Re: Quello che non vi dicono sui terremotati abruzzesi

Inviato da  florizel il 7/4/2011 10:22:27
EVENTI PER IL 6 APRILE 2011, FONDAZIONE ATTACCA COMUNE.

"La Fondazione ritiene indegno il comportamento di amministratori pubblici appartenenti all’istituzione Comune dell’Aquila che si sono appropriati delle iniziative della Fondazione e ne hanno distorto e sminuito il significato".

"Per la Fondazione 6 aprile per la vita è l’ennesima riprova della malafede degli amministratori locali e della evidente strumentalizzazione di ogni evento da parte del Comune dell’Aquila che tenta di appropriarsi o di sminuire iniziative di altri per riacquisire quella visibilità e quella credibilità che non riesce ad ottenere con il proprio lavoro".


L’Aquila due anni dopo: lo scandalo C.A.S.E.

"Il Progetto C.A.S.E. è il sistema abitativo promosso dal Governo di Silvio Berlusconi per la ricostruzione de L’Aquila, costato 815 milioni di euro. Anziché ristrutturare i palazzi recuperabili, le istituzioni hanno deciso di costruire 19 new town, ovvero dei complessi abitativi costruiti ex novo in cui alloggiare più di 13.000 abitanti...

... A due anni di distanza dalla costruzione di questi complessi, però, la realtà è tutt’altra: non solo queste abitazioni necessitano già di interventi di riparazione urgenti, ma a quanto pare gli inquilini sono sottoposti a vere e proprie regole dittatoriali...

... Gli inquilini del Progetto C.A.S.E., infatti, subiscono il divieto di allontanamento dai propri appartamenti, come se si abitasse in un vero e proprio ghetto. A quanto emerge dall’inchiesta de Il Fatto, bastano 8 giorni d’assenza per perdere i diritti abitativi, così come la mancanza di un membro della famiglia per più di tre mesi comporta il trasferimento coatto in un’abitazione più piccola.

A questo si aggiunga, infine, come i sistemi antisismici siano stati implementati senza regolare collaudo e senza le necessarie protezioni antipolvere, così come previsto dalle normative internazionali.



Io non me la sento di aggiungere commenti a queste notizie.
Si commentano da sole.
Però... salta agli occhi come la spesa di 815 milioni di euro , che non sono esattamente noccioline, per la costruzione di quegli obbrobi poteva essere destinata alla iniziale ricostruzione e messa in sicurezza antisismica di buonissima parte dei luoghi danneggiati dal sisma. Almeno, sarebbe stato un segnale di non speculazione.

Ma tra tanto schifo c'è una buona notizia:

"... Ma alcuni abitanti di Pescomaggiore, un minuscolo borgo di 45 abitanti arroccato sopra L’Aquila, non si sono persi d’animo. Anzi. Hanno scelto di non trasferirsi nei nuovi megaquartieri prefabbricati voluti dal Governo.

"E hanno preferito rimboccarsi le maniche per ricostruire da soli il loro paese, dando vita a uno dei pochissimi esperimenti di bioedilizia nel Centrosud.
... I terreni su cu sono costruite le case sono stati concessi in comodato d’uso da alcuni compaesani.
...“Il senso di questo progetto è ricostruire la comunità che si stava perdendo”, spiega Filippo, “e che con il terremoto si era distrutta del tutto.

Qual è la differenza tra queste case e le new town? Qui abbiamo ragionato secondo la logica della complessità. Siamo una comunità, un gruppo di persone che ha deciso di vivere insieme e di mettere in comune, per esempio, la lavatrice e il congelatore. Questo è il vero spirito del paese che vogliamo recuperare”. Anche perché la ricostruzione dell’Aquila e dei paesi distrutti il 6 aprile è ancora lenta.

“A Pescomaggiore non si è fatto alcun intervento sulle case inagibili, se non qualcosa sugli edifici meno rovinati e solo su iniziativa privata”, ci racconta Claudia Comencini, una volontaria del Comitato per la rinascita del paese. “Rispetto a due anni fa è cambiato davvero poco. Gli unici interventi pubblici sono stati il puntellamento della chiesa e lo sgombero delle macerie dalla piazza. Poi più nulla. E allora l’unica cosa buona che è venuta dal terremoto è la partecipazione attiva dal basso.

C’è tanto fermento vitale tra i cittadini, che non possono aspettare le amministrazioni”. Come è successo a Pescomaggiore."


A Pescomaggiore hanno cominciato a "capire".

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