Re: Film da vedere asolutamente?

Inviato da  Calvero il 8/8/2011 13:32:20
Citazione:


nella doppiatura, perdono di più le commedie o i film drammatici?
secondo me le prime, nonostante quello che ho detto prima


... dipende dalle prospettive (dopo chiarisco), e certo .. sono più le commedie a perderci. -edit- Però in onestà, non in efficacia. Una risposta più centrata può dire molto e, in questo senso, può divenire un passepartout per trovarsi meglio.

Premessa. I termini sono tutti con l'iniziale in maiuscolo. Quindi se dico «commedia» lo dico con la - C - maiuscola, e così per le altre identificazioni di Generi e Ruoli. Il 90% della merda che c'è in giro non è considerata qui

Dicevo, 1) una commedia ha il suo DNA nei famosi tempi comici 2) in un Regista che deve assolutamente sapere * che cosa nella Vita è realmente drammatico 3) in attori che sappiano parlare con gli occhi; che sappiano quindi qual'è il confine ultimo nella recitazione, prima che IL famoso "groppone" arrivi alla gola dello spettatore. Insieme ovviamente al copione che deve eccellere, questa è la "santa trinità" della Commedia. E' lavoro per pochi. Ma veramente pochi (per IL Comico [nel Cinema], invece, è esclusivo appannaggio di chi ha il Dono, il Genio, ed è il professionista par-excellence = pochissimissimi).


Ora ci sono dei limiti intrinsechi al doppiaggio a cui naturalmente non si possono dare colpe, né ai doppiatori, né ai loro direttori, ci mancherebbe ...però poi ci sono colpe vere e proprie e non sono poche (in primis legate alla Vanità, in secondo a esigenze di marketing).

Nella commedia, per toccare una prospettiva di cui ti parlavo, ad esempio, il doppiatore può rendere più appetibile e carismatico un prodotto, ma anche un personaggio. Vedi ad esempio la famosa risata di Eddie Murphy che non è la sua ma, appunto, di Tonino Accolla. Tonino Accolla è un fulgido esempio di doppiatore che vale la metà di quello che mostra. Uno dei peggiori, per diversi aspetti, avendo la sua voce una "malleabilità" comica e buffa, allora si cala perfettamente nelle parti demenziali e grottesche di personaggi che comunque devono avere un profilo infantile e/o manicheo. Perfetto infatti nei cartoni animati (vedi Homer). Mentre nei ruoli tesi e drammatici è semplicemente vergognoso. Il peggiore in assoluto (da bruciare vivo se si potesse) è Alessandro Rossi ... una voce profonda e impressionante tanto quanto monocorde, squallida, grigia, priva di espressività, priva di sentimento, pretenziosa ed evidentemente tagliata per un pubblico rincoglionito fatto per essere, appunto, impressionato... cioè ingannato. Infatti il doppiaggio è un inganno, un ipocrisia, un atto tra i più profondamente disonesti nel mondo dell'Arte **.

Ma questi fattori non considerarli uno sfogo (se pur fanno parte di quello che detesto), perché ho cercato di creare il terreno per venire al punto.

La commedia è stata la più tradita (come anche tu hai reputato). Il problema infatti risiede nella purezza che una commedia ha. Proprio in una commedia l'alchimia tra gli attori e la sua effervescenza, è cosa difficile da ricreare, poiché la respirazione, i toni ironici, le parole tagliate, l'irriverenza delle situazioni sono ingredienti che si fondono in maniera irripetibile ...

.. mentre la drammaticità fa presa sulla forza di un momento, di una situazione caricata, di un disagio imperterrito e sempre presente tra le righe, che trascende e travalica il personaggio stesso (a volte anche la sua voce); si appella meglio alle risonanze della malinconia e del dolore che hanno quasi un linguaggio unico & quasi univoco per lo spettatore. Il dramma è molto più concettuale, la commedia è più contestuale. Infatti un doppiaggio di una commedia per essere efficiente deve creare ex-novo una simpatia diversa stampata sui personaggi (sperando che funzioni). Mentre un doppiaggio drammatico ha già in sé o meglio, è già trascinato dalla forza cinetica di un evento drammatico, di una tensione, di un dolore, di una paura, di una crudezza, comunque ... è trasportato, ergo, più "onesto".

A riprova, come hai notato, Woody Allen è accettabile nel doppiaggio poiché, quella volta, Oreste Lionello, aveva indovinato l'impronta sagace e introspettiva del "personaggio Allen" che come attore é ... [rullo di tamburi] ... sempre Allen; è sempre lui; quello di Allen (che adoro) è un Cinema che si fonde nella biografia e nella filosofia, quindi il doppiaggio ha potuto essere quasi una sorta di "Lettura" del suo pensiero (non a caso, Allen, è una emanazione - nei film drammatici - di Bergman).

Voglio però spezzare una lancia a favore del doppiaggio per le Commedie. Dando per scontato che chi, come me, segue i Film con i sottotitoli, può avere problemi di gestione nella faccenda. Il «film commedia» e anche il film Comico, vive di battute e di una certa istintività nel taglio dei dialoghi e dei famosi "tempi comici". Ergo succede che senza doppiaggio, i sottotitoli (inevitabilmente) anticipano o posticipano i tempi delle battute, e incrinano la freschezza che è assolutamente sinonimo di - immediatezza.

In conclusione:

- se si tiene conto che un film può addirittura acquisire più "bellezza", "grazie" a un doppiaggio (nessuno lo nega), così come può essere appesantito (se non stravolto boccaccia mia stattiiii zzzitta), però si deve sapere che comunque siamo di fronte a un falso. Su questo non ci sono dubbi.

Se vogliamo portare esempi positivi, così per mettere a fuoco meglio la questione, di solito i film d'avventura, fantasy, et simili, portano risultati propriamente validi. Il Signore degli Anelli, ne è un esempio mirabile. Probabilmente è dovuto (se facciamo il paragone con le voci originali), credo, alla recitazione più fanciullesca e votata comunque a un impatto emotivo che ha chiare linee nei toni e nell'espressività che, evidentemente, i doppiatori faticano meno a trasporre e a RE-RE-CITARE.

* di passaggio, per la Commedia: ... non è un caso che il dopoguerra - [da gente che ha saputo cosa è la fame e il dolore, ma anche ha vissuto tempi dove il confronto umano era legato a una coscienza collettiva più genuina per non dire cruda] - ha partorito (qui e oltreoceano) i precursori di questo genere

** questo non significa che non vi sia un Arte nel mondo del doppiaggio, è semplicemente il classico paradosso

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