Re: Il suicidio dignitoso

Inviato da  Calvero il 30/8/2011 4:16:07
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Continuano le incomprensioni.



Finché si è in buona fede, le incomprensioni possono starci senza problemi, figurati. Vale per entrambi, ovviamente.

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Non pretendo che tu sia nella mia zucca ma potresti anche chiedere cosa intendevo invece di sparare ad alzo zero dando già un giudizio prima come "fuori dal seminato" per indicare paragoni che non hai afferrato.


E no eh .. lascia che si spari, basta non farlo alle spalle. Anche questo vale per entrambi.

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Cartesio invece, che tiene lui stesso a sottolineare la differenza col metodo agostiniano, intende affermare che è la verità a scaturire dal dubbio, non viceversa. Il fatto di dubitare, cioè, è la condizione che mi permette di dedurre l'essere o la verità. Solo così il dubbio può diventare "metodico": arrivando a giustificarsi da sé, e non sulla base di una verità ad esso pregressa, il dubbio stesso si assume il compito di distinguere il vero dal falso.


.... "Ni" ... quasi.... La riflessione profonda metteva in luce come solo il pensiero poteva essere - unica cosa - ad essere constata. Questo il punto fermo. Cioè ad un certo punto, in soldoni, la domanda del Filosofo è stata: esiste un asserzione di cui con certezza posso farne affermazione univocamente corrispondente a verità? .. e l'unica affermazione possibile che poteva essere "prodotta" dall'uomo, per Cartesio, ed uscire dal retaggio dell'opinione è stata: - Cogito ergo sum -. Poiché il pensiero non può essere elaborato senza l'uomo. Quindi il «sono» non è inteso come formula che vorrebbe dare un determinato valore di superiorità all'Ego, ma dà una risposta oggettiva al significato in sé del pensiero.

Questo non l'ho scritto io:
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E' proprio quando si prova tutto questo che ci vuole CORAGGIO, la cui parola deriva da CUORE.. quell'organo sottovalutato per il primato del "cogito ergo sum" che domina le nostre menti.


1) - Tu parli di cuore (e Dio sia lodato) ma se lo accosti al coraggio come tu lo intendi è un dialogo privo di senso e, ancora una volta, presuntuoso. Che facciamo? hai deciso tu un ragionamento indimostrabile e che il Cuore sia quell'organo sottovalutato, ma Incredulo caro: - che logica dovrei usare per fare un dibattito onesto? andiamo sul romantico? tu mi dici di chiedere prima, di non sparare a alzo zero, ma sei TU che hai portato la discussione in un minestrone di comodo... non è corretto.

2) Il "cogito ergo sum", dici, dominerebbe le nostre menti? naaaaa ... siamo lontani dal poter imputare alla filosofia Cartesiana questo tipo di valore/significato A) perché contrapporla in questo modo al "Cuore" è utopia: quell'affermazione filosofica ha un valore in sé che non la vedo litigare con il cuore degli uomini e ... era compresa anche la negazione dei sentimenti? della forza della soggettività? B) il "Coraggio" è un sentimento conseguente a determinati princìpi, e diviene tale (il coraggio) nel momento in cui si è deciso che determinati valori - valgano .. e abbiamo, ancora una volta, detto tutto, ci risiamo... C) ti sei assunto una "responsabilità" filosofica non da poco se parli di dominio. Chi domina chi? Io so per certo che se parlo di dati di fatto, di logica e di psiche, i miei ragionamenti stanno portando riscontri che hanno un peso e una comune percezione nella Vita e non voglio elevare/abbassare nulla a qualcosa che non è ... tu invece mi porti in un gioco di specchi: nulla di coerente a meno che non lo si accetti a livello di fede e/o dando per scontato che la divinità e il Tutto sia trascendente. Ma fin'ora, non lo dico io, la realtà (che esiste) è comunque dimostrabile solo come fenomeno. Se pur un fenomeno grandiosamente importante, da essa non vedo qualcosa che trascenda a me, ma che "Vive" con le virgolette e vive senza virgolette, insieme a me. Né più né meno. E io la rispetto, o almeno mi sforzo.

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In tal modo, però, il cogito diventava incapace di aprirsi ad una dimensione trascendente: l'identità di pensante e pensato non serve a ricondurre ad un fondamento ontologico situato al di là di essa, ma si esaurisce nella propria autocoscienza, giustificandosi da sola .


