Re: Quello che non vi dicono sui terremotati abruzzesi

Inviato da  Fabyan il 12/2/2010 16:48:35
L'ira degli aquilani contro gli sciacalli
di Jolanda Bufalinitutti

Sciacalli, che schifo. Quella telefonata nel cuore della notte in cui i due affaristi ridono, documentata dalle intercettazioni e condita da quel «poveracci va buo’», se possibile ancora più cinico, da parte di chi sul terremoto, già il 6 aprile, pensava al businness che richiede di muoversi in fretta. Mentre si scavava sotto le macerie alla ricerca dei sopravvissuti, e il terreno tremava ancora, mentre si cercavano i corpi di quelle che, alla fine, sarebbero state le 307 vittime e, fra loro, i ragazzi sepolti nella Casa dello studente.

«Sciacalli, schifo, ribrezzo», dice il sindaco de l’Aquila. «Ridevano alle tre e mezza di notte? Chiedano scusa, non a me alla città».
Le jene che ridono sono la cosa che ha ferito di più, Stefania Pezzopane, presidente della provincia e Giustino Parisse, giornalista de il Centro che nel terremoto ha perso due figli. Quella risata emersa dalle intercettazioni si porta dietro il sospetto atroce. «Qualcuno ha costruito a l’Aquila sulla scia di quella risata?», si chiede Giustino Parisse. «Io spero di no, mi sembra pura follia che mentre qualcuno muore qualcun altro rida pensando agli affari». È questo che ferisce, continua Parrise intervistato da radio Capital, «il dolore è nostro e nessuno ce lo può togliere ma quel segnale è brutto. Temo che quell’atteggiamento, quello della falsa solidarietà, sia di molti».

Di solidarietà vera ce n’è stata tanta, di gente che ha lavorato bene, con onestà. E che adesso si sente sporcata da quelle parole. «Siamo scioccati, trattengo a stento la voglia di gridare», dice Stefania Pezzopane, che riguarda indietro, come in un film alla moviola, gli eventi e un sentimento di rabbia e imbarazzo attanaglia chi ha lavorato fianco a fianco e ora pensa che, nascosti dalla solidarietà, ci potevano essere gli speculatori: «I nostri morti vogliono sapere perché sono morti e noi vogliamo sapere perché tanti segnali sono stati sottovalutati». Dalla pellicola riavvolta riemerge quel lungo periodo in cui la terra ha tremato a l’Aquila, fra Natale e Pasqua.

«Qualcuno ha sperato nel terremoto, qualcuno pregustava il sapore degli appalti?». «Noi ci rivolgemmo alla commissione grandi rischi e fummo tranquillizzati». C’è da tenere gli occhi bene aperti, dice la presidente della Provincia, «Non si può consentire di lucrare sulla tragedia». E chiede al presidente della Regione Chiodi, ora commissario alla ricostruzione, «di conoscere quali sono le ditte che operano o hanno operato all'aquila nell'emergenza e nella costruzione dei nuovi alloggi». «Come rappresentante di questa comunità - dice - ho bisogno di sapere se a l’Aquila hanno operato nell’emergenza o nella costruzione dei nuovi alloggi ditte legate agli imprenditori inquisiti per il G8 alla Maddalena».

I segretari del Pd abruzzese Silvio Paolicci e di quello aquilano, Miche Fina, chiedono alla magistratura di fare chiarezza: «Gli aquilani sono i terremotati trattati peggio nella storia», Intercettazioni che turbano, dice il procuratore de l’Aquila Rossini. E, se confermate, «gravissime».
12 febbraio 2010

Da: http://www.unita.it/news/italia/94957/lira_degli_aquilani_contro_gli_sciacalli

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