Re: ALITALIA

Inviato da  ElwoodBlue il 22/9/2008 3:12:36
Ho letto l'articolo di PAOLO PAGLIONE su agorà magazine e come tutti i testi che parlano di "casta" ovviamente mi ha fatto imbestialire .
Devo ammettere però che l'incompetenza e la faziosità espresse da Paglione sono persino superiori alla media, tali da far impallidire persino Fede e Riotta.

(Vi confido un segreto.
Subito dopo che ho letto l'articolo mi sono fatto seriamente una domanda: ma "Paglione" è il cognome o l'elenco degli ingredienti che compongono il di lui "cervello"?
Voi però non ditelo a nessuno. Sia mai che io possa trovare dei sostenitori..)

Chiariamoci: "La Casta", il libro che parla dei privilegi dei politici, è un libro fantastico.
Non ha bisogno di esagerare niente: parla della realtà così com'è; ma che la realtà così com'è in politica è davvero un accumularsi di privilegi. Non c'è bisogno di esagerare.
A leggere quel libro oltre all'inevitabile disgusto colpisce il fatto che non ci siamo forzature nell'interpretazione. Quello che leggi è quello che è; anzi, a volte è persino troppo pietoso.

Dopo il grande successo di vendita che hanno avuto Rizzo e Stella sono emersi tutta una serie di emuli che cercano di imitarne lo stile e di suscitare la stessa indignazione.
L'unica differenza è che questi figliastri, per suscitare un'indignazione almeno paragonabile, tante cose se le "inventano".
Nel senso che spesso si limitano a citarle senza spiegazioni, facendo leva sull'ignoranza e su un malinteso "senso comune" del lettore, oppure con mossa degna del mago Silvan cambiando all'improvviso i termini di riferimento. Quello che c'è evidentemente non gli basta, e quindi sentono il bisogno di aggiungere del proprio.

Quindi ho deciso di perdere del tempo a confutare questo giornalista il cui cervello ha la stessa composizione vegetale del cognome.

Tanto fuori piove, e non ho di meglio da fare.


Prima di affrontare l'articolo sono necessarie alcune premesse.

PREMESSA UNO: è vero che i dipendenti Alitalia sono dei privilegiati. (Mi dispiace, ivan )
Quando sento che i piloti trattano per il loro aumento contrattuale mensile una cifra quasi doppia a quanto io prendo di stipendio devo ammettere che un po' di convulsioni mi vengono.
La loro professionalità è altissima, vero: ma un cardiochirurgo o un fisico nucleare hanno quantomeno una professionalità simile e guadagnano meno della metà.
La stessa situazione vale per il generico personale di volo: l'unica professionalità richiesta a una hostess o a uno steward è in definitiva quella di essere di bella presenza, saper portare un carrello anche in mezzo a una turbolenza e di saper mantenere la calma nei momenti di crisi.

Non parliamo poi di "rischio volo": stando alle statistiche sul rischio diffuse dalle stesse compagnie aeree un camionista o un rappresentante rischiano la vita in percentuale molte volte di più.

Anche il personale a terra ha livelli retributivi molte volte superiori ai loro omologhi non-Alitalia.
In ogni caso livelli retributivi più alti del consueto sono caratteristici di ogni compagnia aerea, ivi compresa Ryanair. Il perché lo vediamo subito.

PREMESSA DUE: per quanto alto, il costo del lavoro è una parte piccola del conto-spese Alitalia.
Le parti davvero costose sono altre (acquisto e gestione delle aereomobili, slots, ammortamenti, carburante, scelta delle rotte ecc) e in definitiva sono quelle che permettono a una compagnia di guadagnare o di perdere.
Se si sbaglia a fare un contratto d'acquisto per un aereo (per esempio comprandolo quando non ce n'è bisogno, o prendendo - causa sostanziosa mazzetta - un modello che non rispecchi appieno le caratteristiche richieste) si fa pari con il costo del lavoro di un periodo molto lungo; se si fa volare un apparecchio obsoleto oltre i suoi limiti ECONOMICI il costo del carburante sprecato e del surplus di manutenzione necessaria è pesantissimo; se ci si concentra su rotte con pochi passeggeri il disastro è dietro l'angolo. Per quanto ne pensi Paglione, il giornalista dal cervello monoingredientico, il reale costo di un'ora di volo di un aereo è di molte decine di volte superiore al costo del personale necessario.

