Re: L'Ultraifisica e la lotta per la consapevolezza

Inviato da  Al2012 il 18/5/2010 16:03:59
Partendo dal principio che la materia è energia, per essere più precisi che la massa è energia, possiamo ipotizzare che la realtà è composta da varie forme di energia che si propagano.
Questa propagazione viene rilevata, osservata ed interpretata da una entità cosciente.

Volendo fare una similitudine si può immaginare il raggio luminoso che esce da un proiettore cinematografico, se io osservo il fascio di luce non percepisco nessuna immagine e se pongo l’occhio davanti al proiettore resto abbagliato.

Se questo raggio luminoso lo faccio riflettere da un schermo riesco a vedere il filmato e a distinguere le varie figure in esso racchiuse.

Seguendo la traccia di questa similitudine si po’ fare l’ipotesi che la realtà sia il fascio luminoso e la coscienza il telo su cui si formano per riflessione le immagini.

Immaginiamo ora un fascio luminoso composto da innumerevoli frequenze e che il telo della nostra coscienza sia in grado di riflettere solo una piccolissima parte di esse su cui costruisce delle immagini.
Quello che si può dedurre è che il filmato che osserviamo è solo una piccolissima parte della realtà, racchiusa nel raggio luminoso che colpisce lo schermo.

In pratica non sono i nostri occhi e neanche il nostro cervello che vedono ma è la coscienza che costruisce una elaborazione consapevole dei vari input che riceve.
Qualcuno afferma “che siamo consapevoli soltanto di “2.000 bit” sui “400 miliardi di bit” di informazioni che processiamo ogni secondo” ..

Come vede la realtà è relativa alla coscienza che la osserva ed al suo modo di rapportarsi con essa e questo rapporto è fortemente condizionato dalla cultura in cui la coscienza si è evoluta

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2.3 L’Ordine Implicato
http://ilfattorec.altervista.org/fccapitolo23.html
Bohm cominciò la sua ricerca investigando il comportamento dei plasmi, gas contenenti elettroni e ioni positivi ad alta densità (esempio di plasmi sono i fulmini, l’aurora boreale, le stelle).
Egli si accorse ben presto che gli elettroni, una volta che diventano parte di un plasma, smettono di apparire come particelle individuali ed iniziano a comportarsi come se essi fossero parte di un tutto più grande ed interconnesso, un mare di particelle che dà l’impressione di essere apparentemente vivo, intelligente e cosciente per via delle caratteristiche di auto-regolazione che vi si possono osservare (si dispongono armonicamente come un’orchestra).


(…)Visto a distanza, un plasma appare essere una serie di oscillazioni collettive che comportano un numero grandissimo di particelle (particelle danzanti in un plasma intelligente).
Esaminate però a grande ingrandimento, risulta visibile solo il moto casuale delle particelle individuali.

Bohm creò una descrizione matematica duale del plasma che contiene entrambi i punti di vista: l’individuale ed il collettivo.
Una descrizione (coordinate collettive) riguarda le vibrazioni collettive, mentre l’altra (coordinate individuali) spiega il moto libero delle particelle individuali.
Poiché le due descrizioni sono parte di un unico tutto , il moto collettivo del tutto è racchiuso dentro il movimento casuale individuale e viceversa”.
Tra l’altro esiste un entangled (intrecciamento) quantistico tra cervello e plasma (il 99% dell’universo è plasma; es. fulmine, sole).
E’ curioso poi il fatto che nei plasmi si formi un’elica simile al DNA.

L’elettrone è secondo Bohm una struttura complessa che si muove in un soggiacente etere.
A distanze milioni di volte più piccole dell’elettrone, la relatività di Einstein si rompe in un reale spazio assoluto, un etere fatto di particelle (o meglio entità) piccolissime.

Nell’universo sembra esistere un quid che ne governa le proprietà materiali ed energetiche come una forza invisibile e per ora non misurabile.
Questo quid, il potenziale quantico, null’altro è che lo spirito della materia vivente e non vivente, un ente infinito dotato di coscienza in grado di creare apparentemente dal nulla e di guidare il mondo della materia e dell’energia agganciandosi alle sue particelle più piccole, ovvero alla struttura intima della realtà, la realtà ultima delle cose.

Grazie al potenziale quantico Bohm introduce per la prima volta in fisica il concetto di campo informativo o campo di informazione, in cui l’elettrone non è in balia del caso, ma è una quantità ben definita seppure in continua trasformazione, e continuamente e costantemente informata sull’ambiente che la circonda.
Il concetto di informazione deve quindi essere posto a fianco dell’ energia e della materia.

Interessante a questo proposito è il concetto di Energia – Informazione elaborato da Paolo Manzelli:

“considerando la legge di conservazione dell’energia, l’energia può trasformarsi in diverse forme, si può quindi ammettere l’esistenza di una sua nuova forma chiamandola Energia-Informazione che è la sezione dell’energia necessaria per processare ed elaborare la conoscenza a diversi livelli.
Ricordando il principio di conservazione del’energia si può quindi ipotizzare che l’Energia Totale (ET) sia data dalla somma di tre principali componenti:
Energia Vibrazionale (EV),
Energia-Materia (EM) ed
Energia-Informazione (EI).
L’energia non può essere né creata né distrutta, quindi la somma totale dev’essere sempre costante.
L’Energia Informazione è pura e catalitica e si associa alla realtà non-locale dell’universo.”

