Re: Referendum 12.13 giugno

Inviato da  florizel il 9/6/2011 13:03:19
eris

Citazione:
sostiene che il pubblico mira alla copertura dei costi (nel paese di pulcinella?) Oppure che il pubblico ha una missione solidaristica, leggasi prelevare con forza armata i soldi da dentro le tasche da chi solidale non vuole essere …


eris, si può anche condividere la tua considerazione circa il sistema di tassazione da parte dello stato, ed anche il fatto che parlare di carattere solidaristico nella gestione pubblica del servizio idrico è pressappochista, ma ti invito a riflettere sulla trappola in cui ci si troverebbe qualora la gestione passasse, per oltre l’attuale percentuale, nelle mani di aziende private che (punto importantissimo) operano GRAZIE al “sistema stato”.

“Il 1° quesito (scheda di colore rosso), domanda al cittadino se vuole depennare le norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati, cioè che consentono la privatizzazione dell'acqua."

"La normativa approvata stabilisce che il servizio idrico sia affidato a soggetti privati previa gara d'appalto o a società a capitale misto pubblico-privato, dove il privato è scelto tramite gara e ne detiene il 40%.

In questa maniera, la gestione di ogni singolo ATO acqua (gestore pubblico di risorse idriche, in Italia ce ne sono 64) finirebbe sul mercato. Inoltre, nel caso in cui un ATO sia gestito da una società mista collocata in borsa, quest'ultima per mantenere la gestione dell'ATO dovrà, entro il giugno del 2013, diminuire la quota di capitale pubblico al 40% e al 30% entro il dicembre del 2015. "

Mi sembra di capire che "diminuire la quota di capitale pubblico al 40% e al 30%" implica che la società mista debba mettercela di suo, e se così è significa che detta società mista può anche aumentare i costi di gestioni, sarebbe legittimata a farlo dalle leggi che regolano il mercato.

Prendo da un altro articoletto:

[url= http://it.notizie.yahoo.com/acqua-privata--su-cosa-decidiamo-con-i-referendum-.html]Se vincono i sì.[/url]

"In teoria, dovrebbero vincere coloro che sono contro la privatizzazione della gestione dell'acqua.
In realtà, non è proprio così. E' vero, infatti, che gli Ato non sarebbero più obbligati a fare tutto quello che abbiamo detto. Ma è anche vero che l'abrogazione di quelle norme determina un cosiddetto vuoto legislativo, cioè un'assenza di regole nazionali che sarebbe colmato da quelle europee, basate sul un principio detto della “gara a evidenza pubblica”.

Il che nemmeno significa l'obbligo di affidare la gestione dell'acqua a soggetti pubblici, ma solo l'obbligo di un tipo di modalità di procedere nell'affidamento stesso. Dal quale non sono esclusi i privati, ai quali gli Ato potrebbero ancora cedere parte delle azioni delle società che, al momento, gestiscono l'acqua. Diciamo che i sì eliminerebbero la “corsia preferenziale” (passateci il termine) prevista oggi dal decreto Ronchi. “


Potrebbero, appunto. In quel condizionale ci sono delle varianti possibili che con il NO cesserebbero del tutto.

Non mi pare che si possa gridare al “libero mercato”, da una parte, e di gestione interamente pubblica dall’altra, o no? Se passasse il NO, quelle aziende non sarebbero “liberate” dalla necessità di doversi allineare all’economia globale, quindi ci troveremmo di fronte ad eventuali rincari LEGITTIMATI dalle leggi di mercato, e probabilmente anche appiattendo le differenziazioni localistiche di diverse regioni, ancora presenti in buona parte nella gestione pubblica.

Se passa il SI, è da interpretare come una strada ancora aperta ad eventuali modifiche.

Come vado dicendo da un po’, il referendum in sé non risolve moltissimo, si tratta piuttosto di esprimere una volontà che ha più valenza politica che fattuale in merito alle anomalie presenti nella stessa leggee; ma almeno lascia un uscio socchiuso in previsione di un maggiore interesse CIVILE in materia “acqua”, come del resto in materia nucleare.

Però:


Citazione:
… fa piacere essere pragmatici questa volta e andare a votare con i kompagni di casa pound


Davvero c’è bisogno di arrivare a questo per scardinare un’opinione? Cioè (e lo dico senza alcun intento polemico) davvero senti il bisogno di accomunare le motivazioni di quanti stanno spiegando il perché delle loro posizioni, con la demagogia di quegli inveretebrati di casa pound? Che, sappiamo bene, fanno del loro facile populismo strumento di “presa” sugli individui.

Mi sembra assurdo perfino che vengano citati.

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