Re: Fascismo Male Assoluto

Inviato da  Linucs il 26/9/2008 20:55:57
Vi ricordo inoltre che il revisionismo non può essere negato del tutto, poiché contiene al suo interno la parola "sionismo" ("revi-sionismo"). Quindi dobbiamo stare attenti a rifiutare con forza solo il revi, pena il carcere, dunque: abbasso il revismo.

Ma sorge spontanea la domanda: sputtanare i libri di sacchi di letame come Wilkomirski e la DeFonseca è "revisionismo" oppure no? Poiché il libro è falso, dovrebbe risultare ovvio che non ci sia alcuna storia da "revisionare".

E allora diciamolo: l'accanimento contro il cosiddetto revisionismo non deriva dal legittimo desiderio di preservare le testimonianze più autentiche, bensì dalla misera brama di elevare a Verbo le puttanate più dementi per ben altri scopi. E stranamente si scopre che l'Olocausto viene "sminuito" solo quando a qualcuno fa comodo: parlare di "olocausto palestinese" è male, mentre tirar fuori la foto del bambino del ghetto di Varsavia con le manine alzate è perfettamente legittimo. Parlare di "genocidio armeno" è male, mentre parlare di "nuovo olocausto" è ampiamente concesso ogni volta che l'iraniano cattivo tira la catena del cesso.

"Testimonianza" è quando uno esce da Auschwitz e scrive un libro con dolore e sacrificio; "puttanata" è quando uno dopo sessant'anni scrive un libro "con la sua realtà" e piglia pure un premio per aver "scritto una commovente pagina di Storia". Oppure quando lo scrive suo nipote dopo aver scoperto delle "memorie" in cantina.

Il testimone testimonia con dignità e con tutte le inevitabili incoerenze dovute all'umana esperienza; lo spacciatore di puttanate produce letame paragonabile a pornografia di bassa lega destinata ai segaioli della Storia. Il primo rimane sconosciuto e muore dimenticato da tutti, il secondo ce lo troviamo a fare interviste e conferenze da 20.000 dollari a botta. Il primo ancora medita sul perché dell'orrore, mentre il secondo è già passato oltre e prende soldi per garantirvi ("parola sua") che il prossimo olocausto ("parola sua") avverrà sicuramente tra breve se non si provvederà ad installare almeno quattro sudanesi D.O.C. armati di machete per "cristiano" (capisc'ammé) rimasto in circolazione.

Il negazionista "produce prove false", lo spacciatore di puttanate "trasporta il lettore in un mondo tra fiction e realtà per raccontare la storia che potrebbe essere stata sua" se non si fosse trovato col culo al caldo in Svizzera anziché a marcire nei campi come gli altri.

Siamo invitati a combattere con vigore il "negazionista", e a ricevere invece con sempre maggior gioia la supposta ("fiction") appositamente creata.

La domanda di fondo è: posto anche che il revisionismo sia la carognata del secolo, possiamo smentirlo senza necessariamente farci fottere il culo dalla Compagnia della Scodella? Oppure una cosa implica per forza l'altra?

O meglio, volendo essere più precisi: quando il "negazionismo", fenomeno di carattere puramente ideologico, per quanto negativo, viene paragonato nientemeno che all'aggressione sessuale di un bambino da parte di un maniaco, sono autorizzato a sentire un forte odore di letame, oppure devo far finta di essere imbecille per non offendere la minoranza del giorno?

Domande perfettamente inutili e oziose che mi pongo durante un sussulto di curiosità, prima di lasciare giustamente spazio a Bongo, il Nuovo che Avanza.

Zòno fàti mièi...

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