Oggi sembra ai più che Alitalia sia stata affossata da un costo del lavoro esagerato perché si parla solo di quello; nessuno che punti il dito VERAMENTE contro i cattivi amministratori.
Esempio spicciolo: Gianfranco Cimoli, l'uomo che il precedente governo Berlusconi aveva messo a capo di Alitalia e che l'ha definitivamente affossata, dopo i disastri che ha combinato se n'è uscito con una liquidazione principesca (nel 2007, durante il governo Prodi).
Da wiki: "In una compagnia in profondo rosso come Alitalia, particolare scalpore ha destato la seconda buonuscita che Cimoli si è autoattribuito, di quasi 3 milioni di euro[9]: uno stipendio considerevolmente più alto di quello dei capiazienda delle altre compagnie europee in utile, 6 volte quello di Air France e il triplo di British Airways, aziende decisamente più importanti di Alitalia. E anche per l'addio alle FS Cimoli ha ricevuto un'altra buonuscita: 6 milioni di euro [nel 2005]".
(Per inciso quando Berlusconi nel 2001 ha preso le redini del paese il titolo Alitalia era quotato oltre 10 euro per azione; quando nel 2006 le ha lasciate era quotato 1,87 euro per azione. Vero che Alitalia, come tutte le altre compagnie, ha risentito dell'11 settembre e della guerra in Iraq. Ma all'anima del salvatore della compagnia!)

Anche se il costo del lavoro non è fra le principali voci di costo resta comunque la leva più facile, controllabile e immediata per ridurre l'esborso economico immediato. Infatti TUTTE le aziende in crisi agiscono su quello, comprese quelle con retribuzioni miserabili.
Perciò guardiamo al problema delle retribuzioni in un'ottica di recupero futuro, non di attribuzione delle ENORMI responsabilità del passato.


PREMESSA TRE: i margini per un recupero di produttività su Alitalia esistono e sono abbondanti. Anche se non saranno determinanti per un recupero della compagnia è giusto che vengano sfruttati.
Questo è l'unico aspetto dell'articolo di Paglione che mi vede d'accordo, quindi non commenterò i pezzi dell'articolo che parlano di questo, tranne dove sono manipolati per esprimere un artato disgusto.
In ogni caso un pezzo per volta l'articolo lo riporto tutto.






Abstract
Citazione:
Piloti e hostess della compagnia di bandiera lavorano, in media, molto meno dei loro colleghi di altre compagnie, ma in compenso costano molto di più . Il tutto per "merito" di una giungla di benefit, che vengono difesi con le unghie e con i denti e addirittura meticolosamente elencati nel contratto.

Ma lo sa Paglione, anche solo in linea di massima, che cos'è un contratto nazionale di lavoro?
E che cos'è un contratto collettivo integrativo di lavoro?
Mi chiedo dove secondo lui dovrebbero essere scritti.
Probabilmente la prossima volta che Berlusconi sarà accusato di corruzione si lamenterà che la definizione di corruzione è persino riportata nel Codice Penale.

Citazione:
Nel predetto contratto si è rivoluzionato persino il calendario, infatti tutti i mesi durano come febbraio e, altro miracolo, un giorno di riposo comprende due notti. Un giorno è un giorno. Dalle Alpi alle piramidi, come si suol dire, è uguale per tutti eccezion fatta per i piloti dell’Alitalia. Infatti Il terzo comma dell’articolo 2 disciplina il "giorno singolo libero dal servizio" del Regolamento sui limiti dei tempi di volo e di servizio e requisiti di riposo per il personale navigante approvato, con la delibera n. 67 del 19 dicembre 2006, dal consiglio di amministrazione dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Cito testualmente: "Periodo libero da qualunque impiego che comprende due notti locali consecutive o, in alternativa, un periodo libero da qualunque impiego di durata non inferiore a 33 ore che comprende almeno una notte locale".

Ottima invenzione, un giorno di 33 ore o in alternativa con con due notti, mica male. Evidentemente per il personale di volo di Alitalia, è opportuno tralasciare ogni convenzione, dal sistema metrico decimale all’ora di Greenwich.

