Re: Rapporti con gli animali

Inviato da  Freeanimal il 9/12/2009 14:04:05
Ho notato la rudezza con cui Decalagon ha trattato Sitchinite e un po’ mi dispiace. Di positivo c’è che quando una persona esprime pareri contro corrente, benché siano palesemente irragionevoli, permette agli altri utenti di controbattere con vivacità. Ovvero, rende la discussione più interessante. Se poi Sitchinite, dovesse rendersi conto di aver…toppato e magari rettificare le proprie convinzioni, sarebbe il massimo e tutti noi prenderemmo questo suo cambiamento di opinioni con molta gioia. Parlo troppo come un prete?
E’ notorio che il cane, discendente sia del lupo che dello sciacallo (vedere Konrad Lorenz) vive con l’uomo da 15.000 anni, mentre il gatto solo da 3.000. Il canarino da 300. Che il gatto sia più libero e indipendente del cane, non dipende solo dalla domesticazione più breve che ha avuto rispetto al suo storico “rivale”, ma anche dalla sua etologia. Ovvero, sia il lupo che lo sciacallo sono animali che vivono in branco e di conseguenza il patrimonio genetico dei cani è di quel genere. Infatti, nei cani è ben presente la gerarchia. Viceversa, a parte il leone che vive in clan, tutti gli altri felini sono solitari, e quindi anche il gatto è solitario. Ma solo fino a un certo punto, perché, essendo adattabile, accetta anche di vivere in colonie insieme ad altri gatti. Il rapporto affettivo tra noi e loro si è sviluppato solo in tempi recenti: direi a partire da quando le società hanno conosciuto un certo benessere diffuso, cioè con l’industrializzazione, che ha fatto nascere l’animale da compagnia. Se escludiamo gli antichi cinesi, che avevano i loro cani da corte, e i nobili occidentali che tenevano un serraglio quasi una specie di collezione delle meraviglie, compresi i “freaks”, gli scherzi della natura, tutti gli altri animali di proprietà del volgo, avevano un utilizzo pratico, come descritto dalla poesia del Carducci. Se al giorno d’oggi l’animale continua a essere sfruttato e ucciso, è perché lo abbiamo fatto per secoli. Il corto circuito scatta nel momento in cui, ad animali fortunati che sono entrati a far parte della famiglia umana, come il cane e il gatto in Occidente, capita una sorte orrenda, normalmente destinata agli animali da carne. Per capirci, i cinesi che scuoiano vivi i cani ci fanno un po’ ribrezzo, e fanno emergere quel corto circuito emotivo che ci rattrista e ci fa anche incazzare. Gli arabi e gli ebrei che macellano secondo i loro rituali religiosi, rappresentano un’altra causa di malessere per chi, come noi, considera una conquista di civiltà l’aver imposto per legge la macellazione umanitaria, preceduta da stordimento, mediante pistola a proiettile captivo. Se da una parte, per quanto mi riguarda, difendo il diritto dei migranti musulmani di venire in Italia, dall’altra sono preoccupato per i loro sistemi di uccisione dolorosi. Ma se per fortuna i musulmani da noi sono ancora una minoranza, discorso ben diverso devo fare sulla mentalità opportunistica e contadinesca che ancora domina le scelte politiche dei nostri amministratori bianchi e cattolici. Come ho cercato di spiegare nell’altra discussione aperta da RedKnight, lo specismo sta alla base di ogni ragionamento, regola o legge che ci viene dai nostri governanti. Nell’articolo che segue c’è la ripetizione degli stessi schemi che per molti mesi abbiamo visto nel caso dell’influenza H1N1, solo che in questo caso si tratta di rabbia. Anche qui, secondo me, si monta un caso, giusto per ravvivare le finanze delle industrie farmaceutiche (come se non guadagnassero già abbastanza soldi), si terrorizza un po’ la gente e poi si parte con le imposizioni di legge. Il risultato, come ha fatto notare Redna, è che non solo noi diventiamo ogni giorno di più deboli, ma anche i nostri beneamati animaletti.

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=83588&sez=NORDEST

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