Re: i fatti di rosarno calabro ed il prof.panebianco

Inviato da  RiccardoG il 16/1/2010 0:38:12
Citazione:
Nella sua attuale classe gli italiani sono una minoranza, e questo non aiuta i bambini stranieri a imparare la lingua, né quelli italiani a seguire la lezione, che deve essere spesso ripetuta più volte. Occorre anche tenere conto del fatto che i figli degli immigrati spesso arrivano già grandi, e ci si ritrova a dover scegliere tra spedire in prima elementare dei dodicenni, o in quinta chi non sa leggere e scrivere nemmeno nella propria lingua. Se questi fanno "gruppo", e succede, rifiutandosi di imparare la lingua o di socializzare con gli altri bambini la loro permanenza a scuola diventa inutile per se stessi e dannosa per gli altri. E succede anche che immigrati di nazionalità o etnie diverse si odino fra loro (succede tra i cinesi, per esempio). Insomma, non è un bello scenario.


Mio fratello è professore a Modena, teoricamente una provincia ricca dove tutto sommato le possibilità di lavoro non mancano, per cui si può lavorare e/o studiare.
Le scene di Cagliari sono le stesse anche lì, con l'aggravante che qualcuno di questi ragazzi -quindi già più cresciuti e spesso nati in Italia- specie musulmani ha la discutibile abitudine di minacciare di stupro qualche compagna (inutile chiamare i genitori: due sono arrivati a rispondere che è colpa dei genitori della ragazza perché la mandano in giro senza protezione) o a minacciare una professoressa di un simpatico taglio di gola.

Quindi sono d'accordo con Red_knight: l'insegnante, tipicamente coscienzioso, si trova a dover fare didattica ad un polpettone di anime che a mala pena accetta di stare nella stessa aula, nel migliore dei casi.

Quanto alla Gelmini, ma rimanendo sulla didattica, l'unica cosa che può fare è sparare le percentuali sui limiti, per il semplice motivo che quando provi a parlare di didattica e di contenuti da trasmettere, i soloni dell'insegnamento ti osteggiano guardandoti come un matusalemme: per loro conta il metodo, a prescindere da cosa insegni. Parliamo delle persone che attualmente stilano i programmi di insegnamento.
Insomma gli insegnanti devono formare teste esteticamente belle (forse non sapete che razza di vuoti a rendere siano le riunioni didattiche), e non formare teste pensanti: sminuendo il valore della cultura, è gioco-forza che non si abbiano più problemi a mischiare gli uni con gli altri in una sintesi didatticamente fallimentare.

Tornando all'argomento degli scontri: gli immigrati che hanno spaccato un po' di cose, hanno preso di mira quelle dei loro sfruttatori, oppure hanno semplicemente dato sfogo alla rabbia del momento sulle prime a portata di tiro?
Se vale la seconda allora credo si possa parlare di scontro di inciviltà, senza per questo togliere nulla alla necessità sacrosanta dei neri di reagire.

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