Re: Il suicidio dignitoso

Inviato da  Calvero il 17/8/2011 0:56:11
Citazione:


…..dovresti dirmi, Calvero, dove avrei scritto che il DOLORE è cosa sbagliata.


Astro sbaglia quando diceva o lasciava intendere come andare vicini a una scelta del genere, possa poi illuminare un percorso che meglio ti farebbe comprendere come quella scelta sarebbe stata sbagliata. Non è così. Se non lo si fa, è perché non ci si crede. Tutto qui. E spiego meglio.

Questo porta a un piano interessante della discussione. E cioè che vivere l'idea del suicidio è una efficace (se pur terribile) "livella" in cui, tramite questa "consapevolezza", è possibile saggiare i reali parametri delle priorità che abbiamo nel nostro cuore e nella mente.

Si hanno nella vita, al punto di ridimensionare efficacemente il senso della stessa, momenti importanti. E a volte toccare il - punto di non ritorno - ci dà le "illuminazioni" che ci spettano.

Ma questo - punto di non ritorno - non ci dice niente in realtà di quella che è una disamina che vuole - come in questo Topic - scoprirne e valutarne l'eventuale dignità, che per me c'è e per altri no.

Citazione:

E’ stata proprio l’accettazione del dolore che mi ha fatto divenire quella che sono , oggi.


Il discorso che ho fatto in seguito non riguardava più cosa intimamente hai vissuto. Il discorso del dolore l'ho poi ripreso in una linea generale, ma ho mancato di chiarirlo pardòn

In sé, invece, per la questione del dolore, io sono dell'idea che l'accettazione sia di difficile comprensione. Poiché bisognerebbe avere delle basi di partenza che non abbiamo iniziato a discutere.

Citazione:

E il fatto che quello non era il mio momento, sinceramente, foss’anche vero, certo non puoi dirlo tu, visto che quella che si è trovata sul ciglio di un ponte , a decidere, ero io.


Non sono d'accordo o non ci capiamo. Se non lo hai fatto, non lo hai fatto. E', ahimé, semplice; è la comprova che non dovevi. Non si tratta di poter sapere cosa provano e vivono gli altri esseri umani, è ovvio che IO non sono nessuno per sapere del tuo cuore, come è ovvio che TU non sei nessuno per dire che è una resa. Il problema, e si ri-comprova il mio ragionamento, è che la "RESA" che cosa mai sarebbe? la resa di cosa? non ci siamo, e l'ho spiegato prima il perché.

Citazione:

Se è per questo non è stato il mio momento nemmeno quando per ben due volte mi sono ritrovata nel letto d’ospedale a <visitare> l’aldilà e poi tornare.


Per l'amor di Dio Stella, ma non è in discussione una simile esperienza. Stiamo toccando altre frequenze qui.

Citazione:

Mi dispiace , perché penso fermamente che il suicidio di colui che ha figli è ancor più grave di colui che si suicida poiché crede nei valori, religiosi, morali, sociali etc etc. Un figlio non ha chiesto di stare nel mondo, qualcuno l’ha voluto e che ognuno si pigli le sue responsabilità. Nessuno qui dice che la Vita è pane amore e fantasia. Anzi.


Non a caso è l'uomo che si suicida e non la donna. La donna è natura e l'uomo è cultura. E qui si aprirebbe un altro dibattito, poiché credo che uomo e donna abbiano punti saldi ben diversi nella percezione dell'esistenza. E l'uomo e la Donna sono due cose diverse.

E non sono d'accordo. Se è il momento di basta, è il momento di basta. SE devo vivere per i figli allora significa che non li amo. Posso dare la Vita per i figli, e questo è un altro discorso. Il figlio deve avere un genitore che si sente espressione della Vita, ma se il suo momento è giunto, è giunto. Sarebbe sicuramente un peggiore Maestro in Vita. La Vita è dura ed è anche questo, e lo è stato, ad esempio, per mia Madre.

Citazione:


Ma non è possibile sublimare la Vita nella Morte .
Il suicidio non rende onore a nessuno.


Non la penso così. E non mi dispiace affatto e ho messo questa faccina non per sdrammatizzare o per dare un tono ironico alla cosa, ma per dirti che è una disamina serena la mia. Io ti ho parlato di sublimare il dolore nella morte, ed è assai importante ed è altra cosa.

Citazione:

….. sapevo già quale fosse la tua opinione in merito, l’ho temuto troppe volte in cuor mio. E ho cercato di mantenermi alla larga dal citarti nel topic. Ma ci sono dei momenti in cui ognuno deve riconoscere il proprio fallimento…e questo , per me, ne è uno.


Il fallimento è tale se è totale, altrimenti non è un fallimento. Accettare il fallimento significa due cose (se di reale fallimento si parla): o eludere le proprie responsabilità (e ci sono mille maniere per raccontarsela), o scoprire che di fallimento non si trattava. Nel mezzo del percorso ritengo sia lecito acquisire saggezza, esaminarsi la coscienza e non fuggire la realtà delle cose... alla fine del percorso, per me, si deve fare la scelta.

Citazione:


…o più semplicemente, è più grande la paura di vivere….


Sempre che Vivere sia per te, quello che intende il tuo pensiero. E se non lo fosse?

Sinceramente è la morte che mi angoscia. Se parlo per me. Ma pare che non si comprenda cosa sostengo e, comunque, non sono d'accordo con questa affermazione. Forse non ci si rende conto di cosa sia il senso dell'Onore che non conosce la Paura di vivere ma solo: ti chiama alla tua coscienza. E alla tua volontà. Il resto è scritto nelle parte che non hai quotato. Per tornare al personale, a me la Vita piace e rimango dell'idea che al momento di abbandonarla va abbandonata, se quel momento ci chiama. Se non lo fa, allora non ce lo saremo meritato. E che la morte ci colga quando sarà sarà...

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=6468&post_id=199638