Re: Questo cazzo di voto

Inviato da  a_mensa il 5/8/2010 22:08:21
@ florizel

Citazione:
per ora mi limito ad osservare che c’è un’enorme differenza tra “incaricare” un gruppo di persone all’interno di un contesto (numerico, ma soprattutto strutturale) a svolgere determinati compiti, e “delegare” all’interno di un contesto numerico

ho sempre vicino al computer il mio Devoto-Oli e penso di conoscere bene la differenza tra incaricare e delegare.
non per niente ho usato, nel mio scritto precedente molto più il primo del secondo, proprio per rendere l'idea della provvisorietà, della specificità che volta per volta suggeriva il primo termine.
ok, tanto come notifica, non ho usato i due termini a caso e nemmeno come sinonimi.

Citazione:
Nel primo caso il controllo da parte di chi delega è inevitabilmente facilitato, nel secondo impossibile


forse qui divergiamo leggermente, perchè io penso che con le opportune limitazioni, anche una delega possa non far parte di un "sistema"


Citazione:
......la centralizzazione di un’amministrazione che, fisiologicamente, non può che tradursi in potere.
.

..... che esercitando il potere finisce di considerare quest'ultimo come la sua prima ragione di esistenza.

se ho capito bene tu pensi che inevitabilmente una struttura costruita su deleghe, cambierà la sua ragion d'essere, mutando in una struttura di potere. bene, su questo punto io la penso diversamente.
penso che il fatto che si verifichi e si sia verificato nella stragrande maggioranza dei casi, non vuol dire che sia inevitabile.
prima condizzione è ovviamente che chi accetta la costituzione di un "sistema"sia consapevole del pericolo. (e quindi già qui la cultura e consapevolezza dei sottoposti può avere una funzione determinante).
seconda condizione che si stabiliscano delle regole, le chiamerei metaregole, che evitino il fossilizzarsi di persone e istituzioni nella stessa funzione e posizione.
le banche, per evitare che i loro impiegati, e soprattutto quelli che maneggiano i soldi o i titoli, rubino, fanno firmare ai loro dipendenti l'accettazione di una cosa semplicissima: lo spostamento ad altra funzione o ad altra filiale, senza preavviso. arriva un ispettore, si reca da un impiegato, gli spegne il computer e lo invita a ritirare dalla scrivania tutte le sue cose personali. sotto i suoi occhi. dato che ogni malversazione richiede sempre un prima e un dopo, in tale modo verrebbero troncate a metà tali cicli rendendoli quindi facilmente scopribili.
ti ho portato questo esempio perchè quello sembrava un problema irrisolvibile, mentre invece tale possibilità resta un fortissimo deterrente, che ha reso estremamente rare le malversazioni.
credo che con le regole si possa ottenere quasi tutto, anche il non far crescere e consolidare la sensazione di potere in chi ne è temporaneamente investito.


Citazione:
Spero che tu rilegga il tuo commento, perché alcune delle stesse cose che affermi contraddicono il postulato precedente, ossia che per far funzionare la “democrazia” bisogna cambiare le persone, e non le regole.


ho riletto,ma credo di aver espresso bene che "prima bisogna cambiare le persone, poi si potranno cambiare le regole" che è diverso dal credere che basti cambiare le persone.
senza un interesse, una partecipazione attiva, consapevole, delle persone, qualsiasi regola, anche la migliore può esser come minimo ignorata.
ti porto ad esempio il caso del Berlusconi, che già all'epoca della sua discesa in campo, avrebbe potuto esser fermato grazie alle regole esistenti allora.
il disinteresse della gente, la presunzione degli esponenti della sinistra e di tutti gli interessati, hanno visto in quelle norme ignorate un modo per rendere debole l'avversario. poi sappiamo tutti come è finita.
quindi regole buone e puntigliosa osservanza di esse, nel loro spirito , oltre che nella forma, da parte della popolazione. ( e qui di nuovo occorre un certo tipo di popolazione).

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