Sdegno artificioso.
Per esempio i milioni di dipendenti che lavorano dal lunedi al venerdi dalle 8 alle 17 hanno diritto a due giorni di riposo (sabato e domenica) che comprendono tre notti di riposo (venerdi, sabato e domenica).
Secondo la giurisprudenza generale del lavoro italiana la notte per definizione inizia sempre (*) alle 22 e termina alle 6 del mattino: ma questo vale proprio perché i dipendenti non si muovono da qui.
Paglione (un nome, un neurone) sceglie di dimenticare il piccolo problema del fuso orario.
Si può partire che è notte, volare 12 ore e arrivare che è ancora la stessa notte, magari iniziata da poco.
Idem per il giorno.
Se vogliamo discutere seriamente di un recupero di produttività iniziamo a interrogarci se 33 ore di recupero fra un turno di lavoro e l'altro siano poche o troppe.
Risposta: sono poche.
Se prendiamo il peggior paragone normativo possibile, ovvero un'industria italiana che lavora a turni anche notturni, ci rendiamo conto che il "giorno singolo libero da servizio" è mediamente di 37.3 ore (per un lavoratore non a turni, ma non è il caso dell'Alitalia, invece sono 31,5).
Quindi 33 ore sono poche: allora serve discutere sulla frequenza dei giorni di riposo rispetto all'orario lavorativo.
Il resto è folklore inutile.

(*) i vari CCNL possono cambiare questo dato. Per esempio per i metalmeccanci dell'industria la notte inizia alle 18:00 e termina alle 6:00.


Citazione:
Secondo il regolamento dell’Enac, dove è specificato che hanno diritto a riposare su poltrone con una reclinabilità superiore al 45% e munite di poggiapiedi regolabile in altezza...

A parte che l'ENAC stabilisce le condizioni per TUTTI i vettori italiani, anch'io mi associo a Paglione nel pretendere che il personale di volo debba fare i voli intercontinentali rigorosamente in piedi.
Massacriamoli, questi bastardi!


Citazione:
...non devono volare più di cento ore nel corso del mese, tuttavia il personale di volo Alitalia ha preferito scrivere nei 28 giorni consecutivi, evidentemente per loro è sempre febbraio.

Paglione (Un Nome Un Neurone, da ora in poi UNUN) anche contro tutte le evidenze che porta proprio lui nel suo articolo non si accorge che questa è una normativa che restringe i termini ENAC a favore di Alitalia.
E' proprio l'ENAC, nella sua generica definizione di "mese", che dice che il personale di volo debba volare le stesse 100 ore sia a febbraio (28 giorni) che a marzo (31 giorni).
La restrizione di "mese" a un'ambito di 28 giorni rende invece l'anno composto da 13 "mesi".
TEORICAMENTE, ovvero parlando di un dipendente che mai s'ammala e mai va in ferie, applicando la definizione dell'ENAC il personale di volo potrebbe al massimo volare 1200 ore all'anno (come riporta l'UNUN poche righe dopo); applicando la definizione Alitalia le ore teoricamente volabili salgono a 1300 e avanza ancora un giorno.
Non a caso da parte sindacale ci si preoccupa anche di definire un TETTO al monte ore di volo annuo complessivo.


Citazione:
Nell’intero anno, o meglio nei dodici mesi (se non hanno modificato a loro uso e consumo pure il calendario) il tetto non è, come da calcolatrice, mille e 200 ore (100 per 12) ma 900, e vai a sapere perché.

Nel contratto l’orario però si riduce ancora: nel medio raggio, la barriera scende a 85 ore al mese, che nel trimestre non diventano 255, ma 240. E nell’anno non arrivano, come l’aritmetica sembrerebbe suggerire, a mille e 20, ma appunto a 900.

Ma non è neanche questo il punto i numeri evidenziano una situazione un po’ diversa ovvero nel medio-corto raggio gli steward e le hostess restano tra le nuvole per non più di 595 ore l’anno. Vuol dire 98 minuti al giorno, ovvero il tempo che personalmente impiego ogni giorno per fare su e giù tra casa ed il mio posto di lavoro. A titolo di raffronto, un assistente di volo della Lufthansa vola 900 ore, uno della Iberia 850 e uno della portoghese Tap 810. Restando in Italia, una hostess di AirOne si fa le sue belle 680 ore.