Grazie .. certo. Qui si mettono sulla bilancia due posizioni dove viene dato per scontato che se una cosa è vera l'altra allora significherebbe qualcos'altro. Quindi si ipotizza che il "cogito" è, così, incapace di aprirsi ad una dimensione trascendente. Ri-quindi? nulla ha però dimostrato che la dimensione trascendente esista. Ma se anche fosse (e io credo nell'Anima e che anche altre cose abbiano l'anima), la mia Volontà è l'unico Valore.

Se poi aggiungiamo, come già detto, che Agostino (mi viene la nausea solo a nominarlo) è quello che ha voltato bandiera a seconda di dove sentiva bruciarsi il culo (ha anche abiurato Fedi come cambiare supermercato); che quando ha compreso che non sarebbe riuscito a scoparsi la sorella, si è creato il suo mondo-auto-gestito-espiazione-self-service-ti-lecco-il-culo-io-Ambrogio-mio-raccomandami-tu- eccetera eccetera .... aaahhh behh, eeeeh già, meno male che anche lui sapeva che il frutto dice tutto dell'albero. Fermiamoci qui che è meglio.

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E' la frase simbolo della scienza, è l'attribuzione della superiorità del PENSIERO su ogni altro MEZZO di cui è dotato l'essere umano.


Non sono d'accordo. Lo è a livello elementare, ma credevo ne stessimo parlando un po' più seriamente dopo questi infiniti Post. Io qui ci vedo benissimo l'individuazione del funzionamento della "macchina biologica uomo". Un suo tassello. Capiamoci, non sono un Cartesiano. Tanto meno un razionalista. Ogni filosofia è un work in progress. La verità si è già piegata da quella volta. I grandi pensatori servono (e ce ne sono pochi, ma ce ne sono: ma Agostino a paragone con i pensatori è come Raoul Casadei con Mozart), dicevo, servono a dare le scintille da cui elaborare l'evoluzione dell'uomo.

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E' una "verità" che consideriamo sacrosanta ed incontestabile.


Lo è. E secondo me l'ho spiegata meglio e lo è proprio in ragione di lasciare il dubbio sulla realtà circostante. La verità è che il dubbio esisterà sempre, quindi ogni posizione rimane conseguentemente valida. Sono "io" che rispetto i dubbi e la natura dell'esistenza.

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Questo, nel dialogo con Edmundo, aveva un senso, infatti suggerivo di ascoltare il cuore e non il cervello, perchè proprio il cervello ti imprigiona nel loop in cui tutto TI SEMBRA inutile e già visto, il Coraggio, il "buttare il cuore oltre l'OSTACOLO", della saggezza popolare.


Incredulo non so che dirti, senza malizia, ma sono io che ti vedo in Loop.

Lo sai tu che non sia inutile e già visto? in base a quali valori, di grazia? e si torna ancora lì. E' così dura accettare l'idea che proprio il cervello e la mente siano in grado di creare in tempo reale una continua illusione (sempre più profonda quanto più "sei" sensibile) per creare valori dove non ci sono? ... ti dà così fastidio di essere dentro a un programma di preservazione della specie? .. non ti è mai sorto il dubbio che se determinati valori esisterebbero in sé, e il Cuore sarebbe così "facilmente" coraggioso, non ci sarebbe stato bisogno di un simile e complesso organo psichico capace di miliardi di tipi di difese/scorciatoie/scudi? Conscio, subconscio, io, Es, super io, ego ... certo sono nomi dati da scienziati e studiosi, ma hanno tutti una plausibile sostanza e molti riscontri.

Insomma.
Naaaaa non ci siamo..

si torna al suicidio? ok, eccoci qui: - perfettamente dignitoso. Nulla dice o che tu hai detto, che la Vita sia questione di coraggio. Tutto dice che può esserlo, certo, non lo nego, ma NON come verità, ma solo (come dimostrato) come Volontà. Quindi è una scelta. Punto. Una scelta perfettamente in sintonia con la vita, quanto il decidere di smettere di Viverla. La cazzata del "Divenire" è un mantra romantico ancora connesso alla soggettività. La Vita può imporre la morte e il Libero arbitrio è parte della Natura. Ci senti Incredulo? -- è parte della natura. Dati di fatto. E io allora posso imporre la mia volontà. La volontà è quella cosa che ha fatto decidere la tua posizione, ed è quella che fa decidere altre posizioni. LA verità è una sola: che DECIDERE è l'unico valore in sé. Il resto sono seghe mentali, di cuore, di pancia e anche di culo se permetti

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