Re: Referendum 12.13 giugno

Inviato da  Makk il 26/5/2011 18:48:44
Citazione:

Calvero ha scritto:
voglio comprendere come questo referendum possa una buona volta essere autorevolmente rappresentativo per la gente comune.


Guarda: diciamo che la cosa semplice è parlare dell'istituto del referendum in generale.

E' stato istituito dai cosiddetti padri della patria come meccanismo di controbilanciamento del potere parlamentare. Altri bilanciamenti sono il sistema bicamerale, il potere di firma del Pres della Repubblica, le autonomie locai e (più importante di tutti) l'indipendenza della magistratura.

Tenendo conto che si usciva dalla dittatura e dalla monarchia, l'ossessione era di non mettere TUTTO in mano a pochi organismi troppo autocratici. Lodevole intento ma come sappiamo tutti non sufficente.

Il referendum in particolare è un tagliare il nodo gordiano: diritto dal popolo si cassa senz'appello (almeno così era) uno stato di fatto costruito da una legge.
Salvaguardie minori furono prese per impedire che il referendum diventasse un'arma nelle mani di qualche capopolo poco rappresentativo e un intralcio costante all'iter che si sperava "normale" (il popolo elegge in parlamento gli amministratori della cosa pubblica che operano nell'interesse appunto pubblico): mezzo milione di firme, quesiti referendari sottoposti alla Corte Costituzionale (per garantire che non si abolissero leggi che interferiscono a cascata con altre leggi), quorum (che dovrebbe dare indicazione che il popolo è coinvolto nell'argomento referendario).

Fino ai referendum sulla caccia e sui pesticidi, il meccanismo ha funzionato. E ha bastonato puntualmente il parlamento, soprattutto le istanze conservatrici.

Il ref sulla caccia fu una porcata. Il ref sui pesticidi nei nostri cibi era sacrosanto e raccoglieva firme a rotta di collo, con previsioni di una vittoria schiacciante. I radicali e i verdi pensarono bene di "infilarci dentro" un argomento che gli stava a cuore ma che agli italiani non premeva come la caccia, e di sfruttare il traino dei pesticidi.

In pratica si trattava di usare lì'indifferenza degli elettori per schiacciare una minoranza secondo loro "incivile" e, a quell'epoca, del tutto impermeabile alla trattativa sul rinunciare a dei privilegi (eredità della passione/tradizione monarchica per la caccia).

La minoranza era però "rumorosa": 2 milioni di cacciatori, relativi familiari ed amici, la potente lobby delle armi...

Non sarebbe bastato, ma i cacciatori ebbero la Grande Idea: puntare sulla passività degli elettori e sul non-raggiungimento del quorum.
La campagna per non mandare alle urne gli italiani fu martellante.
Niente in confronto a quelle sul divorzio e l'aborto, che scatenarono gli italiani in una stagione di diatribe feroci.

Eppure... eppure il fatto di non suddividere l'elettorato in partigiani del sì o del no, ma di puntare sul fatto che non si trattava di un quesito importante e vitale (non lo era in effetti) ebbe l'esito sperato.
L'italiano è diffidente sui politici e sui media, ma è anche sensibile all'idea di farsi un'opinione "tutta sua". E sentirsi tirato per la giacchetta su un argomento non qualificante infastidì abbastanza elettori da non raggiungere il quorum.
Và anche detto che lo scontro sulla caccia fu così violento che i propositori stessi dei referendum diedero l'impressione di non tenerci ai pesticidi (non se ne parlava mai nei dibattiti, giornali, ecc).

La diga del padri fondatori aveva a questo punto una crepa. Il referendum non era più "sacro dovere" del cittadino. Soprattutto i politici appresero uno strumento (l'astensione) col quale annichilire questo istituto che gli aveva sempre fatto paura e diffidenza.

Non che gli italiani non abbiano avuto ragione nell'ignorare il referendum. Fino a quello caccia e pesticidi i referendum erano grandi momenti di confronto dialettico, con svolte "epocali" da imprimere alla nazione.

Da quel momento i referendum diventarono un dilemma a TRE incognite (si, no, disertare).

Questo svilisce un po' l'istituto in sé, ma soprattutto mette il referendum alla mercé dei media: promuovere l'indifferenza è sempre più facile che promuovere l'attivismo.

Inoltre, purtroppo, la minore "sacralità" dell'istituto nella coscenza collettiva degli italiani lascia più mano libera ai politici di pesare quanto sia "costoso" ignorare i risultati.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=6349&post_id=194756