Re: Fascismo Male Assoluto

Inviato da  ElwoodBlue il 24/9/2008 0:34:59
BISabbatH, non sono d'accordo.

Io credo che la dignità intellettuale in una discussione si possa riconoscere a chi si basa su fatti accertati, su TUTTI i fatti accertati, che non s'inventi niente e che riconosca un metro logico condiviso nell'arrivare a una qualsiasi conclusione.
Se poi le conclusioni alle quali arriva sono diverse dalle mie, pazienza.

Per fare un esempio che riguardi un po' anche noi io riconosco TANTA dignità intellettuale a P. Attivissimo quando raccoglie dati e trae conclusioni.
L'effetto pancake è stato per parecchio tempo una cosa che a mio avviso di dignità intellettuale ne ha avuta parecchia.
Poi sono arrivati i dati sulle temperature di fusione dell'acciaio, della sua dispersione termica, delle pozze di acciaio e questa teoria ha perso gran parte della sua dignità nella misura in cui questi fatti, non potendo venirvi inclusi, sono stati del tutto ignorati o si è cercato di screditarne le fonti.

Riconosco sempre a P.A. molta meno dignità intellettuale quando si rifugia in tutti i suoi "è evidente", "risulta ovvio", "è chiaro a tutti che" e via sproloquiando.

NON RICONOSCO a P.A. ALCUNA dignità intellettuale quando cerca di screditare personalmente i vari "complottisti".
Come dice Schopenhauer in Sull'arte di ottenere ragione: “Quando ci si accorge che l'avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall'oggetto della contesa (dato che in quella sede si ha partita persa) al contendere e si attacchi in qualche modo la sua persona”.(*)



E' ovvio ma è bene sottolinearlo: la "dignità intellettuale" è una cosa parecchio diversa dalla "dignità morale" e dalla "dignità ideologica". E persino dal livello dell'intelligenza. Spero che questo sia chiaro.



Una semiologa italiana, Valentina Pisanty, ha raccolto e analizzato la metodologia stilistica e di indagine storica dei Negazionisti.

1) In primo luogo essi operano una drastica selezione sul materiale documentario di partenza. Essi procedono con un metodo “negativo”, tentano cioè di smontare le testimonianze ed i documentari che attestano l'esistenza dello sterminio, ma non portano una testimonianza o documentazione a garanzia della loro tesi. Come dire che non possono dimostrare in modo “positivo” e quindi costruttivo, la loro teoria, dunque cercano di avvalorarla mettendo in crisi la teoria opposta.(*)

2) Procedono poi con una ulteriore selezione, eliminando tutto quel materiale che non torna utile alla loro teoria. Essi, in pratica, si rendono ciechi e sordi davanti alle testimonianza dei Sonderkommandos o dei Sanitater, fanno finta di ignorare le dichiarazioni trascritte dei discorsi in cui Hitler e gli altri grandi capi della gerarchia nazista dichiaravano a chiare lettere, senza possibilità di incomprensioni, la pulizia etnica in corso, come il famigerato congresso di Posen del 1943 o la Conferenza di Wannsee, di cui negano l'autenticità.(*)

3) I negazionisti sceglierebbero, fra le varie testimonianze ufficiali, quelle dei bersagli simbolici, come Anna Frank, esprimendo dubbi sull'autenticità degli scritti o sulla comprensione del testo; oppure, come nel caso di Rudolf Höß, insinuando che la testimonianza è inventata o forzata o che sia un falso. Tutto questo per arrivare a sostenere che tutte siano state fraintese, più o meno volutamente, nel loro vero significato. Ne risulta, come è ovvio, che se le testimonianze non sono state capite davvero allora neanche la storia della tragedia dei lager è stata capita davvero.(*)

4) All'occorrenza fabbricano prove false, come un fantomatico rapporto della Croce Rossa Internazionale che attestava che le vittime della ferocia nazista non fossero più di 30.000, cosa che la Croce Rossa ha smentito subito con forza.(*)

5) "Quello che i revisionisti propongono sarebbe dunque una decostruzione, una dissezione degli studi storiografici, quali il Poliakov, l'Hilberg ecc., e delle testimonianze dirette, per trovarvi, talvolta in modo veramente forzato, delle contraddizioni e per porre l'accento su eventuali errori o imprecisioni (reali o inesistenti). Essi, in fin dei conti, si “discostano dall'oggetto della discussione per attaccarsi a ciò che l'avversario ha detto” ." (*)

6) Aggiungo una cosa, che ho riscontrato con una rapida passata per siti negazionisti. Dopo aver espresso tutta la serie delle loro minchiate attaccano ogni tipo di obiezione come un "attentato alla libertà di parola" e non entrano mai in merito all'obiezione stessa.
Attentato? Per esempio un mio collega è un negro, ed è un gran VAGABONDO (non è il solo collega di colore che abbia, ma tutti gli altri lavorano normalmente. Per inciso non è nemmeno l'unico vababondo della fabbrica).
Ogni volta che qualcuno va a dirgli qualcosa lui l'accusa di RAZZISMO. Ovvero si rifugia dietro a un'obiezione di grande spessore morale per non dover rispondere a un'obiezione di piccolo spessore pratico.

(*) la fonte di tutto questo, ivi compresa la citazione, è http://it.wikipedia.org/wiki/Revisionismo_dell%27Olocausto


La partigianeria delle analisi e delle motivazioni che vi stanno dietro a volte è palesemente evidente.
Uno dei principali esponenti del negazionismo, David Irving, nel 1998 è stato parte soccombente in una causa che LUI aveva intentato contro la storica Deborah Lipstadt. Fra le altre cose il giudice gli contestò di aver "per le sue ragioni ideologiche continuativamente e deliberatamente manipolato e alterato l'evidenza storica". Sicuramente era un giudice ebreo, visto che ha rilevato la sua appartenenza a movimenti neonazisti.
Qualche anno dopo è stato condannato in Austria per un reato che qui si potrebbe configurare come Apologia di Nazismo.
Tutto questo non vuol dire che Irving è un "cattivone nazista": solo che ha tutto l'interesse ideologico a cercare di destrutturare le parti storiche che non gli garbano.

Quindi se uno si professa negazionista per quanto mi riguarda continuerà a non avere dignità intellettuale.
E visto che la modalità di discussione che adotta è tale una discussione produttiva di fatto è impossibile, continuo a non avere interesse a discuterci.

(E se qualcuno cerca di sostenere che il mio massimo peccato è quello di aver scritto negazionista in neretto, che dire: non ci perderò nemmeno un minuto di sonno)



Il negazionismo per il fatto di non avere dignità intellettuale farà proseliti?
Spero di no.

Ma sicuramente non sarà certo il fatto di riconoscere una dignità intellettuale a chi fa di tutto per non averla che questi proseliti diminuiranno.

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