Re: Referendum 12.13 giugno

Inviato da  Mande il 31/5/2011 17:14:11
Makk
Citazione:

Se è così, vuoi realmente sostenere che nei fatti si avrebbe una reale diminuzione del carico fiscale sulle famiglie tale da compensare gli aumenti delle bollette dell'acqua?

Ashoka aveva già risposto indirettamente al tuo quesito ed anch'io sono della stessa opinione:
Citazione:

SE (e sottolineo SE) contemporaneamente dalla fiscalità generale non vengono decurtati quei soldi che prima coprivano i buchi della gestione in passivo dell'acquedotto, allora i clienti avranno l'impressione che i malvagi privati (o chi per loro) avranno aumentato ingiustificatamente le tariffe nel nome del Dio Profitto, ma chi li ha fregati è stato un altro....

Lui punta il dito sul fatto che la fregatura arriverà dallo stato ma nessuno mette in dubbio che una privatizzazione alzerà le spese in bolletta senza per questo diminuire le tasse.

Ashoka chiede anche:
Citazione:

Secondo il Metodo tariffario, i costi che le Autorità di Ambito (AATO) devono inserire nel calcolo della tariffa reale media, e che, quindi, devono essere coperti dai ricavi del SII, sono i costi operativi, gli ammortamenti e la remunerazione del capitale investito.

Peccato che il referendum n.2 voglia cancellare proprio la parte in neretto. Che fai voti no?

Voto sicuramente SI. Mi conviene. Dovrei forse votare contro i miei interessi?

Perché mi conviene?
- Mi conviene perché è un costo in meno che potrà essere riversato sulla tariffa pari al 7% sul capitale investito.
- Mi conviene perché senza un profitto saranno le stesse aziende private che non avranno convenienza nel presentarsi alle aste.
- Mi conviene perché se anche una azienda privata si presentasse alle aste lo farebbe solo ed esclusivamente perché si sente in grado di migliorare il servizio alla mia comunità e non lo fa per ottenere un profitto. Caso che se pur difficile si presenti non si può escludere a priori.

Decisamente è nella mia convenienza votare SI e lo farò.

Eris invece cosa ci dice:
Citazione:

[...]la legge riserva al settore pubblico la proprietà ed il governo esclusivi delle risorse idriche. Resta la gestione che, afferma l’articolo, può essere affidata anche a soggetti privati. Infatti i proprietari delle reti, che sono e restano i Comuni, (aggregati negli ATO, Ambiti Territoriali Ottimali) possono affidare, con gara ad evidenza pubblica, la gestione dei servizi idrici (e solo dei servizi) a società private, miste pubblico/private, o a società interamente pubbliche, se le condizioni del territorio lo richiedano.

Col referendum ci si propone di eliminare questa possibilità di scelta e di tornare (o rimanere) obbligatoriamente alla gestione pubblica. La risposta non può che essere NO

Mi dispiace ma le informazioni che ti sono state fornite sono completamente erronee. Non viene messa in discussione dal referendum la possibilità di affidare i servizi alle società private tutt'altro.

Quello che va a colpire il referendum è l'obbligo di affidare almeno il 40% delle azioni del gestore dell'acqua a privati.

Il mio consorzio pubblico ha esattamente questo problema. Con la legge del 2006 il mio comune con altri del territorio ha creato una cooperativa a totale partecipazione comunale (ovvero pubblica) mediante un affidamento "in house". Ora con la nuova legge si ritroverebbe a dover cedere almeno il 40% delle quote a privati.
Questo per obbligo e non per scelta. Eppure il servizio è eccellente, finanziato interamente dalle bollette, sempre in attivo.

Perché lo stato vuole obbligare i comuni a cedere almeno il 40% delle quote dei gestori idrici?
Citazione:

[...]la remunerazione del capitale investito non è che uno fra 10 criteri di cui tener conto nel definire il corrispettivo del servizio. A che serve? Oggi, se l’ente locale vuole, può ricevere un prestito per investire sulla risorsa acqua. Se venisse eliminato il criterio della remunerazione, chi mai presterebbe del denaro? Quindi, anche in questo caso, la nostra risposta è NO, non vogliamo abolire un articolo di puro buonsenso.

La risposta alla domanda di prima arriva ora.
Ti hanno palesemente mentito ancora i tuoi "amici della terra" che ti hanno passato queste informazioni.

Se un gestore chiede un prestito questo viene calcolato nella tariffa perché è un costo non una remunerazione del capitale. Gli interessi che l'azienda dovrà versare alla banca prestatrice figurano tra gli oneri finanziari ovvero i costi e come tali non vengono toccati.

Quella che viene toccata è la remunerazione del capitale ovvero la quota forfettaria del 7% che rappresenta il costo-opportunità del capitale e il premio per l’imprenditore.

Cosa significa tradotto in parole semplici?

Se un privato vuole investire dei soldi può comprare delle quote di una società idrica avendo la certezza che il suo investimento gli frutterà il 7% annuo contro il 2% scarso di un titolo di stato e senza accollarsi alcun rischio default. Una vera manna per gli speculatori ai quali i comuni saranno costretti a cedere almeno il 40% delle quote del servizio idrico (qualora non lo abbiano già fatto).

A me tutto questo non conviene anche perché tutti i profitti generati dal mio consorzio pubblico vengono reinvestiti nel servizio senza remunerare nessuno (seppur teoricamente sarebbe possibile).

Un altro SI senza ombra di dubbio.

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