puoi farti titte le pippe mentali che vuoi, quegli articoli mostrano il meccanismo col quale il THC agisce. Qui si é messa in discussione la sua azione dannosa, ora state cercando di 'limitare i danni'.
In realtà, la marijuana può raggiungere (in determinate condizioni di crescita, specie se coltivata in serra) contenuti di THC fino al 10%
DIPENDENZA - Non è dimostrata con l'uso di cannabis una vera e propria dipendenza fisica. Sul problema si è così pronunciata l'O.M.S. nel 1965:
"[...] assenza di dipendenza fisica, così che non esiste una definita e caratteristica sindrome dì astinenza" (W.H.O., 1965)."
La questione della dipendenza psichica è stata così riassunta dalla Commissione Canadese del 1972:
"...Molti consumatori trovano evidentemente la cannabis desiderabile e piacevole, e spesso escono per acquistarla, a rischio di severi provvedimenti legali ...tuttavia, non sembra si sviluppino l'insaziabilità e l'urgenza della dipendenza da oppiacei, barbiturici, alcool e tabacco..." (Canad. Comm.1972,p.124)."
A questo proposito va ricordato che i rischi comportamentali sono aumentati dall'uso congiunto dì cannabis e alcool. In particolare, l'effetto anti-emetico della cannabis può essere un elemento di ulteriore rischio in presenza di intossicazione alcolica grave, in quanto potrebbe impedire una reazione di vomito.
I maggiori rischi di tossicità cronica sono legati al fumo; e riguardano l'apparato cardio-circolatorio e quello respiratorio.
Tali rischi potrebbero essere evitati usando la sostanza per via orale, che però determina grossi problemi di controllo dei dosaggi. I danni cardio-circolatori riguardano esclusivamente soggetti ipertesi, affetti da patologia cerebro-vascolare o da arteriosclerosi coronarica.
La tossicità complessiva della cannabis è una delle più basse fra le sostanze medicinali e non: "Nonostante la lunga storia del suo uso e il numero eccezionalmente alto di consumatori, non esistono reperti medici credibili da cui risulta che t'uso della cannabis abbia provocato un solo caso di morte. Al Contrario, una medicina di uso comune come l'aspirina determina ogni anno centinaia di morti" (D.E.A. 1988, p.57).
Tessuti cerebrali. Le ipotesi di danni permanenti al tessuto cerebrale (si è parlato sulla stampa addirittura di "atrofia cerebrale") sono state rifiutate dai Rapporti nazionali USA e Canadese, (1972), dal Rapporto della N.A.S. e da quello dell'A.C.M.D. (1982). Analoghe conclusioni sono state tratte circa la psicosi da cannabis, intesa come malattia mentale permanente.
A titolo di curiosità, va segnalata una ricerca eseguita in USA nel 1986 molto citata dalle autorità come "prova" della intrinseca nocività della cannabis sui tessuti cerebrali. Due gruppi di topi sono stati sottoposti a forti dosaggi di THC, equivalenti (per il I gruppo) al consumo di 54 spinelli al giorno per 30-40 anni e (per il II) a 136 spinelli al giorno; danni cerebrali sono stati riscontrati soltanto nel II gruppo, ma non nel I, che pure era stato sottoposto a un dosaggio equivalente a consumi praticamente irrealizzabili negli umani (cit. da Hìgh Times, Jan 1987).
Inquanto alla non attendibilità di un sito .gov ti commenti da solo.
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