Per quanto concerne i piloti la situazione è ancora peggiore, se possibile: la loro performance non va oltre le 566 ore, ovvero 93 minuti al giorno!! Evviva. I loro colleghi volano per 720 ore all’Iberia, per 700 alla Lufthansa e all’AirOne, per 680 alla Tap e per 650 all’Air France. Forse i piloti Alitalia non sono grandissimi lavoratori ma in compenso, sono molto più cari di tutti gli altri. Un comandante di un Md80 "targato" Alitalia costa 198 mila e 538 euro. Per la stessa figura professionale i concorrenti italiani non sborsano più di 145 mila euro. Sempre restando allo stesso tipo di aereo, per pagare il pilota Alitalia ha bisogno di 108 mila e 374 euro, tra i 28 e i 33 mila in più di AirOne.

Anche secondo me i margini per un recupero sostanziale di produttività esistono in abbondanza. Per esempio all'Iberia un pilota vola MOLTO di più (mica troppo, eh: 25 minuti al giorno in più).
Però anche qui vedo i soliti trucchetti fuorvianti.

1) "Vuol dire 98 minuti al giorno, ovvero il tempo che personalmente impiego ogni giorno per fare su e giù tra casa ed il mio posto di lavoro". Di questo ne parlerò dopo un po' meglio.

2) "....contro i 33 mila di AirOne."
Perché a un certo punto si rimescolano le carte in tavola?
Prima si fa il paragone con Lufthansa, Tap, Airfrance e Iberia per il numero delle ore di volo mensili e poi quando si parla di retribuzioni ci si limita alla sola AirOne.
Roba da prestidigitatori.
Io non conosco i livelli retributivi delle compagnie aeree, ma il fatto che i piloti dall'Alitalia nella vertenza in corso abbiano chiesto con forza il contratto di lavoro Lufthansa qualcosa me la suggerisce.


Citazione:
Abbiamo dunque un bel miscuglio tra orari da impiegati del catasto e stipendi da superprofessionisti. Facendo semplicemente i conti della sempre citata casalinga di voghera, emerge che alla fine dell’anno Alitalia spende per ogni ora di volo di un suo comandante 350,8 euro. Contro i 207,1 di AirOne. Una differenza del 69,4% che sarebbe fuori mercato per chiunque. A questo si aggiunge il fatto che che un aereo Alitalia viaggia con un equipaggio superiore di un buon 30% rispetto alla media dei concorrenti e che un assistente di volo di media anzianità può arrivare a costare ad Alitalia 86 mila e 533 euro, contro i 33 mila di AirOne.

Anche qui si sceglie il paragone più conveniente, ovvero con una compagnia aerea a caratteristiche microregionali.
E che comunque è in perdita di oltre un miliardo di euro, a ulteriore dimostrazione che non è il costo della hostess a definire i margini di ricavo.
I conti della casalinga di Voghera il nostro UNUC farebbe bene a lasciarli fare alla casalinga in questione.
Lei li sa fare, lui meno.
La casalinga di Voghera è troppo astuta per paragonare la velocità del leopardo a quella del bradipo, o a sommare le famose mele con le famose pere.
Una qualsiasi casalinga di Voghera non si farebbe mai ingannare dai paragoni riportati.

Per esempio è fuorviante l'idea che il pilota Alitalia LAVORI 93 minuti al giorno.
Il suo orario è molto più lungo, e comprende anche il lavoro a terra e le trasferte. E' il tempo che trascorre in aria che è poco, ma quella non è la totalità del suo lavoro.
(La parola "trasferte" vi ha lasciati perplessi? La prossima volta che chiamate l'idraulico riflettete sul concetto di "30 euro servono per il diritto di chiamata, ovvero per la retribuzione del lavoro NON OPERATIVO dalla sede al domicilio del chiamante." Dopodiché se potete fate un paragone fra il costo della trasferta che vi addebita l'idraulico e il costo orario del suo dipendente che è venuto a fare l'intervento..)
Per fare un esempio molto ma molto spicciolo i piloti Ryanair dopo l'atterraggio si occupano anche di una parte delle pulizie: in quel tempo non stanno volando, ma non mi pare che non stiano lavorando.
E' vero che la parte produttiva dei piloti è il volare, quindi più volano e meglio è. Sono d'accordo, a parte una minuscola resistenze sulla durata massima del tempo di pilotaggio: a me non piacerebbe che il pilota dell'aereo su cui volo IO sia già ai comandi da più di 10 ore, mentre l'autista del camion che normalmente porta I MIEI PACCHI dopo 8 ore deve cedere il volante..

