Re: Quello che non vi dicono sui terremotati abruzzesi

Inviato da  Lezik85 il 14/9/2010 11:18:14
Case a L’Aquila, la procura indaga per frode: sotto tiro Bertolaso e Balducci

La procura concentra l’attenzione sugli isolatori termici nelle C.A.S.E. di Berlusconi. Ancora nessuna iscrizione nel registro degli indagati, ma il reato prevede una pena fino a cinque anni.

Sono le risultanze di un’inchiesta del Secolo XIX: la procura dell’Aquila adesso indaga sugli isolatori termici installati nelle cosiddette C.A.S.E. di Silvio Berlusconi, messi su senza le necessarie coperture e senza le omologazioni, e con un parere ministeriale mai formalmente approvato.

RISCHI E REATI – Nei giorni scorsi, scrive il giornale genovese, su mandato del procuratore capo Alfredo Rossini, la polizia si è presentata negli uffici della Protezione Civile e in quelli del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, per farsi consegnare le carte relative a un appalto da 13 milioni di euro. Sul quale però sono molte le perplessità: due terzi delle molle antisismiche montati tra luglio e novembre 2009 erano “privi del certificato di omologazione”, e hanno costretto la Protezione Civile a un secondo appalto nella scorsa estate. Guido Bertolaso quindi ha cercato di mettere una pezza in quello che è stato deciso da Angelo Balducci prima del suo coinvolgimento nelle inchieste odierne e delle sue dimissioni dagli incarichi pubblici. Senza queste molle che danno la sicurezza dell’antisismicità, scrive il quotidiano, non avrebbe avuto molto senso il faraonico investimento da 803 milioni di euro che ha portato le C.A.S.E. di Silvio agli aquilani. Le case sono state pagate intorno ai 2600 euro al metro quadrato, ovvero il quadruplo delle casette regalate dai tedeschi ai cittadini di Onna. E la procura vuole sapere perché.

INCHIESTA INCROCIATA – Un’inchiesta collegata a quella sui puntuellamenti truffa partita da Calascio e Santo Stefano e allargatasi verso L’Aquila. Secondo il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, il legale rappresentante della ditta indagata avrebbe messo in atto una serie di «artifici e raggiri consistiti nell’eseguire le opere di messa in sicurezza degli edifici siti nei Comuni di Calascio e Santo Stefano di Sessanio». Il pm, che ipotizza, a carico dell’indagato, un tentativo di truffa aggravata, sostiene che l’imprenditore ha agito sugli immobili «posizionandovi un numero di giunti eccessivo rispetto a quello necessario per garantire la corretta esecuzione delle opere e la funzionalità del puntellamento». La Procura ha disposto il sequestro dei due immobili, sui quali verranno effettuati una serie di riscontri tecnici volti ad accertare la sussistenza delle ipotesi di reato. In particolare, saranno i periti a stabilire la congruità degli interventi tecnici effettuati dall’impresa finita nel mirino.



Olè.

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