Re: Idee pericolose

Inviato da  Al2012 il 2/2/2012 15:32:34
<< La storia di un sogno chiamato utopia.

Mi piacerebbe tanto saper raccontare una storia, bhe! !, in questo caso scriverla.

La storia inizia su una riflessione sui giorni attuali.
Giorni fatti da un presente che segue un passato e cerca di costruire un identico futuro.
Giorni in cui ognuno di noi sente la propria solitudine individuale, un disagio non realmente compreso, avvolto in una nebbia che, se non copre totalmente la visuale, la rende non perfettamente chiara.

Del resto in passato era così e quindi il presente ha una sua logica ferrea e non può essere diverso.
Il futuro,poi, per quale motivo potrebbe essere diverso, le basi sono quelle e non può essere diverso, la giusta conseguenza, dal sorgere al tramontare del sole, e così per secoli prima e, forse, per secoli a venire.

Poi perché dovremo dannarci, per cambiare qualcosa che sappiamo che non va, ma che sappiamo che non possiamo modificare !!
Non siamo mica pazzi come un Don Chisciotte che lancia in resta parte al galoppo contro i mulini a vento.

La realtà è diversa dai sogni a occhi aperti, la realtà non si può cambiare per andare dietro ad un sogno o un desiderio momentaneo, una utopia, ecco che cos’è … Una utopia.
Desiderio irreale, partorito da una mente adulta squilibrata, un mente che crede ai sogni come può fare un bambino.

Certo i bambini possono anche sognare cose irreali e crederci, sono bambini e possono fare sorgere un sorriso. ….. Sono bambini, cosa ne sanno del mondo degli adulti.
Già, un adulto non può credere ad un sogno irreale pensando che possa essere reale, certo lo può anche fare, ma deve essere una situazione temporanea, un sogno che deve avere un termine nel breve tempo, altrimenti diventa una patologia, uno squilibrio e se perdura allora bisogna fare qualcosa, bisogna intervenire per normalizzare lo stato di salute mentale, bisogna tornare alla realtà ed uscire dal sogno, perché la realtà non può essere un sogno.

“Lascia perdere, che cosa stai facendo, dove pensi di arriva e soprattutto per quanto tempo pensi di poter battere le dita su una tastiera, con l’illusione, ma sarebbe meglio chiamarla superbia, di aver qualcosa da narrare.
Vuoi proprio farti prendere per il culo, l’unica cosa che potrai ottenere è far sorridere alcuni e farti sbeffeggiare da altri.”


E’ questo che mi passa per la testa, mentre cerco di mettere in riga i pensieri per poter narrare quella storia chiamata utopia, di cui non so neanche che dire.

Non chiedetemi di seguire un discorso logico da persona adulta ed equilibrata, perché con questa logica non si possono narrare i sogni.
Gli adulti non sognano, è un lusso che non si possono più permettere.
I bambini si, loro possono ancora sognare senza sentirsi dire che sono completamente rincoglioniti.

Bhe !!
Allora io sono un bambino che racconta una cosa che per lui è possibile, anzi è la realtà di un presente che segue la logica conseguenza di un passato altrettanto reale. che va verso un futuro che segue la stessa logica, senza traumi, perché i bambini possono sognare.

Vivo in una casa con i genitori, in una comunità formata da adulti e bambini come me.
Gli adulti fanno determinate cose che sono utili alla comunità e noi bambini impariamo cose che potranno essere utili alla comunità.

Non c’è niente di veramente complesso, certo occorre impegnarsi e fare lo sforzo giusto che ogni apprendimento richiede. Ma l’apprendimento non traumatico.
Questo avviene con i tempi giusti, seguendo le inclinazioni e desideri di ognuno di noi.
Non è così difficile comprendere le inclinazioni che ognuno di noi sente, anche perché il nostro passato ci dice che è possibile, e sapete dove sta uno dei segreto che permette tutto questo ?