Lo ripeto: la parte produttiva del personale di volo è quella che trascorre VOLANDO.

Però..
Quanto guadagna Gattuso all'anno?
Gattuso alla fine del campionato avrà segnato si e no 5 goal.
E' giusto dire che Gattuso guadagna troppo perché il suo costo per ogni goal segnato è troppo alto?


Citazione:
Il risultato finale è che in Alitalia il tasso di efficienza per dipendente è pari, secondo i calcoli dell’Association of European Airlines, a poco più della metà di quello che può vantare la Lufthansa. Che i passeggeri trasportati sono 1.090 per dipendente, contro i 10 mila e 350 di Ryanair. E che nel 2004 il ricavo medio per ogni lavoratore impiegato non andava oltre i 199 mila euro, poco più di un terzo rispetto a quanto registrava ad esempio Ryanair (513 mila euro).

Il tasso d'efficienza è un parametro di valutazione dell'operato del management, non dei dipendenti.
Se Alitalia decide di far volare 24 aerei al giorno da Roma a S. Marino, rotta che prevede non più di 200 passeggeri all'anno, è una scelta di politica industriale. Il dipendente non può fare altro che annoiarsi nel frattempo.
Se il claim commerciale scelto dall'Azienda è "Vola Alitalia: sempre meglio delle emorroidi" in nessun modo il personale può far fronte al calo di clienti.
Se il prezzo di un biglietto è del tutto fuori mercato rispetto alla concorrenza non sarà certo la gentilezza delle ragazze addette all'imbarco a far cambiare idea a chi prenotata il biglietto in un'agenzia di viaggi.
(DOMANDA: perché è fuori mercato? RISPOSTA: per meno di un quinto sulla base del costo del lavoro. Vogliamo parlare del rimanente 80% e più?)


Citazione:
Assolutamente geniale è il nuovo sistema retributivo in vigore da gennaio 2005. Abbiamo lo stipendio base su quattordici mensilità e l’indennità di volo minimo garantito: quaranta ore, che uno le faccia o meno. Poi c’è la parte variabile della retribuzione di un pilota (compreso il "premio Bin Laden" elargito dopo l’11 settembre, a quelli che viaggiano in Medio Oriente) costituita ora da un’unica voce di indennità di volo giornaliera che, per un comandante è pari a 177 euro sul lungo raggio e 164 sul medio; a queste cifre va sommata la diaria, altri 42 euro, per un totale che può quindi arrivare a 219 euro. Questa indennità scatta per intero anche se il pilota si trasferisce all’aeroporto da dove prenderà servizio e persino se il suo volo viene cancellato dopo che lui ha già raggiunto quello che doveva essere lo scalo d’imbarco, addirittura, aumenta se c’è uno spostamento dei turni rispetto al calendario previst

Le indennità di rischio sono da circa 40 anni una parte della retribuzione consolidata per chi opera in ambienti a rischio. Per esempio per quanto riguarda l'aereonautica civile già negli anni '70 e '80 il personale di volo di QUALUNQUE compagnia volasse nei dintorni di Cuba aveva diritto a una maggiorazione per il rischio ("Dirotta su Cuba" era frase così comune che persino un complesso musicale ha preso questo nome).
Se restiamo nel 2008 proviamo a realizzare che l'indennità di rischio dei dipendenti di Finmeccanica che operano, per esempio, in Algeria è una parte estremamente importante del loro reddito.
Sapendo che in Algeria gli infedeli vengono sgozzati, voi ci andreste per pochi euro?
Sapendo (miracoli della V.U.) che un sacco di mediorientali DIROTTANO gli aerei per farli schiantare su dei grattacieli, voi ci pilotereste per pochi euro?

