Re: Referendum 12.13 giugno

Inviato da  Pispax il 6/6/2011 0:28:13
Ashoka


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Pispax
Fin qui ti avevo letto ed avevo abbozzato una risposta
Citazione:
Se il problema è di "premiare" chi non spreca acqua, e di "penalizzare" chi invece la spreca (sulla definizione di "spreco" poi ci potremmo aprire un capitolo bello grosso. Se annaffio la petunia che ho alla finestra, o se lavo il cane, è uno spreco o no?) la logica vorrebbe che di risposta ce ne sia una sola: si mettono tariffe progressive, e chi consuma molto da un certo punto in poi avrà un costo a metro cubo superiore, e poi di più ancora, e poi ancora aumenti.

No Pispax, se il prezzo copre i costi (anche gli interessi sul denaro investito) allora basta chi consuma di più paga una fetta proporzionata dei costi. Se il prezzo è “politico” e non copre i costi, invece, la cosa non avviene.


La risposta era riferita a una questione farlocca posta da Lezik, vorrei ricordare, che invocava il privato, e il suo "adeguamento" delle tariffe, come "premio" per i poveracci che risparmiavano acqua.
Però è anche un bello spunto di riflessione.


QUALI SONO i costi che dovrebbero essere coperti dalla bolletta?
Di sicuro ci rientrano tutte le spese vive, e questo è fuori da ogni discussione. Personale, oneri accessori, spese di manutenzione, spese di conduzione.
Ma questo già avviene.

Per il resto?
Se devo collegare a un acquedotto una piccola comunità montana, per dire, con i conseguenti chilometri di tubature (interrate) e l'acquisto di pompe adeguate per spingerci l'acqua, chi è che deve sostenerne le spese?

1) addebitiamo un 30.000 euro a testa a ognuna delle famiglie di questa piccola comunità?
2) queste spese vengono poste a carico delle tasse?

Vorrei ricordare che le tasse sono quelle che pagano anche la strada asfaltata che collega quella piccola comunità al resto del mondo, sempre tanto per dire. Una strada che la comunità montana, se dovesse fare da sola, non potrebbe permettersi.
La strada si e l'acqua potabile no?

Perché vorrei ricordare anche che un'amministrazione pubblica non ha come scopo il lucro. Serve, fra le altre cose, a ripartire in modo solidaristico le risorse di TUTTA la comunità.



Qui in genere c'è un'argomentazione di fondo che è SBAGLIATA, ma che viene propagandata come se fosse giusta: il fatto che le tariffe dell'acqua siano tenute deliberatamente sottocosto per guadagnarsi un qualche tipo di vantaggio elettorale.
Che mi pare la descrizione della politica fatta dai fratelli Grimm.

Tocca farsene una ragione: i sistemi per guadagnare vantaggi elettorali oggi sono completamente diversi. E lo sono da circa venti anni.
Leggere la realtà di oggi con la stessa visione che aveva il comandante Lauro 50 anni fa porta a delle belle cantonate.








Citazione:
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IN NESSUN CASO la risposta puà essere "rimedio al problema di "premiare" chi risparmia l'acqua affidandone la gestione ai privati".
E facendo in modo, per inciso, che in questo modo la bolletta aumenti PER TUTTI. E per tutti nello stesso modo.

Ed infatti quel problema è dato dal secondo quesito, il cui unico scopo è impedire de facto che qualcuno che non possa farsi coprire i buchi di bilancio dal denaro pubblico si voglia occupare della gestione dell’acquedotto.


Tutti quanti, se vogliono, possono occuparsi della gestione dell'acquedotto.
Basta che non ne traggano lucro.




Perché l'ottimo economico è differente dall'ottimo sociale.
Credo che siamo d'accordo sul fatto che la mission di un'impresa è quella di remunerare il capitale. Meglio se a breve termine.

Visto che i sostenitori del NO si lamentano della "demagogia" della campagna elettorale, pur utilizzandola a mani basse, ora voglio usarne un po' anch'io.



Siamo in un sistema che vede l'acqua diventare un bene prezioso, giusto? Ipotizziamo che ce ne sia rimasta poca: facciamo 10 metri cubi. Si possono soddisfare solo due clienti.

