Re: Disgusto e voglia di fuga

Inviato da  Calvero il 25/2/2012 2:28:54
La mia tentazione è di riallacciarlo al tema del Topic. Disgusto e voglia di fuga. Ed è giusto che ceda a questa tentazione.

In vari aspetti e cruciali, il punto è la resa. Quella che quotidianamente applichiamo a noi stessi, indi alla realtà che ci circonda. Poiché la voglia di fuga è probabilmente uno dei sentimenti più genuini che ci appartiene ma, a monte di ciò, bisogna farsi un esame di coscienza per comprendere come la soglia/livello-di-guardia raggiunto possa essere dovuto ad una iper-sensibilità, ad una sana sensibilità, ma anche ad una crisi di rigetto che ci investe di colpo perché in fondo in fondo si è mentito a sé stessi per troppo tempo.

L'uomo-massa, e la donna-massa, per citare l'articolo: sono privi di amore, poiché sono indotti a giudicare attraverso un pensiero dominante. E il pensiero dominante non può veicolare amore, in quanto lo stesso è frutto della paura. Ogni pensiero dominante è paura. Infatti il più intriso di paura [il pensiero dominante par excellence] è la religione e la sua morale, le quali si fondano sul senso di colpa, indi sul timore di non essere salvati. Ma anche il pensiero laico-dominante si fonda sulla paura; quello di non essere all'altezza del giudizio altrui. Quindi l'articolo certo è sensato, ma non ha fatto determinati distinguo necessari a focalizzare i fattori in gioco. Poiché comunque l'individuo è un miracolo unico e irripetibile e comunque la sua perfezione è l'accettazione della sua imperfezione ...

.. il problema però si manifesta quando la crescita che si vorrebbe ottenere si sposta dal nostro baricentro per incanalarsi attraverso un sistema di Idoli che alimentano l'egregora del pensiero dominante.

Annullare sé stessi in senso costruttivo significa eliminare il senso del possesso e dell'attaccamento, ergo ... la paura. Annullare sé stessi in senso deleterio significa svalorizzare le proprie energie, e questa sarebbe un ipocrisia .. poiché comunque una macchina biologica esiste e ha la sua fisiologia sacra e i suoi sacri bisogni.

Lo Sforzarsi di capire ha quindi la sua ragione di esistere nel momento in cui si cerca una buona coscienza che desidera capire ciò che ci circonda bypassando il pensiero dominante e le morali ad esso connesse. Questo significa crescere, ovunque esso ci conduca. Poiché avremmo così epurato il senso della paura che alimenta l'egregora delle morali che, per loro natura, sono prive di amore.

L'amore è ricerca, non si può amare stando fermi. Infatti lo Status Quo "predica" la sicurezza e la staticità d'animo, poiché garantisce la sopravvivenza al Potere. La conoscenza è movimento e abbandono. L'essere umili è uno sforzo abnorme poiché chiede all'uomo di abbandonare la carriera per la verità. Ogni carriera è un falso, in qualsiasi forma essa si mostri.

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