Piccola ma non trascurabile precisazione: rispetto all'ammontare economico delle retribuzioni che è in discussione credo che TUTTE le parti sindacali in causa siano disposte a rinunciare all'indennità in caso di volo sospeso o annullato.
Vista la rarità dell'evento questa roba gli costerebbe meno di una cena.


Citazione:
Oltre a questi privilegi economici ve ne sono anche altri su riposi compensativi, a compensazione di cosa? Ma alcuni privilegi o istituti sono assolutamente incomprensibili ed anche incommentabili. ad esempio le hostess hanno una franchigia di ventiquattr’ore al mese, che in pura teoria dovrebbe coincidere con l’inizio del ciclo mestruale (!!), si favoleggia del caso di una di loro che ha chiesto la giornata del 31 come permesso per il mese di dicembre e quella del 1° per il mese di gennaio: misteri del corpo femminile.

Indubbiamente un privilegio.
Che per inciso se fosse stato applicato dall'azienda in cui lavorava la mia ex moglie per me sarebbe stato insopportabile. Io ero felicissimo del fatto che al suo primo giorno di mestruazioni se ne andasse altrove a lavorare..


Citazione:
Sempre per quanto concerne le assistenti di volo, quando vanno in maternità vengono retribuite per tutto il tempo con lo stesso stipendio dell’ultimo mese di servizio, che, per un assoluto caso del destino, svolgono regolarmente sul lungo raggio, per far salire l’importo della busta paga.

E' in questo capoverso che UNUN raggiunge il suo massimo di incompetenza e/o di malafede.
(questa non venga presa come insulto polemico generico. Pensando che UNUN stesse dicendo una solenne MINCHIATA ho cronometrato le mie verifiche. i link successivi sono stati trovati e letti in meno di 50 secondi, anche se ammetto che la roba sui sacristi e sui trippai la sapevo)
L'indennità di maternità è a carico dell'INPS per l'80%.
Questo vale per TUTTE le aziende. Così come "I contratti collettivi nazionali di lavoro, in genere, garantiscono l’intera retribuzione, impegnando il datore di lavoro a pagare la differenza."
ANCHE QUESTO vale più o meno per tutte le aziende (a oggi l'unico CCNL che risulta a me che non adempie a questa caratteristica è quello dei Sacristi. Invece persino il CCNL Budelle e Trippa, valevole per i trippai, la riporta. VOI avete qualche altro esempio in negativo?).
Nelle amministrazioni pubbliche la pensione veniva rapportata alla retribuzione dell'ultimo mese lavorato. Nell'ultimo mese di lavoro era consuetudine che i dipendenti pubblici si massacrassero di straordinari, perlopiù passati a giocare a carte con gli altri pensionandi.
Indubbiamente una vergogna, ma che non era economicamente a carico - se non per un mese - dell'amministrazione in questione.

A quanto risulta a me TUTTO il personale di volo, tranne pochissime eccezioni, vola sia a breve che a medio che a lungo raggio; sia che sia incinto o meno.
Se NeuroPaglione mi dà dati di incrementi significativi allora ok, altrimenti può andare a movimentare i poponi.
(Curiosamente anche se mi desse elementi significativi potrebbe al massimo incrementare lo sdegno rispetto al danno che Alitalia, non differentemente dalle altre amministrazioni pubbliche, ha causato alla collettività. In nessun caso può dimostrare a nessuno che questo è un privilegio dei dipendenti Alitalia)


Citazione:
I piloti, invece, non possono atterrare due volte nello stesso scalo nello stesso giorno. La logica della regola, peraltro consuetudinaria, è del tutto incomprensibile. La conseguenza è invece evidente a tutti, una crescita delle spese per le trasferte.

E' sicuramente incomprensibile per Paglione, che confonde decollo e atterraggio.
Cioè, te puoi DECOLLARE da Milano per ATTERRARE a Roma, e poi DECOLLARE da Roma per ATTERRARE di nuovo a Milano.
Mentre non puoi decollare da Milano per Roma, poi decollare da Roma per Hannover, poi decollare da Hannover per Milano, poi decollare da Milano per Roma. La seconda volta tocca fermarsi a Milano, prendere la propria macchina (che è lì, nello stesso parcheggio in cui l'avevi lasciata la mattina) e tornare a casa.
Trasferte una minchia.