Il gestore li mette sul mercato, e ottiene che i possibili acquirenti sono:

a) una famiglia monoreddito con 4 figli, che ha la possibilità di pagarla 7 euro al metro cubo
b) una famiglia bireddito con 1 figlio e con un grande giardino, che può pagarla 15 euro al metro cubo
c) un notaio, che deve riempire la piscina riscaldata per i suoi ospiti inglesi. E' disposto a pagarla 50 euro al metro cubo.
d) un impianto sciistico, che la userà per l'innevamento artificiale. Visto che tanto il costo verrà ripartito fra i clienti, non ha problemi a pagarla 100 euro al metro cubo.

Visto che l'acqua ha sempre lo stesso costo (i 10 metri cubi sono già disponibili, e il costo è già contabilizzato) proviamo a chiederci a chi la venderà il gestore privato e a chi la venderà il gestore pubblico.






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Una cosa buffa da notare: un meccanismo progressivo esite, anche se si basa sul reddito e non sul consumo. Sono proprio le tasse.

Salvo poi lamentarsi del fatto che le tasse le pagano solo i lavoratori dipendenti.... altro regalo agli evasori fiscali...


Non sapevo che la privatizzazione dell'acqua risolvesse anche il problema dell'evasione fiscale.







Citazione:
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Poi ho letto un tuo commento più recente...
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Paradossalmente (ma mica tanto), se ci basiamo sulla logica i principali sostenitori del SI dovrebbero essere proprio quelli che credono nella taumaturgia del libero mercato, visto che in tutta la questione il "libero mercato" è proprio quello non c'è.

Invece gli è bastato leggere la frase "gestione PRIVATA invece che pubblica" e subito hanno lanciato il cuore oltre l'ostacolo.



Pesonalmente, visto il danno che fanno, credo che ci sia solo un approccio possibile per gli spacciatori di ideologie: sparargli a vista.

...con i tuoi pensieri riguardo a chi in questo thread aveva una linea diversa da quella corretta (la tua) e su cosa fare a chi era mosso “da ideologie” (ovviamente tutti quelli che non la pensano come te).
Quindi credo che non ti risponderò più...
ma tanto qui dentro sono uno zombie

Adios


A me non interessa se qualcuno obietta alle cose che dico mosso da idee diverse dalle mie.
O meglio: mi interessa parecchio.
Quello che mi sembra strano invece è quando qualcuno obietta mosso da idee diverse dalle sue.

Nel caso in questione sarebbe bello se qualcuno spiegasse IN CHE MODO è possibile avere un libero mercato sull'acqua pubblica (uso il termine "pubblico" perché tutti si affannano a ricordarmi che l'acqua resta mia).

Che è un settore dove gli investimenti a lunga scadenza sono quelli che garantiscono il reddito "a breve" (si fa per dire: si parla di una ventina d'anni), visto che la maggior parte dei lavori sono investimenti a LUNGHISSIMA scadenza (tempi di ammortamento superiori a 50 anni).
E che è un settore dove non si può MATERIALMENTE parlare di molteplicità di impianti.

E' un po' come se qualcuno venisse a raccontarmi la novella del "serve un libero mercato sulle autostrade, in modo tale che per andare da Bologna a Firenze io possa scegliere l'autostrada gestita dal privato che preferisco"

Già.
Peccato che di autostrade che uniscono Bologna a Firenze ce ne sia soltanto una, e che non abbia alcun senso economico raddoppiarla o triplicarla con autostrade di altri gestori.



Solo che quando si tocca la questione dell'effettiva possibilità di "libero mercato" in questo settore, tutti quanti i sostenitori della capacità taumaturgica del mercato.. in linea di massima preferiscono glissare sull'argomento.


Chiedere pure informazioni al proposito a Francesco Gaetano Caltagirone, che è uno dei principali azionisti privati dell'Acea S.p.A., la società privata che gestisce l'acquedotto di Roma.
Che, detto per inciso, è in assoluto il peggiore d'Italia in termini di efficenza e uno fra i migliori in termini di remuneratività.

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