Re: Canapa: Perchè non proviamo a fare qualcosa di utile?

Inviato da  Garrett il 13/9/2009 12:14:42
Pispax:
Rendiamoci conto che si sta parlando di un fenomeno marginale.

Sono d'accordo con quanto hai scritto.
E' bene fissare una volta per tutte il punto che le legislazioni proibizioniste partono dal presupposto che l'individuo abuserebbe della sostanza se questa fosse libera quindi si "vieta" la sostanza a tutti per "tutelare" anche i soggetti più a rischio.. per esempio i giovani..

Ma la repressione è inutile:

1) Le quantità di droga confiscate al "mercato" sono del tutto trascurabili (1% o meno!)
2) Non c'è alcuna dimostrazione che la liberalizzazione di una sostanza faccia aumentare l'uso o l'abuso (vedi cannabis in Olanda, Spagna e anche USA, Canada)

A tal proposito è emblematico analizzare l'esperienza proibizionista americana (1919-33) in materia di alcool: non risolse il problema dell'alcolismo ma anzi fece la fortuna di spregiudicati contrabbandieri (tra i quali, sembra, il capostipite dei Kennedy).
La rigida legislazione che il proibizionismo americano lasciò in eredità - a 19 anni si è abbastanza "maturi" per andare a morire in guerra ma non per comprare una birra! - non giustifica i dati relativi al consumo, pressochè identici o superiori rispetto a quello di altri paesi più tolleranti come l'Italia.
Inoltre il divieto di alcool interessa i "minori" di 21 anni ma non è esteso al resto della popolazione. Perchè?

La repressione è anche contro-producente:

1) La qualità della droga non è controllabile: rischio di overdose, intossicazione o addirittura avvelenamento.
2) Gli adolescenti possono essere spinti al consumo proprio dal fatto che esso è vietato e quindi è una cosa "trasgressiva".
3) Il consumatore è portato gioco-forza a muoversi al di fuori della legalità: rischia di avere problemi penali (che peggiorano anzichè migliorare eventuali problemi psicologici) ed è costretto a frequentare il peggio del "sottobosco criminale" (con il rischio di avvicinarsi ad altre droghe o assumerne qualità mal tagliate quindi tossiche).
4) Viene foraggiata principalmente la criminalità organizzata
5) E' più difficile, in caso di problemi, richiedere assistenza psicologia o medica perchè si ha paura delle conseguenze penali (la denuncia è obbligatoria).

E' infine incoerente che in Italia la vendita di alcool, cioè di una droga che presenta elevati e concreti rischi di dipendenza e overdose letale, non sia soggetta ad alcuna regolamentazione: fa eccezione il comune di Milano dove recentemente è stato introdotto il limite di vendita a ragazzini sotto i 16 anni!
Naturalmente sono contrario al proibizionismo per le ragioni elencate ma è opportuno riflettere sulla incoerenza di fondo di un tale approccio.
Piuttosto è interessante osservare che la (temporanea) liberalizzazione dell'alcool non ha prodotto nazioni di ubriaconi o alcolisti: non si capisce perchè questo dovrebbe avvenire per la cannabis per la quale la dipendenza e l'overdose sono assenti (e il bias di consumatori abituali, benchè "illegali", è inferiore).

Concludo ricordando che i casi di overdose non solo NON riguardano la cannabis (assente dai protocolli degli operatori socio-sanitari!) ma riguardano tutta una serie di sostanze LEGALI e facilmente reperibili quali alcool, barbiturici, benzodiazepine, anticolinergici e antistaminici (atropina, scopolamina, josciamina), solventi (benzolo, toluolo, cloroformio).*
Insomma... vietiamo anche la colla perchè qualche disgraziato ne abusa sniffandola?

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