Re: Film da vedere asolutamente?

Inviato da  Calvero il 13/7/2011 15:28:07
Citazione:

HomSapiens ha scritto:
ciao a tutti, tra i meno conosciuti che mi ha sorpreso, volevo segnalare "due amici", una prima cinematografica ....



... una prima cinematografica di spessore e freschezza nel cinema italiano. Bella segnalazione, HomSapiens.

E poi, di passaggio, SE, ripetiamo SE esiste un cinema italiano! Inteso come movimento generale che ne rappresenti una determinata forza, una determinata carica, un pathos stilistico massimamente identificabile a occhi "stranieri" che ora ah sì sì sì come no, certo è identificabile e pateticamente autoctono nei cine-panettoni di natale e nelle vanità frustrate di Nanni-mavaffanculo-Moretti. Ecco dov'è il "cinema" italiano moderno.

.. e DUE AMICI, invece, potrebbe sì andare a Cannes .. e portarsi via una bella Palma invece degli applausi, sempre meno autorevoli, di Venezia.

Prenderei a calci in culo tutti quei critici che si sono divertiti a categorizzare questo film cercando di estrapolare da quali generi fosse nato questo "Frankestin" (in soldoni questa l'offesa vestita in Frac per farsi belli sui prodotti genuini di casa nostra). Dicono dalle loro potrone di velluto rosse: « un incrocio tra teatro dell'assurdo, Ciprì e Maresco, teatresco, surreale,...» insomma, come a dire - bravi autori! un bel frullato di qualità! .. WOW che amore per il Cinema ragazzi, che profondità...

.. ah Sì? Fossi uno dei registi andrei a prendere il critico e lo arrotolerei - osso su osso - in una Pizza della pellicola: glielo faccio fare io il contorsionista intellettualoide, magari così può intuire cosa sia il Cinema nella sua compiutezza.

DUE AMICI - è un opera di profondo respiro e, certo, ha un suo DNA nell'esperienza dei palchi teatrali. Ma questa pellicola ha una forza straordinaria proprio nella capacità degli autori di averla rigenerata come Valore artistico in sé. Certo sì, al suo interno ci sono brevi debolezze che non sono da intendersi però come cadute di stile, poiché comunque non trascendono al sapore inquinandolo; un retrogusto di valore che questo "filmetto" importante ci lascia dentro. Debolezze, dicevo, quando si è voluto un po calcare la mano nel dare una aria troppo sorniona e ingenua (quasi "Monicelliana") ai personaggi di contorno, ai cosiddetti "soprammobili" che il degrado sociale, il grigio disegnano; insomma quel "nord grottesco" che anche la buona Lina Wertmuller aveva saputo osservare con la sua lente di ingrandimento (si veda - IL BESTIONE - con Giancarlo Giannini): quando il cemento del "progresso" ha immiserito e ha creato, come rigurgito, fugaci esistenze di uomini che di poco si accontentano e tanto ci dicono del prezzo del "progresso".

-edit-
E fermi tutti... capiamoci, in questo film vedo ben poco di surreale, il film ha una precisa volontà a non spiegare, a non darci le premesse, a non tenerci per mano come spettatori, e quindi? .. quindi, una perla: poiché tiene i riflettori accesi sull'ANIMA dei personaggi e non sui moventi e sulle logiche dell'intrattenimento. Un opera artistica che tale vuole raccontarsi, non deve chiedersi se il pubblico comprende, non deve avere accondiscendenze: deve dire quello che ha da dire, deve far vibrare il sentimento, il cuore; deve voler-parlare-la-sua-intenzione e agitarla attraverso una lanterna magica...

... surreale/assurdo? mmhhh ... direi poesia che (un po come Leopardi) ti scoppia il cuore senza chiederti di capire perché.

Se proprio vogliamo fare i bassi/critici, questa pellicola, senza alcuna retorica, HA cuore da vendere, e NON è un insegnamento (l'arte non si insegna), ma un monito che dovrebbe far riflettere tutti quegli autori che si impalmano e si sbrodolano addosso nelle loro - date per scontate - "autorevolezze".

Mentre, si diceva, si incontrano brevi debolezze che vogliono approfittare delle qualità intrinseche all'opera, non si può che rimanere toccati nell'intimo dagli sguardi dell'amico che a ogni suo colpo di tosse ci sputa addosso il senso di una rivalsa smarrita. Infondo all'anima di questa vicenda, ci sono un "padre e un figlio" nascosti in ognuno di loro e, a sua volta, sulla pelle, trascinate dai dialoghi e ingenui "battibecchi", ci sono le loro famiglie che come dei Fantasmi maledetti ancora li sovrastano, li fanno soffrire, che li hanno esiliati nei sogni di un "nord" illusorio. Certo più consapevole e deciso l'altro amico, il "killer", ma la sua durezza, la sua pragmaticità, sono la maschera di una sensibilità tradita, spezzata.

Ho adorato la sequenza quando seduto al marciapiede si sfoga "con" il gatto. Magico e toccante. In fondo due sguardi che hanno le stesse aspettative, lo stesso animo randagio, e non per scelta.

Citazione:

Un film così delicato nel cinema italiano moderno è raro.


Ci si avvicina, se pur con un altro taglio e un altra leggerezza, - La Scuola - di Lucchetti, con Silvio Orlando.

Citazione:
.... condividono lo stesso appartamento ...


La regia è riuscita, altro caso raro, a rendere invisibile la telecamera all'interno di quell'appartamento, nonostante vi siano movimenti di camera che hanno notevole maturità e siano tutto fuorché teatrali. Il montaggio stesso segue cosa si nasconde dietro gli sguardi dei DUE AMICI, questa è regia. Non c'è auto-celebrazione, poiché non si vuole "pennellare" la scena, si vuole viverla.

Tutto quello che questo film ci lascia dentro è nel NON detto. Tutto ciò che DUE AMICI ci lascia dentro, è l'insostenibile ricerca dei sentimenti spezzati; quelli che possono fuggire e quelli che, forse, solo due amici possono amare nonostante la vita glieli ha rubati.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=5692&post_id=198077