Non c’è competizione nell’apprendimento.
Non c’è nessuno che ci obbliga a fare una cosa invece di un’altra, così possiamo esprimere liberamente le nostre attitudini.
Semplice non ci sentiamo in gara con i nostri compagni, non devi dimostrare di essere migliore, devi solo capire che cosa ti riesce di più facile da fare, da comprendere,cosa ti piace.
Gli adulti ti porgono gli stimoli giusti per far emergere questa tua inclinazione, non c’è punizione o premio che loro elargiscono, niente di questo, non cercano di stimolarti con la competizione per farti fare determinate cose, cercano solo di comprendere quali sono le tue attitudini, osservano con attenzione il tuo modo di essere per aiutarci a crescere senza reprimere le attitudini, ma cercando di stimolarle per renderle sempre più evidenti.

Non è poi così difficile, perché l’apprendimento avviene nel tempo e con i tempi giusti, noi siamo bambini e se un adulto ci sa guardare con gli occhi giusti riesce a cogliere i segnali, che arrivano fin dai primi anni e questo avviene in modo naturale, senza forzature, perché la logica non competitiva non è circoscritta solo all’ambito dell’apprendimento.

Del resto è logico e non potrebbe essere diverso, l’apprendimento è la naturale conseguenza della cultura sociale della comunità.
La comunità degli adulti è, ovviamente, anche essa non competitiva, e questo è un altro segreto svelato,

Gli adulti fanno cose che noi bambini osserviamo, gli adulti con il loro esempio fanno da guida al nostro cammino verso esseri adulti.
E’ un esempio equilibrato che aiuta la crescita equilibrata del nostro essere.

Nella mia comunità non c’è competizione, ma collaborazione, ognuno da agli altri, ognuno si applica in quello che può far meglio per essere d’aiuto agli altri, alla comunità.
Nessun pretende da te l’impossibile, nessuna pretesa, dai e ricevi perché questo ti dona serenità e piacere di condividere con altri.

Anche nel mondo degli adulti non ci sono punizioni o premi.
E’ uno dei vantaggi che porta il vivere in una comunità non competitiva, perché non esiste più il senso di superiorità nei riguardi degli altri e di conseguenze neanche quello di inferiorità.

Vivi il sentimento del tuo essere individuale all’interno di una comunità di individui collaborativi senza i traumi tipici della competitività, non devi far niente per apparire qualcosa che non sei, non devi coprire il tuo essere, e così facendo riesci ad essere te stesso donando agli altri il meglio di te stesso, senza ansietà, ma in modo che questo possa essere utile esattamente come fanno gli altri e il tutto avviene in modo naturale, perché l’essere collaborativi non è una forzatura, ma è naturale utile alla comunità, e questo è un altro segreto svelato.

In questa comunità di esseri individualmente collettivi, dare il meglio del proprio essere per aiutarsi reciprocamente, per migliorare le condizioni di vita o affrontare gli imprevisti, avviene spontaneamente, senza forzature.
Non si fa per ottenere un riconoscimento o per un senso di sacrificio, si fa perché è utile e tu lo poi fare, e questo ti dona gioia.

Questo è l’esempio che noi bambini abbiamo tutti i giorni, in cui siamo immersi dalla nascita, ora forse è più semplice comprendere perché il nostro apprendimento segue una determinata logica, non c’è forzatura in questa logica, è la naturale conseguenza di una comunità collaborativa.

E’ naturale, per questo non così complessa nella esecuzione, perché, anche noi bambini, sentiamo e viviamo il sentimento collaborativo, ci siamo dentro da sempre.
E’ un presente bello da vivere, il nostro essere bambini non ci fa sentire giudicati dagli adulti, ma aiutati e guidati da un esempio coerente.

Noi bambini iniziamo subito a percepire questa atmosfera non competitiva ancora prima di nascere, perché questo sentimento arriva fin dentro alla placenta.
Ogni gestazione è sentita da tutta la comunità, non è una gioia solo per i genitori, ma è vissuta con gioia da tutta la comunità e questa gioia circonda la neomamma, e tutta questa positività arriva fino al feto che sente già di crescere in una atmosfera favorevole che stimola e da forma al nostro dna e questo è un altro segreto svelato.
Ora si può capire perché, anche noi bambini, ci sentiamo parte attiva della comunità, anche se non possiamo svolgere le cose che fanno gli adulti, ma il nostro essere d’aiuto sta nell’attenzione che mettiamo per apprendere e per far emergere le nostre giuste attitudini senza sforzo, perché è già presente nel nostro dna.

