Re: Roberto Quaglia - I Fiduciosi e Gli Sfiduciati

Inviato da  Freeman il 3/1/2010 17:42:56
Seguo Quaglia da anni, in effetti credo sia stato uno dei primi in Italia a parlare dei punti oscuri nella c.d. "versione ufficiale" sull'11 settembre, in un suo famoso articolo divenuto poi libro.
La sua acutezza mi pare indiscutibile, ed anzi confermata dalla breve analisi espressa in questo articolo.
Sulle persone come questo Uriel, che preferiscono fare scempio della propria innegabile intelligenza annegandola in un mare di boria autoreferenziale, purtroppo è piena la rete.
Nelle sue lapidarie quanto ottuse e semplicistiche affermazioni manicheistiche espresse in coda all'articolo, dimostra di non averlo letto, perché non si rende nemmeno conto di dire le stesse cose affermate da Quaglia: "i complotti non esistono", appunto.

La ottusità delle posizioni precostituite di queste persone è indistruttibile, purtroppo, e la mia esperienza pregressa mi suggerisce che non vale la pena tentare di dialogare con loro: sulla linea di Riotta, neanche se prese in fallo a ripetizione con contraddizioni pesanti quanto ineludibili, ritratterebbero i loro dogmi.
"I complotti non esistono", se lo ripetono quotidianamente, come un mantra.

Manco si rendono conto che i concetti di "bene" e "male" vanno bene per l'ora di catechismo o per un momento "esopico", ma i governi e le grandi organizzazioni in genere non operano secondo i canoni e le categorie "morali" utilizzate dalla e per la gente comune, come sottolinea Quaglia: loro sono "oltre" questo modo così naif e terribilmente semplicistico di vedere il mondo.
Ma farlo capire agli "ottimisti" ottusi come Uriel è impresa impossibile...

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