Re: L'Ultraifisica e la lotta per la consapevolezza

Inviato da  temponauta il 17/5/2010 22:40:40
Meglio precisare subito che quello che scrivo è solo frutto di mie ideazioni e vale per quello che vale, visto che sull’argomento hanno scritto divinità, religiosi, filosofi, matematici, astrofisici e intellettuali in genere.
Direi di partire dai cinque sensi del corpo umano.
Questi sensi, cui corrispondono altrettanti organi biologici, sono fondamentali per supportare la mente umana nel suo lavoro cognitivo che si svolge in modalità duale: la prima, interna, diretta a confermare la propria esistenza in vita con il corpo che gestisce; la seconda, diretta a conoscere l’ambiente ospite con cui interagire durante il ciclo esistenziale.
L’importanza dei cinque sensi è tale che il corpo fisico che ne fosse privato improvvisamente morirebbe all’istante.
Ogni senso raccoglie una tipologia diversa di informazione e la porta al cervello per la sua elaborazione mentale: per cui seppure abbiamo la sensazione che i nostri organi lavorino “materialmente” (tendiamo l’orecchio, affiniamo la vista), in realtà il loro prodotto è un elemento “immateriale” (escludiamo il trasporto dei nervi), cioè una informazione.
Si arriva così al primo punto di sosta meditativa: il nostro corpo è materiale e la realtà in cui si muove è materiale (anzi lo è tutto l’universo), ma la nostra mente li considera solo a livello di informazioni.
In altre parole, per la mente umana la realtà materiale è solo informazione, per cui il suo modo di interagire con tale realtà è fondamentalmente cognitivo, cioè immateriale (pensiero).
Diversamente ancora, la mente concepisce la realtà materiale come elaborazione di pensiero, salvo poi restituirlo a tale realtà sotto forma di atti materiali (movimenti, linguaggio, ecc.).
Quindi ciò che i sensi raccolgono e ciò che la mente elabora costituiscono la realtà, che, per un processo di assuefazione, diventa l’unica realtà.
Ma è così?
La realtà è quella registrata dai nostri sensi o i sensi hanno dei limiti nella capacità di registrazione?
Per i sensi di contatto (gusto, tatto) il problema è marginale perché si fermano ad una realtà perimetrale del corpo fisico; più esteso è l’apporto di udito e olfatto per descrivere la realtà circostante, ma possiamo tralasciarli per dedicarci al senso principe: la vista.
La vista è fondamentale: ci informa se un oggetto materiale c’è o non c’è, e che caratteristiche ha (forma, colore, stato), sempre che sia illuminato da una spettro di luce visibile agli occhi.
Se non c’è luce gli occhi non vedono e quindi la realtà materiale visiva diventa inconoscibile.
Si è calcolato dai fisici che l’occhio umano percepisce lo 0,05 % dello spettro della luce, che altro non è che irradiazione elettromagnetica: se anche questo valore fosse erroneo per i limiti fisiologici della scienza umana, ciò non toglie che la porzione di spettro apprezzata dalla vista sia veramente minimale.
Poiché la vista, come gli altri sensi, registra informazioni, la realtà materiale che percepisce è costituita da quello 0,05 % di materia che, illuminata dalla giusta porzione dello spettro, riflette verso gli occhi le radiazioni elettromagnetiche che la individuano nello spazio.
Ma esiste una realtà materiale che riflette onde elettromagnetiche, e quindi “esiste”, ad insaputa della mente umana, nel rimanente 99,95 % di vista mancante?
Qui si pone il secondo momento di sosta meditativa.
Alla prossima puntata

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