Nessuno di noi si sente più intelligente di un altro, non esiste proprio questo metro di misura, siamo tutti utili ognuno con il proprio essere in crescita in una comunità che cresce con noi.

Niente di complesso o di sovrannaturale, è solo questione di logica che è per noi naturale che sia così.

Noi bambini apprendiamo divertendoci, senza il peso di una fatica, l’attenzione è stimolata dal fatto che ognuno di noi segue i propri interessi, quelli che emergono dal nostro essere che sta crescendo, e sentiamo che gli adulti ci aiutano senza imposizioni.

Ognuno di noi diventerà abile in qualcosa piuttosto che un’altra, ma ciascuna di queste cose differenti l’una dall’altra, saranno egualmente utili agli altri ed a noi stessi, mai nessuno di noi sentirà il sentimento di superiorità, per il semplice motivo che questo sentimento non c’è, e non c’è neanche nel nostro dna.

Come può esiste una comunità così ?
Questa è proprio una favola per bambini.
Sveglia !!!! Stai sognando ad occhi aperti, stai scrivendo cazzate …..


Una comunità così può esistere perché è formata da una umanità diversa da quella che conosciamo.
Una umanità che si è evoluta seguendo principi differenti.

Questa comunità si è evoluta rifiutando il principio della competizione, sostituendolo con il principio della collaborazione.
Sembra banale che questo possa trasformare la evoluzione, ma è così.
All’inizio ci si doveva credere, non cedere alla tentazione della competizione, a sentimenti di invidia, rancore, alla pigrizia, a lasciar fare agli altri.
Non è stato facile, ma il desiderio di costruire un modo nuovo di stare insieme è stato più forte.

Con il tempo questo desiderio si è trasformato in possibilità e mano a mano che nascevano bambini e si vedeva la serenità nei loro occhi, la possibilità diventava realtà.
Realtà perché la serenità nata dalla non competitività aveva stimolato energie latenti che hanno attivato altre parti del dna dei bambini e del gruppo degli adulti.

Anche per questo si è sciolto fino a svanire il senso della proprietà privata, totalmente inutile in una comunità basata sulla condivisione e sulla totale eguaglianza.
Nel dna si sono stimolate zone prima considerate inutili perché inattivi e contemporaneamente si sono disattivate altre che prima erano considerate fondamentali.

Non c’è proprietà privata perché non c’è il desiderio di possesso e non ci sono soldi perché non c’è niente da comprare.
AVERE è stato sostituita da ESSERE.

Sei un individuo, una individualità che riesce ad essere se stesso e a stare in armonia con altre individualità diverse, ma che sanno esprimere in eguale misura la gioia e la serenità della cooperazione e condivisione in modo coerente come se fossero una unica individualità, come tante cellule di un corpo sano che vive in armonia con l’ambiente che lo circonda.

Tutti lavorano e tutti danno il meglio di se stessi, ma non in cambio di soldi, ma perché sanno che il lavoro che svolgono è utile alla comunità.
Non si produce il superfluo, si rispetta l’ambiente perché noi siamo parte di esso e creiamo in nostro benessere senza sconvolgimenti ambientali, usiamo la tecnologia come mezzo per migliorare la nostra esistenza, senza diventarne schiavi.
Abbiamo energia in abbondanza, perché non la sprechiamo e non ci sono più interessi corporativi che impedisco il giusto sviluppo della ricerca e della scienza.
I lavori più umili vengo svolti da tutti ogni lavoro è vissuto nell’ottica del socialmente utile, non c’è il mio lavoro, ma c’è il lavoro che so fare e che posso fare.

Questa non è una utopia, ma il mondo che sarà, se riuscissimo a crederci con il cuore e con la mente, creando una coerenza vibratoria che stimola e modifica quello che ora ci appare scolpito nella nostra genetica.

E’ il mondo che sarà se solo fossimo veramente coscienti che è già. >>

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