io è un momento dell’elaborazione del noi ed indipendentemente da questo non può essere definito.

"In realtà, l'individuo astratto, spogliato di ogni natura e di ogni memoria, l'individuo che procede lungo la linea rettilinea del progresso verso un futuro sempre migliore del passato, “libero” da ogni legame sociale che lo intralci nella sua competizione sul mercato, l'individuo che rincorre la modernità e la novità a tutti i costi, l'individuo dei filosofi del Settecento, quell'individuo, quell'Io straripante, è bene dirlo, non è mai esistito.
All'origine dell'uomo, infatti, c'è già il legame sociale: come scrive Roberto Esposito, “non esistono individui fuori dal loro essere in un mondo comune. L'esistenza non può essere declinata che alla prima persona plurale: noi siamo”. E' vero: dentro di sé, quella nozione di individuo cova grandi germi di libertà. Eppure nessuno può negare che, arrivati al capolinea della modernità, oggi ci ritroviamo paradossalmente soli in mezzo alla massa, percorsi da passioni fredde e subito consumate, da un disagio che non sappiamo nominare, bruciati da una ferita, dalla mancanza di un destino o di un progetto collettivo, privi della possibilità di dire “noi”, annichiliti di fronte a una società che ci condanna a essere “soltanto” individui anche contro la nostra volontà e il nostro desiderio."


Sante parole.

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