Re: Questo cazzo di voto

Inviato da  Pispax il 10/8/2010 18:35:42

Red_Knight



Citazione:
Ti faccio una domanda che richiede un sì e un no: se ci fosse (per assurdo) un solo simbolo da barrare, tu andresti a votare? Varrebbe i famosi 30 centesimi?


No.
Certo che no.

Non è neppure una cosa "per assurdo": avviene in tutti i regimi dittatoriali.









Citazione:
Possiamo discutere se la situazione attuale costituisca di fatto un solo simbolo o se sia una mia fantasiosa interpretazione; ma se ho ragione io votare è inutile. Anzi, controproducente (nella migliore delle ipotesi, 30 centesimi sprecati).


Se hai ragione tu non è il votare che è inutile.
Votare o non votare a quel punto sono entrambe due cose trascurabili.

Inutile è che chiunque sia convinto di questa roba stia a perdere tempo con questa discussione.
O anche con altre.

Basta essere un minimo conseguenti a quello che si dice: tocca prendere su un fucile e darsi alla macchia sulle montagne. Del Friuli.
E iniziare a fare resistenza attiva.


Però a quanto pare è molto meno scomodo star qui a fare le profezie.
(Non mi sto riferendo a te)








Citazione:
In questo momento, stai non-facendo un numero letteralmente infinito di cose: non stai scolpendo sterco rappreso, non stai studiando cinese, non stai picchiando gatti, non stai coltivando pomodori, etc. etc.
(Non) fai tutto questo per ottenere qualcosa? Credo di no. È ogni volta che fai attivamente qualcosa che hai bisogno di una motivazione.


C'è chi sta sostenendo a piè fermo che il non-voto sia una non azione.
E c'è anche chi sta sostenendo a piè altrettanto fermo che il non voto sia un'azione ben precisa.

In effetti ogni tanto mi confondo.








Citazione:
ISe la discussione è sull'utilità dell'astensione, hai perfettamente ragione: non serve a nulla. Né potrebbe servire a qualcosa.
...
ma credo che l'utilità del voto sia l'altro risvolto dell'argomento e vada comunque affrontato.


Dipende.
Restiamo alla logica.

Se si considera l'astensione come una non-azione allora non è necessario per niente.

Non occorre neppure partire dalle premesse di cui parli anche tu (il non voto non serve a nulla): visto che le azioni possibili sono due, votare o astenersi, e si parte dal presupposto che l'astensione sia una non-azione, l'unica azione possibile resta comunque il voto.

E quindi se voglio che il sistema vada nella direzione che voglio io posso solo cercare di spingerlo con il voto, visto che è l'unica azione che ho a disposizione; oppure posso accettarlo così com'è.
Importante: al momento che ho deciso di accettarlo così com'è allora diventa del tutto ininfluente il fatto che questo sistema mi piaccia o meno, visto che rinuncio espressamente ad agire per cambiarlo.






Se invece si considera il non-voto come un'azione ben precisa il confronto è possibile. Anzi, è inevitabile.

Però per potersi confrontare è necessario che ci sia qualcosa per cui confrontarsi.

I fini ultimi potrebbero essere oggetto di una discussione ideologica infinita.
Si va dal cercare di ottenere una democrazia migliore al superamento definitivo dell'idea di Stato.
Son cosine "un niente" contraddittorie.
Prendiamo allora in considerazione un abbozzo di denominatore comune: preso atto che la situazione politica italiana non piace a nessuno di quelli che stanno intervenendo, ci stiamo chiedendo in che modo voto o non voto possano migliorare le cose.(1)

In questo modo abbiamo un fine condiviso.
(Non che sia necessario, sia chiaro)
Ora resta da affrontare in primo luogo il problema delle logiche, e sulla base di queste si apre lil confronto sull'azione più opportuna (per l'appunto, il voto o il non voto)



La logica che spinge al voto l'ho detta anche troppe volte.
Se serve una ripetizione posso dirla ancora.
Le uniche “logiche” invece espressamente citate come progetto di cambiamento a mio avviso assomigliano troppo al classico "e alla fine vissero tutti felici e contenti" per poter essere prese in considerazione in modo serio.

Questo vale per chi condivide il fine “condiviso” e vale anche per chi non lo condivide.
Qualunque sia la posizione individuale ci si limita a parlare dei “radiosi giorni futuri” senza mai prendersi la briga di spiegare il processo che si conta di utilizzare per arrivarci.




Alcuni esempi:

- non bisogna votare “per far mancare ai governanti la sensazione di legittimità, di rappresentatività.“
(Si, ok. Ma dopo? Che succede dopo? Che succede quando non avranno più questa sensazione? Andranno in terapia? Perché se è solo un problema di sensazioni, col fischio che convinci un politico a lasciare la seggiola. Qual'è la mossa successiva? E quella dopo ancora?)

