Re: Quello che non vi dicono sui terremotati abruzzesi

Inviato da  florizel il 30/4/2009 13:35:40
Citazione:
se è per questo per disguidi burocratici (pasti inviati al campo sbagliato) ci sono stati campi che hanno saltato i pasti

Ciao, carissimo.

In quella frase ho usato il termine "efficienza" ironicamente; nell'articolo si legge che per il G8 a L'Aquila, il "capo" della PC ritiene possibile ospitare nelle strutture citate anche i componenti delle delegazioni, assicurando pasti per tutti, data la capacità della mensa di sfornare 3000 pasti l'ora.
Ed io credo che se la decisione rimane quella, gli ospiti NON verranno trascurati, ne sono certissima.
A differenza dei disagi patiti dagli sfollati sparsi in tutta la regione.
E mi chiedo: perchè quella struttura, pubblica perchè appartenente ad un "apparato" dello stato, non sia stata messa a disposizione ben prima a favore della popolazione?

Citazione:
ma non per questo si è fatto l'impossibile

Forse non si specifica mai abbastanza che le critiche non sono certo dirette ai singoli volontari, che per la maggior parte dei casi si sono sbracciati pur di rendersi utili.
Le critiche vanno a chi, ai vertici, ha gestito le operazioni di soccorso e l'organizzazione logistica della loro distribuzione sul territorio.

Dai dati a disposizione, presi qua e là nel web, o raccolti dalle testimonianze di chi in Abruzzo c'è stato (qui da Napoli son partite alcune delegazioni che poi hanno fatto il punto della situazione in un'assemblea), si è parlato di un'organizzazione farraginosa, della buona volontà di molti volontari sminuita o ostacolata da ordini imposti dall'alto.
Ovviamente, nessun media dirà che in alcuni campi le tende venivano solo scaricate e non montate, e che in molte occasioni di questo si sono occupati gli stessi sfollati o chi si trovava lì, pur non appartenendo alla PC.

Hanno dovuto parlare dei bagni chimici e della loro inadeguatezza alle esigenze degli individui proprio perchè NON POTEVANO tacere di fronte al lampante disagio più volte espresso dalla popolazione.

Il fatto stesso che in alcuni campi siano arrivati aiuti e soccorsi in esubero, ed in altri non ne siano arrivati che dopo 4 o più giorni, lascia emergere un divario tra i proclami dei vertici della PC e la verità dei fatti.
Uno scoordinamento che personalmente collego alla questione a monte: non aver dato credito a chi preannunciava il rischio del disastro.
Farlo avrebbe significato eludere lo stato di "emergenza" tanto più utile quanto più coglie impreparate le popolazioni; e screditare le posizioni divergenti (tutte fondate su interessi di parte, a mio avviso) dell'INGV nei confronti dell'INFN, nella persona di Carlo Giuliani.

Perchè lo sappiamo: le cose, in questo paese, funzionano in base agli interessi (vuoi "scientifici", vuoi politici, vuoi economici) di istituzioni ed enti, non certo in base alle esigenze dei cittadini.

Se nel campo di Piazza d'Armi a L'Aquila dove i soccorsi pare siano stati più "efficienti", lo si deve ai riflettori perennemente puntati sul posto.

Citazione:
avendo vissuto la situazione dal vivo devo dirti che certe regole basilari devono essere prese , altrimenti non riesci a gestire un assemblamento di persone ognuno con le proprie esigenze.

E questo posso capirlo.
Ma non capisco, proprio non mi riesce, come si possano tenere separate le esigenze organizzative dallo specifico stato d'animo dei diretti interessati.
Come si possa pretendere che siano intere popolazioni a doversi adeguare ai criteri organizzativi imposti, e non debbano esser questi, invece, ad essere "pensati" affinchè si rechi meno disagio possibile.

Pretendo troppo? Può darsi, però non credo che i fondi di cui dispongono enti locali, governo centrale e macchina dei soccorsi, siano esattamente noccioline. Soprattutto se parte (buona parte) di quei fondi vengono dai cosiddetti contribuenti. Soprattutto considerando la campagna di finanziamento scatenata dalla PC nei giorni dopo il sisma.

La militarizzazione dei campi (la "stonatura" di cui parli), come per l'emergenza rifiuti in Campania, ritengo non sia altro che la "normale" risposta dello stato: guai a lasciare che le persone si autorganizzino, guai a far mancare la "presenza" delle istituzioni, soprattutto in situazioni di disagio che possano acuire il senso critico degli individui.
Lo stato sa rispondere solo in questo modo, perchè è nella sua natura "contenere" e non certo "rispondere".

Volevamo fare un’attività di dopo scuola? Subito abbiamo incontrato difficoltà molto pesanti con la protezione civile. Dicono che la organizzeranno loro con dei moduli formativi adatti. E noi ad aspettare. Vestiti, nutriti, curati. E basta. L’importante che rimaniamo qui e aspettiamo che provvedano a tutto loro».

Ripeto: attribuisco tutta questa cnfusione e tutte le carenze dei soccorsi alla logica di fondo del sistema, quella di non voler prevenire, ma di voler "curare"; spesso creando o alimentando gli stessi mali su cui poi intervenire.

Ciao.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=4962&post_id=137959