Re: Referendum 12.13 giugno

Inviato da  Mande il 8/6/2011 14:08:46
Fabrizio70 si domanda come sia possibile addebitare la responsabilità dell'aumento delle tariffe dell'acqua all'ingresso dei privati.

Secondo lui il nesso non esiste perché le società miste finora esistenti sono a maggioranza pubblica. Come può dunque succedere?
Basta semplicemente fraintendere le leggi ed arrivare a credere:
Citazione:

Le tariffe sono decise dall'ATO

Il che è teoricamente vero ma praticamente falso.

"Le tariffe sono calcolate dall'ATO" sulla base delle dichiarazioni del gestore e secondo i termini di legge.

Per semplificare il gestore investe capitali propri per un milione di euro e lo notifica alla ATO che ne prende atto e calcola che sulle tariffe vada spalmata la nuova cifra comprensiva di remunerazione del capitale. Difatti un quesito referendario va a colpire proprio questa legge che spiega alle ATO come fare a calcolare le tariffe che poi verranno applicate. Il gestore dunque comunica quali sono i costi previsti, gli investimenti in progetto, ect. e la ATO si arma di pallottoliere e li suddivide su tutta l'acqua che è previsto venga erogata nel periodo.

Modifichiamo dunque la tua dichiarazione palesemente fuorviante con una più aderente alla realtà.

Le tariffe vengono decise dai gestori e calcolate dalle ATO.

Resta ancora da comprendere come possano soci di minoranza decidere le tariffe quando la maggioranza è pubblica. Semplice, questo potere glielo da la legge. Come ammetti anche tu stesso:
Citazione:

Bel discorso che ha il piccolo difetto di non rispondere al problema, cosa centra la gestione tecnica (qual'è il modo migliore di fare un lavoro? come posso rimediare il prima possibile ad un guasto? E' meglio effettuare una manutenzione predittiva o aspettare il prossimo guasto? Questi sono alcuni esempi di gestione tecnica) con il bilancio ancora non è chiaro..

Ma che sa comunque anche chiunque abbia letto la legge
http://www.studiolegalemalinconico.it/?p=1440
Citazione:

2. Servizio pubblico locale conferito alla società mista e specifici compiti operativi del socio privato.
2.1 Requisito ulteriore, atto a garantire il mantenimento del corretto equilibrio del mercato concorrenziale, è costituito dalla circostanza per cui la selezione della offerta migliore sia rapportata, non solo e non tanto alla solidità finanziaria dell’offerente, ma anche alla capacità di svolgere le prestazioni specifiche oggetto del contratto.
A tal fine, è utile evidenziare che l’articolo 3, comma 4, del D.P.R. 7 settembre 2010, n. 168, recante “Regolamento in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica, a norma dell’articolo 23-bis, comma 10, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112”, ha previsto che, in materia di servizi pubblici locali, nel caso di procedure aventi ad oggetto, al tempo stesso, “la qualità di socio e l’attribuzione di specifici compiti operativi connessi alla gestione del servizio, il bando di gara o la lettera di invito assicura che:
a) i criteri di valutazione delle offerte basati su qualità e corrispettivo del servizio prevalgano di norma su quelli riferiti al prezzo delle quote societarie;
b) il socio privato selezionato svolga gli specifici compiti operativi connessi alla gestione del servizio per l’intera durata del servizio stesso e che, ove ciò non si verifica, si proceda a un nuovo affidamento ai sensi dell’articolo 23-bis, comma 2;

Ecco dunque che la legge obbliga il socio privato (delle società miste) a gestire il servizio seppure abbia quote di minoranza nell'azionariato.

Risulta dunque palese che nelle società miste:
Il socio privato di minoranza decide le tariffe che vengono calcolate dalle ATO.

Resta ancora da spiegare come mai una gestione privata sia in grado di gonfiare così sproporzionatamente le spese tanto da superare in sperpero qualsiasi carrozzone pubblico preesistente e distaccarlo di varie lunghezze. Non dovrebbe essere più morigerato ed oculato il privato nello spendere i soldi che gestisce?

Giova ricordare che il privato non spende i suoi soldi ma quelli degli utenti in estrema analisi poiché si trova in regime di monopolio e può arbitrariamente scegliere dunque le nostre tariffe. Se un anno i consumi calassero e dunque le tariffe previste non riuscissero a coprire i costi l'anno dopo le ATO lo calcolerebbero ed aumenterebbero nuovamente le tariffe spalmandole sui nuovi consumi presunti creando un circolo vizioso senza vie d'uscita. Qualsiasi investimento dovesse essere deciso dal nuovo gestore privato verrà pagato dagli utenti tutti sia che sia necessario sia che si tratti di uno spreco.

Come mai gli oppositori del referendum continuano a piè sospinto a dichiarare che "secondo loro" (ma non dicono si tratti di opinione) nei prossimi anni sono "necessari" miliardi di investimenti?

Se la mia rete idrica può erogare un metro cubo di acqua all'anno e ne disperde mezzo nel tragitto può sembrare uno spreco vero?
In teoria sì ma se il consumo annuo dei suoi utenti è molto meno di quel mezzo metro cubo che rimane di portata allora diventa uno spreco incalcolabile spendere miliardi per delle infrastrutture che svolgono il loro compito. Peccato che il "privato" veda un piatto ricco in monopolio ed abbia deciso arbitrariamente sulle nostre spalle che è necessario che tiriamo fuori svariate decine di miliardi per rimborsarlo degli investimenti che non sempre servono. Tanto comunque il gestore "tecnico" che pianifica cosa sia meglio per noi diventa il privato.

C'era una volta una corrente di pensiero che diceva che qualsiasi "pianificatore" centrale economico era sbagliato a prescindere. Ora dove siano finiti non si sa. Alcuni sostengono che il "pianificatore monopolista privato" sia meglio. Peccato per loro che ci siano anche casi di "gestione tecnica" privata in Italia per cui anche riferimenti storici che ci diano una indicazione sulla possibile tendenza dell'operazione.

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