Re: aggiornamenti dalla situazione in Grecia?

Inviato da  Santaruina il 29/1/2009 0:15:20
la lettera in questione è stata firmata da centinaia di ragazzi che stavano svolgendo il servizio di leva.

si può leggere qui.

E' davvero una iniezione di speranza, voce di qualcuno che mantiene ancora la propria umanità di fronte al leviatano che tutto tenta di inghiottire.


Centinaia di soldati dei 42 campi dell’esercito dichiarano: ci rifiutiamo di diventare una forza di terrore e repressione
Siamo dei soldati da ogni parte della Grecia
Soldati ai quali, a Hania, è stato ordinato di opporsi a studenti universitari, lavoratori e combattenti del movimento movimento antimilitarista portando le nostre armi e poco tempo fa.
[Soldati] che portano il peso delle riforme e della "preparazione" dell’esercito greco.
[Soldati che] vivono tutti i giorni attraverso l’oppressione ideologica del militarismo, del nazionalismo dello sfruttamento non retribuito e della sottomissione ai "[nostri] superiori".
[...]

Ascoltiamo i mormorii e le insinuazioni degli ufficiali dell’esercito, ascoltiamo le minacce del governo, rese pubbliche, sull’imposizione dello "stato d’allarme".
Sappiamo molto bene cosa ciò significhi.
Viviamo attraverso l’intensificazione [del lavoro], aumentate mansioni [dell’esercito] , condizioni estreme con un dito sul grilletto.
Ieri ci è stato ordinato di stare attenti e di "tenere gli occhi aperti".
Ci chiediamo: A CHI CI AVETE ORDINATO DI STARE ATTENTI?
Oggi ci è stato ordinato di stare pronti ed in allarme.
Ci chiediamo? VERSO CHI DOVREMMO STARE IN ALLARME?
[...]

Dimenticano che siamo carne della carne di una gioventù che sta di fronte al deserto del reale all’interno ed all’esterno dei campi dell’esercito.
Di una gioventù che è furibonda, non sottomessa e, ancora più importante, SENZA PAURA.
SIAMO CIVILI IN UNIFORME.
Non accetteremo di diventare strumenti gratuiti della paura che alcuni cercano di instillare nella società come uno spaventapasseri.
Non accetteremo di diventare una forza di repressione e di terrore.


Non ci opporremo al popolo con il quale dividiamo quegli stessi timori, bisogni e desideri/lo stesso futuro comune, gli stessi pericoli e le stesse speranze.
CI RIFIUTIAMO DI SCENDERE IN STRADA PER CONTO DI QUALSIASI STATO D’ALLARME CONTRO I NOSTRI FRATELLI E SORELLE.
Come gioventù in uniforme, esprimiamo la nostra solidarietà al popolo che lotta e urliamo che non diventeremo delle pedine dello stato di polizia e della repressione di stato.


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