Re: condannare per un reato che non esiste

Inviato da  Pispax il 3/7/2010 19:45:43
sitchinite

Tre domande precise e una considerazione



Citazione:
interessante sandman come chi faccia notare che si arresta per un reato inesistente, non regolamentato nè previsto da alcuna legge...


1) Chi cazzo lo ha detto che è un "reato inesistente"'?
Il reato esiste, ECCOME.
E' un'aggravante dell'associazione a delinquere, che prevede lo stampo mafioso.
La legge correttamente punisce chi compra i voti pagando denaro sonante. (416 ter)
La magistratura altrettanto correttamente dà un'interpetazione estensiva del concetto, e dice che anche comprare i voti in cambio di favori (cioè di un guadagno successivo) rientra nello spirito del 416 ter.
E questa roba non è certo stata inventata per Dell'UTRI.

Domanda: ti risulta forse che qualcune delle centinaia di sentenze di condanna per associazione esterna sia stata annullata per ILLEGITTIMITA'?
(se ti serve aiuto, chiedi pure a Pisapia)




2) Visto che quando si parla di queste cose il fintotontismo impera, proviamo a capirci con un esempio.
Usciamo fuori dalla mafia e parliamo di corruzione.
Se un politico accetta una mazzetta di 200.000 euro per concedere un appalto (e l'appalto viene concesso) quel politico è sicuramente corrotto.


Domanda: se invece di pagargli direttamente i soldi gli viene assunto la moglie per una "consulenza", la consulenza viene pagata 200.000 euro e l'appalto viene concesso lo stesso, quel politico secondo te è corrotto o no?




3) Non si ARRESTA per un reato inesistente. Quello sarebbe un abuso, anche grosso.
E' un abuso arrestare qualcuno per "porto abusivo di bolle di sapone".

Dell'UTRI invece è stato CONDANNATO.
Non si puà condannare qualcuno per "porto abusivo di bolle di sapone".
E' illegittimo.


Non solo: è stato condannato DUE VOLTE.
Sia nel primo che nel secondo grado di giudizio dopo lunghi dibattimenti è stato ritenuto COLPEVOLE del reato di associazione esterna di stampo mafioso.

Questo significa che
A) ha intrattenuto scambi con i mafiosi e che
B) a seguito di questi scambi ha fatto politiche per favorire la mafia o i mafiosi.

Punto.
Questa roba è stata vagliate DUE VOLTE, e per DUE VOLTE è stato ritenuto colpevole.


Ora il processo andrà in Cassazione.
E' bene ricordare che la Cassazione non è legittimata a riaprire il dibattimento.
Il suo compito è solo quello di verificare che non ci siano stati vizi di forma.

E' bene ricordare anche che a quelle altezze la magistratura spesso risponde a logiche politiche.
(Che però non sono banali logiche di schieramento, sia chiaro).

Infatti è parecchio difficile che un politico venga condannato in Cassazione: su 300.000 cartelle di atti formali stipulati da 300 impiegati diversi, mica è tanto difficile trovare un vizio qualsiasi.
Che so, magari la convocazione per la seconda udienza (su 150) è stata ricevuta dal vicino di casa.
Queste cose normalmente non contano un cazzo, non hanno la minima influenza sull'esito del processo e infatti di norma difficilmente se ne tiene conto.
Com'è o come non è, quando invece la roba riguarda un politico qualsiasi allora diventa improvvisamente importantissima.


Dell'UTRI andrà in Cassazione, e con ogni probabilità la Cassazione dichiarerà nulli i dibattimenti precedenti perché sul dietro di un foglio c'è una cacca di topo.

Toccherà ricominciare daccapo, e farsi altri 15 anni di processi per una cosa di cui, questo è bene non dimenticarselo, dell'UTRI è stato ritenuto COLPEVOLE.
Due volte.


Domanda: questi trattamenti di favore riservati ai politici portano avanti la Giustizia in Italia o no?


(No sai: perché qui tutti non fanno altro che lamentarsi della Casta e dei suoi Privilegi. Poi però quando i privilegi toccano qualcuno dei suoi, allora è bene far finta di niente)








Citazione:
...risulti essere berlusconiano


Se te invece di scandalizzarti perché il braccio destro dell'attuale Presidente del Consiglio è stato CONDANNATO (due volte) per mafia, pianti una pippa insinuante sui cavilli inesistenti... difficile pensare che tu sia animato da intenti diversi che non il semplice cercare di confondere le acque.

Se poi si ripensa a quel fantastico thread dove utilizzavi la stessa tecnica lievemente insinuante per accusare Soru di illeciti altrettanto inesistenti, allora l'impressione del giudizio a senso unico si fa ancora più forte.






N.B.
Panorama.it - e anche il tuo intervento, visto che selezioni solo la parte che ti interessa - si muovono secondo la stessa falsariga: l'importante è non parlare del fatto che dell'UTRI sia stato CONDANNATO (due volte), ma provare a seminare dubbi.

Risponde Pisapia poche righe oltre:

“Che l’eccessiva genericità di una figura di reato priva di limiti ben definiti nella sua applicabilità, ha generato uno situazione di poca precisione che contrasta con il principio di certezza del nostro diritto”.



Poi precisa:

Le Sezioni Unite intervennero successivamente introducendo dei limiti all’applicabilità di questo reato, limiti, secondo Pisapia, non ancora sufficienti e probabilmente nemmeno efficaci per punire i frequentatori di quella cosiddetta “zona grigia” in cui mafia e politica si incontrano e fanno affari tra di loro.



Ancora:

l’idea era quella di creare una norma intermedia tra chi partecipa all’associazione mafiosa e il semplice favoreggiatore



Il problema secondo Pisapia NON E' che il reato "non esiste".
Te riporti solo ed esclusivamente l'unica frase in cui dice questa cosa - e non a caso Panorama ci apre l'articolo, e la scrive bella grossa.

* l reato ESISTE.

* Per questo reato è legittimo CONDANNARE un colpevole (e infatti Marcello dell'UTRI è stato condannato. Due volte).

* Il problema è che senza una norma scritta nel Codice Penale la roba è necessariamente generica, e quindi E' TROPPO POCO.

Quindi il rischio NON E' che vengano condannati degli innocenti per un reato che non esiste.

Si tratta solo di decidere, quando uno venga ritenuto colpevole, se gli debbano essere individualmente applicate le pene per il concorso esterno o le pene per il favoreggiamento.

In un caso o nell'altro dell'UTRI è comunque COLPEVOLE.
Ha utilizzato la sua posizione politica per favorire la mafia.
Punto.

Però a forza di polemiche magari riusciamo a fargli ottenere una condanna MOLTO più mite com'è quella per il favoreggiamento.


E non sarebbe male: visto tutto il bene che ha fatto per l'Italia, dobbiamo essergli grati, no?


Sitchinite: ma non eri te quello "disgustato dagli abusi della politica"?

Si vede, come no.











L'articolo inoltre riesce a citare anche queste parole, prima di concludere con il solito polpettone propagandistico. Sono parole abbastanza equilibrate. Una stravaganza, visto che viene da Panorama:

“Non resta altro che augurarsi dunque – come ha scritto il penalista Andrea Dell’Aira - che intervenga presto una novella legislativa affinché un fascio di luce illumini definitivamente il buio che oggi caratterizza il concorso esterno in associazione mafiosa


Ora tocca ai lupi decidere che pena avrà il mangiarsi un agnello.
Fantastico no?

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