Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  edo il 21/12/2009 14:46:43
Oggetto: emendamento Repressione
In base a quello che leggerete anche questa e mail potrebbe essere fonte di
reato.
Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L.733)
tra
gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC)
identificato
dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a
delinquere compiuta a mezzo internet/ ; la prossima settimana Il testo
approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60. Il senatore Gianpiero
D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga
sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta". In pratica in
base a
questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un
blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i
/providers/ dovranno bloccare il blog.
Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se
all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione
dell'autorità
giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della
attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete
internet
di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24
ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione
amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a
delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a
5
anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o
all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da
tutti i link scomodi per la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in
Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in
Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media company/
ha
citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Il nome
di
questa /media company/, guarda caso, è Mediaset
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del
tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del
Consiglio
in un conflitto
giudiziario e d'interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e
l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale
che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di
legge
su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto
rende
esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di repressione
internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari
che non si riesce a dominare.
Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni
spesa!
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia
il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e
alla Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il
blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico. Fate girare
questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze
addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e
diritto
di critica il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.

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