Re: Questo cazzo di voto

Inviato da  Pispax il 24/8/2010 0:54:56
Fine di questa lunga premessa.
Non mi sembra che questi discorsi siano così dissimili da quelli che ho letto finora e che erano portati dai no-voters.


Sono definizioni abbastanza imprecise, sia chiaro. Non è certo una summa del pensiero.
Comunque può servire come base di lavoro.

Se fino a questo punto siamo d'accordo sui termini, andiamo un po' oltre.
Proviamo a vedere come quelle definizioni impattano con la Storia.






EVOLUZIONE POPOLARE

Nel corso dei millenni è capitato - di rado, ma è capitato - che il Sistema abbia dovuto allargare la base di Potere anche al di fuori di se stesso.

A questi tipi di cambiamento il Sistema si è sempre opposto con grandissima determinazione.
Però in un modo o nell'altro sporadicamente ha dovuto farlo.

In questi casi ha sempre continuato a manifestare anche a posteriori una continua e tenace resistenza, cercando di rimangiarsi le riforme almeno nei fatti, se non quando addirittura nella forma.
Ma tant'è: alcune sono rimaste.



La prima forma che questa roba ha assunto per esempio è stata la concessione di Carte Costituzionali.
Questa roba non è ancora un allargamento esplicito della base di potere, ma comunque è un restringimento del potere assoluto dello Stato.
Inizia il suo percorso una cosa che si chiama “Diritti”.
PikeBishop più o meno dice che “la costituzione è un contratto nullo perché ci viene imposta da una generazione all'altra senza che venga chiesto il nostro parere”.
Be', si, è vero.
Sarà che a nessuno è mai passato per la mente di farlo, visto che la Costituzione non è lo strumento che permette allo Stato di nascere.
E' proprio il contrario: è lo strumento che ci permette proprio di DIFENDERCI dallo Stato.
Per inciso, oltre ai diritti individuali, anche delimitare con precisione la forma dello Stato è una forma di difesa da esso.

(Non a caso infatti di solito lo Stato cerca continuamente di rimangiarsi nei fatti quello che la Costituzione dice nella lettera).

Il secondo passo è stato quello di allargare l'ombrello di protezione a parti crescenti della popolazione, cosa che il Sistema ha ingoiato con un certo sgomento.

A seguire, sistemi parlamentari sparsi.





E' assolutamente trascurabile il motivo per cui questa roba è stata concessa, o anche estorta.

In alcuni casi si è trattato solo di riflessi di un contrasto politico tutto interno al Sistema (la famosa “guerra fra bande” con annesso cesarismo di cui parlava Pike).

In altri casi lo Stato ha temuto delle sommosse che pregiudicassero la sua sopravvivenza come Stato, cioè la sostituzione per intero di QUELLA particolare configurazione di Politica/Denaro/Altro con una configurazione diversa.
O le ha addirittura subite.
(Vedi la Francia o la Russia. Dopo le Rivoluzioni lo Stato è riapparso fiorente più che mai, che si chiamasse Robespierre o che si chiamasse Stalin. Ha solo cambiato forma. Sono cambiate solo le configurazioni).

In altri casi ancora ha temuto (o subito) delle sommosse che pregiudicassero la sua prosperità come Stato.

Tutto ciò non ha troppa importanza. Questa roba è arrivata, e in molti casi è rimasta.



E' qui è bene sottolineare una cosa: visto che lo Stato è quello che è, i Diritti sono una cosa NOCIVA per lo Stato, così come è nociva per lo Stato qualunque cosa che limiti il suo potere.
Ogni diritto individuale è un anello di catena che viene messa al collo dello Stato.
La forma di governo migliore per lo Stato è sempre e comunque la forma più autoritaria possibile, che permette complessivamente al Sistema di esercitare il massimo del potere con il minimo del controllo.
E quindi è la forma che maggiormente garantisce sia la sopravvivenza che la prosperità del Sistema stesso.





Queste (sporadiche) concessioni hanno generato inoltre, e progressivamente, delle forme di governo sempre meno autoritarie.
In qualunque modo la si voglia girare, c'è un unico modo per rendere lo Stato meno autoritario: limitare quanto più possibile la discrezionalità del suo potere.

(Nota pedante. Questa roba ha un senso solo perché non si può lasciare lo Stato ed eliminare del tutto il suo potere. Stato e potere sono sinonimi proprio per definizione: eliminare l'uno significa eliminare l'altro, indipendentemente da cosa si elimina per primo. Ma rispetto a questi ragionamenti quello è proprio tutto un altro film)


Il punto più alto finora raggiunto in questa direzione è stata proprio la democrazia a suffragio universale, che è quella che concede – almeno teoricamente – il massimo allargamento possibile della base di potere.
Quella che dovrebbe trasformare i sudditi in cittadini a tutti gli effetti.
E l'UNICA condizione che viene richiesta al suddito per potersi trasformare in cittadino è che decida consapevolmente di farlo.
Roba grossa, uh?


La democrazia a s.u. NON E' la forma di governo perfetta. Anzi.
E' solo la forma di governo meno autoritaria che al momento si è affacciata sulla scena.

Di conseguenza parlare di democrazia a s.u. non significa per niente dire che lo Stato è scomparso.
Lo Stato è ancora là, ben vispo e feroce e spietato e pronto ad azzannarti alla gola.
Significa solo che è meno arbitrario.
Come sempre succede quando si mettono delle regole.
E' stata accorciata la catena e ora non azzanna più chiunque passi: azzanna solo chi passa particolarmente vicino.