- non bisogna votare “perché così ci può essere l'eventualità, semmai, che un giorno, forse, tutto questo, alla fine, possa, nel caso, trasformarsi in ALTRO”
(sulla natura favolistica di questa affermazione non mi pronuncio neppure. Se la strategia politica è questa, si capisce perché l'Anarchia sia generalmente guardata con un certo sospetto).

- non bisogna votare “perché no!”
Perché “è tutto uno schifo/i politici son tutti uguali/non cambierà mai niente/chi vota è il peggio traditore/c'è il NWO/ci sono i Poteri Forti/il voto non serve a niente
(e allora figuriamoci il non voto..)/ecc ecc”.
Questa è la risposta che va per la maggiore.
Per inciso è anche la posizione che va per la maggiore anche al Bar dello Sport, ma abbiamo già detto di non sottolineare la coincidenza.
(Si, ok. Ma dopo? A parte l'enunciato, come fa l'astensione a cambiare materialmente le cose? Proprio nella pratica? Puoi farmi una simulazione? Ti rendi conto invece che in questo sistema di regole il tuo non voto non fa che rinforzare tutto quello che stai criticando?
BTW, a questa semplice osservazione al momento non è pervenuta alcuna risposta)

- non bisogna votare perché “bisogna oltrepassare lo Stato, quindi serve la consapevolezza”
(Oooops. Io credevo che le cose procedessero al contrario: PRIMA si diffonde la consapevolezza, POI il superamento dello Stato. In che modo il semplice fatto che io mi astenga mi regala una consapevolezza maggiore? Come distinguo quello che si astiene perché è “consapevole” da quello che si astiene perché se ne sbatte e ha passato tutta la domenica a fare all'amore?)



Tutte queste posizioni hanno in comune lo stesso atteggiamento: si rifiutano di spiegare come avviene il processo, cioè come l'AZIONE del non-voto possa concretizzarsi in un risultato.
Al momento è difficile aprire un confronto.
Spero che le cose migliorino.








(1)
Questo almeno è il senso dell'apertura del thread, ed è stato scelto così giusto per evitare discussioni inutili.
Poi è chiaro che ognuno parla di quello che vuole.
Se arriva un Avventista a dire che il non voto è sacrosanto perché tanto il Secondo Avvento di Cristo sistemerà tutto quanto e nell'attesa dobbiamo solo preoccuparci di non secolarizzarci troppo, e l'occuparsi di politica quindi va evitato perché il farlo ha un costo spirituale, esprime un'opinione del tutto legittima.
Solo che, ai fini di questa discussione, questa opinione non serve a un cazzo.







Citazione:
Citazione:
Correggimi se sbaglio: leggendo il tuo post mi sono fatto l'idea che a tuo giudizio il problema principale sia Berluscono.
[...]Però hai ottenuto esattamente quello per cui hai pagato: altri cinque anni di Berluscono


Non ce lo meritiamo né io e te ma come hai detto tu non si può non giocare, e abbiamo già perso da un pezzo.


Esprimi una tua opinione. Io la penso in modo diverso.

Se questa opinione è l'espressione di un disagio è un'opinione pienamente rispettabile.
Allora è compito della Politica prendere atto di questa cosa e darti delle risposte.
Io al massimo posso farti notare che dal punto di vista logico hai scelto da solo di appoggiare la testa sul ceppo del boia: e il boia ringrazia, visto che gli semplifichi il lavoro.

Nel caso invece che la tua astensione esprimesse una precisa “strategia” politica per “cambiare le cose” sarebbe stata una gran bella cazzata.
Ma abbiamo già convenuto sul fatto che non è così.






Per curiosità, a parte quei tre o quattro CLAMOROSI inciucioni di D'Alema all'inizio della Seconda Repubblica, visto che li chiami espressamente in causa potresti elencarmi le leggi che PD+IDV (o anche l'Ulivo) hanno fatto per reggere il sacco a Berluscono?
Persino per l'UDC da quando non è più alleata me ne viene in mente una sola: l'appoggio esterno al Lodo Alfano.

Sarebbe gentile anche se tu mi spiegassi in che modo “la sinistra” è correa sul fatto che il PDL abbia occupato la RAI.
Le attuali polemiche sulla nomina dei membri laici del CSM mi fanno pensare a scenari diversi, ma potrei sbagliarmi.








Citazione:
Sui rimborsi elettorali, hai ragione. Lo sapevo già in realtà


Ci ho speso del tempo solo per evitare che qualcuno si affezionasse all'idea e lo trasformasse in un altro cavallo di battaglia del non voto.
Visto che è un cavallo zoppo, lo considero un pensiero gentile.

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