Re: Quello che non vi dicono sui terremotati abruzzesi

Inviato da  Makk il 4/3/2011 22:35:22
Citazione:

florizel ha scritto:
Lui, la cosiddetta "opposizione", e tutto il sistema mediatico asservito.

beh, per l'opposizione non c'è problema, direi... se la sono fatta fuori già, gli aquilani.
Le amministrative ci sono state poco dopo il sisma e la provincia ha avuto un plebiscito per Mr B, spazzando via il precedente centro-sx

Dopodik, a chi è capitato di essere là in quel periodo ha avuto modo di vedere che anche il sindaco è stato del tutto escluso da qualsiasi decisione.
Aveva pensato di dimettersi per protesta per quello che stavano facendo alla sua città, il centro-sx lo ha supplicato di "tenere il fortino" (teniamo conto che parliamo di 70.000 abitanti: gli aquilani, parlando del loro sindaco dicono "eh, però, pure Massimo blabla"). Avendo accettato di rimanere, adesso eredita tutti i casini lasciati dalla protezione civile, perché i cittadini non riescono a credere che fosse impotente. Ma in verità c'erano mezze cartucce della ProtCiv (non dirigenti, semplici quadri) che lo trattavano come una pezza da piedi.
E' un morto (politico) che cammina.

Perché non si mette alla guida della protesta? Perché tutt'oggi gli aquilani osannano il Grande Risolutore.

L'articolo linkato la dice lunga: mentre i MAP (Moduli Abitativi Provvisori, i famosi "prefabbricati pesanti" che Bertolaso voleva "saltare" per "arrivare direttamente al mattone") cadono a pezzi, ecco che c'è gente nel MAP a fianco che dice che si lamentano perché sono piagnoni.

Sentita troppe volte questa storia, proprio dagli aquilani. Chi ha una "sistemazione" qualunque (casa del nonno, casetta delle vacanze poco fuori l'Aquila, ecc) è orgoglioso di "non dover fare la carità" e disprezza i concittadini che "non sanno organizzarsi e stanno a carico dello stato".
Il loro orgoglio li frega, di brutto. Sempre stati autosufficenti, non tollerano di ammettere che sono nella merda, e guardano storto i "mezzi traditori" che gli ricordano quanto è ferita la loro realtà.

Quando le opposizioni aquilane hanno provato a fare qualche protesta, gli altri aquilani dicevano che speculavano "sui nostri morti".

Ci sono coglioni che vanno dicendo "ci ha dato l'aereoporto" (per farci cosa?), "qualcosa di buono l'ha fatto" ...

Immaginate una città di 70.000 abitanti con 30.000 universitari!! l'80% fuori sede.
Vuol dire uno studente bisognoso di alloggio, pasti, vestiti, divertimenti ogni 4 abitanti, neonati e pensionati inclusi... c'è o no di che fare un'industria solo con questo?
Bastava ricreare subito le sedi universitarie (e il prestigioso conservatorio) per far ripartire l'economia. Non è stato fatto.
Ma alla stupidità di Ber&Ber si è sommata quella degli aquilani: le case rimaste in piedi sono ovviamente più pregiate, ci sono (molti) meno alloggi di prima, quindi i posti-letto sono schizzati di prezzo. E gli aquilani lì a fregarsi le mani. Ma là intorno ci sono ALTRE sedi universitarie: Perugia, Pescara, Teramo. Quanto ci mettono gli studenti, strangolati, a farsi confermare il piano di studi e gli esami sostenuti da altre università e cambiare città?
Un anno. In realtà due anni: si prendono l'esonero delle tasse di un anno (unico provvedimento per l'Uni fatto da Mr.B) e poi via.

L'aquila è una città deve si può vedere all'opera la più grande e diffusa Sindrome di Stoccolma che si sia mai vista. Pur avendo sotto gli occhi il nulla che ha fatto, e la costosa devastazione di quel poco che ha fatto, lo shock del terremoto li ha resi incapaci di prendere in mano il loro destino, e poi è arrivato il Distruttore e gli ha detto che li aiutava. Un imprinting micidiale su coscienze devastate.
Gli hanno creduto e gli credono tutt'ora.

Si tenga anche conto che CASE e MAP sono fuori l'Aquila. In mezzo alla campagna o a "zone industriali" progettate e di fatto mai inaugurate. Erano gli unici terreni espropriabili d'imperio (quelli edificabili e inclusi in piano regolatore necessitano di procedure di esproprio più complesse).
Fuori zona, con strade inadeguate, quindi difficile fare "vita di città" per chi è stato deportato lì. Strade di montagna, in una zona fra le più fredde d'italia (gli aquilani dicono "da noi fanno 11 mesi di freddo e uno di freschetto").

Deportare 15.000 di 70.000 cittadini in quelle che di fatto sono enclave separate significa distruggere la città (se fossero stati decimati da una rappresaglia nazista, l'Aquila avrebbe perso 7.000 cittadini, non 15.000).
Ma anche una operazione di marketing di una capillarità spaventosa: un aquilano su 4-5 ha avuto la casa da Berlusconi!
Pensate all'impatto di un simile "fatto" sulla coscienza collettiva.

E adesso, chi si lamenta che la casa di B và in pezzi non è più in effetti un aquilano. Quando B. diceva "new town" non immaginava neanche lui quanto "town".

Per finire, Bertolaso si è ritirato, il suo "complice", il Prefetto di l'Aquila, è il nuovo capo della Protezione Civile.
... e la ricostruizione?
E' passata alla Regione Abruzzo. Che si deve gestire il nulla fatto dalla ProtCiv e da Mr.B (neanche le macerie hanno tolto) ma non ha né il fondospese, né l'autorità dei decreti emergenziali dalla sua.
Ormai non sono più in emergenza (!!) e quindi devono lavorare con la normale burocrazia dei tempi "ordinari". In più gli cominciano a cascare a pezzi anche il poco che nel bene e nel male era stato risolto (tetto per 15.000 sfollati, che non sono neanche tutti).
Soprattutto non si sognano l'apparato tecnico della ProtCiv e mediatico di Mr.B.
C'è qualche dubbio che agli occhi degli aquilani risulterà che "Berlusconi sarà un FdP, ma qualcosa ha fatto, questi sono incompetenti e non stanno facendo un cazzo"

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