Il mondo macroscopico può esistere solo se esistono lo spazio ed il tempo e quindi la fisica che lo descrive ha caratteristiche locali, mentre il mondo microscopico non ha bisogno dello spazio e del tempo ma percepisce la guida e l’informazione in maniera istantanea, per risonanza, ed in tal modo la fisica che lo descrive viene definita non locale.
Il mondo microscopico riflette l’esistenza di un infinito al di fuori dello spazio-tempo e non riceve l’informazione da un luogo preciso, ma la riceve da tutto l’universo, da una specie di “prespazio al di là del tempo, dello spazio e della materia”, sede della coscienza dell’universo.

Il potenziale quantico opera nell’ordine implicato.


La parola implicato deriva dal verbo implicare, che significa piegarsi verso l’interno.
In tal modo la realtà come implicata significa che ogni parte di essa richiama ogni altra parte.

Esiste un processo incessante di implicazione ed esplicazione dove le particelle subatomiche si dissolvono costantemente nell’ordine implicato per poi ricristallizzarsi nell’ordine esplicato (ricorda molto il stretching-folding, stira e ripiega, della teoria del caos a proposito dell’attrattore caotico).
Allo stesso modo l’etere è energia non – manifesta, invisibile, ovunque densa, quantica, che condensandosi dà origine alla materia-energia, rarefacendosi torna alla potenzialità.

Ogni parte della realtà contiene informazione su ogni altra parte all’interno di essa, in maniera tale che ogni regione di spazio e di tempo contiene al suo interno la struttura dell’universo.
Il tutto è contenuto in ogni sua parte.

L’olomovimento è quel movimento (processo) che rende attivo l’ordine implicato.
Il movimento generato dall’olomovimento in ogni regione porta informazione su ogni altra parte della realtà (vedi parallelo con l’ologramma: nell’ologramma il movimento della luce in ogni segmento di spazio porta informazione su tutto l’oggetto illuminato).

Leibniz forse aveva visto giusto.
La monade è lo specchio vivente dell’universo, uno specchio dotato di azione interna che rappresenta l’universo secondo il proprio punto di vista, e che è regolato così come è regolato l’universo stesso.
Il legame, l’adattamento di tutte le cose create a ciascuna e di ciascuna a tutte fa sì che ogni sostanza semplice abbia dei rapporti che esprimono tutte le altre e sia di conseguenza uno specchio vivente perpetuo dell’Universo.
E l’Autore della Natura ha potuto mettere in pratica tale artificio divino ed infinitamente meraviglioso, perché ogni porzione della materia non solo è divisibile all’infinito, come hanno riconosciuto gli antichi, ma è anche suddivisa attualmente all’infinito, ogni sua parte in altre parti, ciascuna delle quali ha un qualche movimento proprio: altrimenti sarebbe impossibile per ogni porzione della materia esprimere l’intero universo.
Di qui si vede che c’è un mondo di creature (esseri viventi, animali, entelechie, anime) anche nella più piccola porzione di materia).
Ogni porzione di materia può essere concepita come un giardino pieno di piante, o come uno stagno pieno di pesci.
Ma ciascun ramo delle piante, ciascun membro dell’animale, ciascuna goccia dei loro umori, è a sua volta un tale giardino o un tale stagno. E sebbene la terra e l’aria interposte tra le piante del giardino, o l’acqua interposta tra i pesci dello stagno, non siano né piante né pesci, esse tuttavia contengono ancora altra piante e altri pesci, ma per lo più in una forma sottile a noi impercettibile”. [da Leibniz – Monadologia]

Come non percepire nella visione del grande matematico e filosofo un’anteprima dell’ordine implicato di Bohm, nonché l’intuizione di un’universo olografico o frattalico?

Il concetto di ordine implicato nacque in Bohm quando egli iniziò ad avere delle visioni dell’infinito, che vedeva rappresentato in forma di un numero immenso di specchi sferici che si riflettono l’uno nell’altro, dove l’universo è composto da un’infinità di riflessioni, e di riflessioni delle riflessioni [v. Goswami e gerarchia intricata].

Secondo la sua intuizione, ogni atomo riflette in questo modo e l’infinità di queste riflessioni è riflessa in ogni cosa: ognuna è una riflessione infinita del tutto.

Bohm definisce l’ordine implicato contraddistinto dalla realtà non-locale, un pre-spazio guida invisibile dell’universo olografico.
Il mondo implicato, che è nascosto, dà origine come per magia alla realtà fenomenica così come noi la percepiamo (dimostrazione che esiste un dominio trascendente della realtà che sta oltre il dominio materiale dello spazio – tempo).
Bohm associa l’idea di un ordine implicato, quello che pilota la realtà, all’immagine di un ologramma perché questa analogia rappresenta in maniera perfetta il concetto di totalità non frammentata.(…)

(…) Bohm suggerisce che ogni regione di spazio e tempo contiene in sé l’ordine totale dell’universo.
“L’ordine implicato stesso è stato rilevato nel movimento complesso dei campi elettromagnetici, nella forma di onde di luce.
Un tale movimento di onde luminose è presente ovunque e in linea di principio racchiude l’intero universo di spazio e di tempo in ogni regione.
Questo processo di racchiudersi e schiudersi ha luogo non solo nel movimento del campo elettromagnetico ma anche in altri campi (protonici, elettronici, ecc.).
Questi campi obbediscono a leggi quanto-meccaniche, che implicano le proprietà di discontinuità e di non-località.

La totalità del movimento di chiusura e apertura può andare immensamente oltre ciò che è stato rivelato nel corso delle nostre osservazioni.
Noi chiamiamo questa totalità olomovimento.

“Ogni cosa emerge da un processo di apertura dall’olomovimento, che poi si riavvolge nell’ordine implicato.
Io definisco il processo di avvolgimento su se stesso implicante, e il processo di apertura esplicante.
L’implicato e l’esplicato sono una totalità indivisibile ed in continuo flusso.
Ogni parte dell’universo è legata ad ogni altra parte ma in gradi differenti.”

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