Al di là della facile ironia, credo che esista una differenza di ruolo e di responsabilità importante fra chi porta un tram e chi porta un aereo.


Citazione:
Discorso da evidenziare è anche quello degli alberghi, che in Alitalia vengono scelti da un’apposita commissione con il risultato che l’importo medio è superiore del 45% a quello pagato dalle altre compagnie. Solo per le 300 stanze prenotate tutto l’anno per i dipendenti che, anziché essere trasferiti a Malpensa, vanno su e giù da Roma, la compagnia ha messo in bilancio 45 milioni.

Come ogni altro tipo di personale, il personale di volo dorme dove lo metti - purché non sia una catapecchia.
Con QUARANTACINQUE MILIONI DI EURO all'anno in due anni si costruisce un albergo con 1000 posti letto dignitosi.
E con i 700 posti letto residui, anche senza riempirli, ci rientra di pagare le spese di manutenzione per i secoli successivi.
Questo spreco è colpa dei dipendenti Alitalia?
Considerazione: 45 milioni per spese d'albergo sono una spesa corrente, quindi incidono tutti nel bilancio dell'anno in corso.
Se con gli stessi 45 milioni (ammesso che tu li abbia, ma visto che paghi i conti degli alberghi significa che ce l'hai) ci COSTRUISCI un albergo tuo nel bilancio corrente grava solo il 5% del costo, visto che gli immobili si ammortizzano in 20 anni.
(Domanda per gli Accoliti al secondo livello di comprensione: a quanto ammontano secondo voi le mazzette prese dai dirigenti Alitalia per non percorrere questa fin troppo semplice strada? - Occhio che se rispondete male può esservi revocata la Cintura Nera ).


Citazione:
Oltre ai benefit lavorativi che hanno pochi pari, i lavoratori (ed a questo punto il termine è già male utilizzato) dell’Alitalia, quando viaggiano per piacere personale godono di una politica di sconti davvero generosa, i dipendenti anche se pensionati hanno diritto ad acquistare anche per i figli, coniugi o conviventi biglietti con una riduzione del 90% sulla tariffa piena, se rinunciano al diritto alla prenotazione. Il taglio scende invece al 50% se vogliono il posto garantito.

La stessa cosa la fanno i dipendenti (o ex) delle FFSS o dell'ENEL, giusto per citarne un paio.
Anche loro hanno degli sconti ESTREMAMENTE RILEVANTI sui servizi della loro (ex) compagnia.
Non facciamo di ogni erba un fascio, ma non facciamo neppure un fascio con un solo stelo d'erba.

In ogni caso anche a ME, che con l'aereonautica non c'entro un'emerita cippa, sono stati proposti sconti di oltre il 70% per il voli che al "last second" avevano posti liberi.
Diverso il discorso per lo sconto sui voli a prenotazione. Mi piacerebbe capirne l'ammontare economico annuo a consuntivo.
Per esempio, quanti biglietti a prezzo pieno non sono stati venduti per far posto ai biglietti scontati? E quanti biglietti con lo sconto al 90% non sono stati venduti perché i passeggeri preferivano avere uno sconto solo del 50% e avere la garanzia del posto? In altre parole: quanto erano pieni i voli sui quali viaggiavano persone a prezzo scontato?


Citazione:
Con questi privilegi, uniti ad altri sull’inquadramento del personale, è del tutto evidente che i sindacati bocciano il piano di Air France o di qualunque altra compagnia abbia intenzione addirittura di far lavorare il personale, che scandalo. signo Ministro, in qualità di socio di maggioranza, porti i libri in tribunale, ma ci porti anche i sindacati

Senza dubbio in un mondo ben regolato i sindacati non dovrebbero esistere e i sindacalisti dovrebbero essere tutti in galera. Punto.
Però tutte le volte che sento questa affermazione non manco di stupirmi della noncuranza di se stessa con cui la gente invoca un mondo meglio regolato.

Se esistesse questo famoso mondo ben regolato nel quale i sindacati non esistono, in quel mondo ben regolato probabilmente Paglione starebbe ripetendo l'esame di maturità forse per la ventesima volta..

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