Prendiamo una cosa che ha fatto indignare un po' tutti: la morte del povero Stefano Cucchi.
Di Stefani Cucchi è pieno il mondo, qualunque sia il tipo di governo in vigore in quel particolare Stato.

Quello che cambia è la reazione che questo comporta, e le sue conseguenze.
Procedendo in ordine decrescente di “democraticità”:

* In Norvegia probabilmente questo scandalo oltre all'immediata apertura del processo contro i responsabili avrebbe comportato una crisi di governo.
Quella particolare configurazione Politica/Denaro/Altro quindi avrebbe subito una mutazione di un certo rilievo, anche se limitata alla sola composizione. Probabilmente anche lo Stato avrebbe dovuto subire un ulteriore (e minimo) ridimensionamento del proprio potere, che poi è la cosa che conta davvero.

* In Inghilterra o in Olanda forse questo scandalo avrebbe comportato le dimissioni del Ministro dell'Interno e la messa sotto processo della struttura carceraria interessata.
La configurazione PDA, di cui il Ministro dell'Interno fa parte a tutti gli effetti, avrebbe comunque avuto un mutamento, anche se a un livello più basso.

* In Italia questo scandalo non ha toccato per niente né la struttura carceraria interessata né tantomeno il Ministro dell'Interno, che si è ben guardato dal dimettersi.
Probabilmente porterà all'incriminazione dei soli medici ospedalieri che lo hanno visitato.
Una roba di facciata che non crea nessuna increspatura alla struttura di potere.

* In Turchia ci sarebbe stato uno scandalo abbastanza relativo, visto che laggiù picchiare i prigionieri delle carceri è come l'uso della violenza sui Blues Brothers: una cosa consentita e approvata.
Non c'è nemmeno la facciata, figuriamoci l'increspatura.

Andando direttamente in fondo alla scala.
* In Corea del Nord la cosa che avrebbe destato stupore sarebbe stata se il locale Stefano Cucchi fosse uscito VIVO dal carcere.


Tanto maggiore è il livello di autorità del governo, quanto minori son le possibilità di poter intaccare la struttura dello Stato anche di fronte agli episodi più eclatanti – possibilità già di per sé abbastanza piccole anche nelle democrazie più evolute.







Tutto questo solo per argomentare le solite tre o quattro cose, che altrimenti sarebbero state solo uno stupido elenco.


1) Il Potere non concede spontaneamente limitazioni al proprio potere. Queste cose gli vengono estorte con difficoltà.


2) Se e quando le concede lo fa nel suo interesse, e solo per poter continuare a perseguire i propri fini.
Attenzione: le fa nel proprio interesse, non a proprio vantaggio. Non so se la distinzione è chiara. Se avesse potuto farlo non avrebbe concesso un bel niente; ma visto che non c'erano alternative si è rassegnato a concedere il meno possibile pur di poter continuare a operare - anche se a un livello di potere lievemente più basso.


3)Una volta concesso qualcosa, questa roba è comunque di ostacolo allo Stato, che cercherà continuamente di rimangiarsela in qualche modo, da quelli più brutalmente formali (“prima c'era, ora non c'è più. Se la cosa non ti va bene spiegati pure con questi 15 manganellatori che ho dietro di me”) a quelli più sottilmente sostanziali (“Certo che le medicine ora sono gratis. Non preoccuparti per questo: lo avevamo promesso, e noi manteniamo sempre le nostre promesse. Però per averle devi presentare un apposito certificato, che ti costerà solo 150 dollari per ogni confezione”)


4) Abbattere uno Stato significa solo abbattere quella particolare configurazione Politica/Denaro/Altro.
Si creerà un vuoto di potere che verrà immediatamente riempito da.. un altro Stato.
N.B.: ogni volta che gli è possibile lo Stato cercherà di ripristinare la forma di governo in assoluto più autoritaria che gli riesce di ottenere.
Di questa roba purtroppo è strapiena la storia.


5) La democrazia non implica proprio per niente la scomparsa dello Stato.
Per quanto sia una forma di governo poco autoritaria rispetto alle altre, questo non significa certo che lo Stato che sta dietro di essa scompaia.
E' sempre là dietro, silenzioso e mortale.
E' solo meno arbitrario.
Tanto più diminuisce l'arbitrarietà, quanto più diminuisce l'autoritarietà (importante: la cosa non funziona se si invertono i termini)
Ma questo non significa che lo Stato non sia sempre lì, pronto a dare la sua zampata mortale.
Ha solo meno occasioni di farlo, tutto qui.


6) A guardare l'evoluzione* delle forme di governo, dall'Egitto in poi, si può decisamente parlare di un Potere che sta virando verso forme di governo sempre meno autoritarie. Lo fa in modo molto discontinuo, resistendo ovunque può e tornando a forme di governo più autoritarie non appena ne ha occasione. Però questa cosa accade.
Contemporaneamente sono cresciute fra la gente forme di consapevolezza sociale. Lentamente all'inizio, sempre più velocemente negli ultimi 250 anni – che poi è anche il periodo in cui l'evoluzione costituzionale ha avuto l'accelerazione più forte.
Si può tranquillamente ipotizzare un rapporto fra le due cose. Questo significa che l'ulteriore crescita della consapevolezza con ogni probabilità porterà a forme di governo ancora meno autoritarie.





Se qualcuno poi ha letto libri di storia diversi dai miei sarò felice di sapere in cosa secondo lui le cose sono diverse, e come queste diversità modifichino quella manciata di regole precetti cose assodate “prassi” che la storia ci ha insegnato.

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