Re: RAI: la paura della libertà

Inviato da  infosauro il 20/2/2012 11:09:20
Assurdo!
http://www.corrieredicomo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=36465:canone-rai-su-computer-e-tablet-artigiani-e-commercianti-adesso-sono-sul-piede-di-guerra&catid=14:prima-pagina
Infuria la protesta delle imprese
Artigiani e commercianti contro il canone Rai. «Assurdo balzello», dicono. E non si riferiscono alla tassa che ogni cittadino in possesso di una televisione nella propria casa deve - o dovrebbe - pagare. No, la critica riguarda il canone speciale che la Rai esige anche da chi possiede computer, smartphone, tablet.
Insomma, qualsiasi apparecchio che consenta di ricevere un segnale televisivo. E così, l’artigiano che utilizza nella sua azienda il personal computer per gestire fatture e forniture, deve pagare il canone perché, in teoria, con lo stesso apparecchio può guardarsi pure il Festival di Sanremo o un telefilm.
Le prime segnalazioni sono giunte proprio da Como, dagli artigiani e dai commercianti che si sono visti recapitare - nei giorni scorsi - le richieste di pagamento della Rai. «Siamo davvero arrabbiati - dice Alberto Bergna, direttore della Cna Artigiani di Como - le imprese non ce la fanno più. Venti giorni fa sono arrivati i primi bollettini, da 200 a 400 euro. È vero che la norma in teoria esiste, ma a noi sembra una barzelletta. Adesso tassano persino il computer delle aziende. Assurdo. Non solo: anche lo smartphone diventa tassabile. Secondo me - continua il rappresentante degli artigiani - la Rai, alla luce del passaggio al digitale terrestre, dovrebbe fare un abbonamento. Chi vuole vedere le reti pubbliche paga e si abbona. Chi non vuole vederle non paga. Anche a casa. Al di là di questo, è sbagliato in un momento simile gravare sulle aziende».
Altrettanto arrabbiato è Sergio Ferrario, presidente della Confesercenti di Como. Alla sua associazione tocca, in questo periodo, la presidenza di Rete Imprese Italia, che raduna Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommrcio e Confesercenti. E, sempre Rete Imprese Italia, ha appena chiesto al governo «l’esclusione da qualsiasi obbligo di corrispondere il canone in relazione al possesso di apparecchi che fungono da strumenti di lavoro per le aziende quali computer, telefoni cellulari e strumenti similari».
La lettera è planata sulle scrivanie del presidente del consiglio, Mario Monti, e del ministro per lo Sviluppo economico, il comasco Corrado Passera.
«Basta avere un computer - scrive Rete Imprese Italia, in un comunicato stampa - per essere soggetti a pagare una somma che, a seconda della tipologia aziendale, va da 200 a 6mila euro all’anno. Quasi 5 milioni di aziende dovranno sborsare 980 milioni di euro».
«Speriamo che il governo accolga il nostro ricorso - aggiunge Sergio Ferrario - Vessare le aziende in un momento di crisi è contro ogni logica. La Rai, piuttosto, vada a “pescare” le migliaia di cittadini comuni che non pagano il canone, invece che pretenderlo da un’azienda che usa il computer per lavoro. Se poi dovessimo aprire un capitolo su come la Rai spende i soldi dei cittadini, potremmo scrivere un libro. Non vorrei parlare troppo presto - conclude Ferrario - ma, per ora, ho l’impressione che questo governo stia aumentando l’imposizione fiscale, senza aiuti concreti all’economia».

Andrea Bambace

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=5697&post_id=213983