Re: Fascismo Male Assoluto

Inviato da  ElwoodBlue il 20/9/2008 14:51:10
sitchinite, che delusione.

Non c'è nessuna saggezza implicita..
Quello che c'è dentro c'è anche fuori: bisognava fare il culo agli ebrei!



Citazione:
Le leggi razziali nascono in un ambito storico durante il quale, in un periodo di postcolonialismo, i finanziamenti alle campagne venivano da fonti dello stato ma maggiormente da prestiti bancari.
Appurato che metà del potere bancario (se non di più) era in mano a famiglie ebraiche, la genrmania vide questo fatto come un pericolo. E lo era visto che a causa delle politiche di ridimensionamento del potere finanziario le banche in mano ai Rotschild iniziarono a non finanziare più le campagne tedesche.


A parte alcune cose che dirò poi, questa è una solenna CAZZATA.

Intanto pare accertato che proprio i Rothschild furono una delle pochissime famiglie ebree a non subire le persecuzioni naziste. A parte uno squallido film propagandistico contro di loro (girato da tale Washenek) non gli accadde proprio niente. Anzi, molti sono arrivati a sostenere, proprio in virtù di questo trattamento particolarmente privilegiato, che dietro al nazismo ci fossero proprio loro.
Io non ci credo, ma comunque trovo strano che Hitler abbia perseguitato TUTTI tranne quelli che tu denunci come "colpevoli" della "giusta" reazione antisemita.

I problemi di Hitler con il capitalismo tedesco erano legati essenzialmente a quella parte di radici socialiste che si portava dietro, concentrate soprattutto nelle SA di Ernst Rohm (fin dall'inizio immaginate come "esercito rivoluzionario del popolo"). Anche l'esercito vedeva con ostilità questa milizia fuori dai ruoli che contava oltre tre milioni di uomini.
Dopo la Notte dei Lunghi Coltelli i rapporti del reich con esercito e capitale marciarono benissimo.



Citazione:
Da li sono nate le varie iniziative, da quelle più blande a quelle più estreme e vergognose, atte a ridimensionare il potere dell' ebraismo.

Dal 1936 in poi gli ebrei in Germania di fatto erano impossibilitati a opporre qualunque reazione ai soprusi del regime, sia dal punto di vista politico (non potevano votare), sia dal punto di vista "fisico" (a parte l'enorme sproporzione delle forze gli era impedito di radunarsi) sia dal punto di vista ECONOMICO (non potevano esercitare alcuna professione, e la stragrande maggioranza delle loro aziende era già fallita a causa degli enormi vincoli imposti).
Fino al 1938 il nazismo cercava di ottenere che gli ebrei emigrassero altrove, dopo ovviamente averli privati dei loro beni. Dal 1938 in poi, dopo la legge di esclusione degli ebrei dall'economia, di fatto divennero essi stessi proprietà dello stato

Quindi a maggior ragione le reazioni non sono partite da lì: una volta raggiunto lo scopo si sarebbero fermate.
Inventane un'altra.



Citazione:
In italia questo si manifestò in una serie di leggi che regolamentavano la vita degli ebrei nel suolo italiano.

Ma va?
Anche in Italia i Rothschild avevano chiuso i cordoni della borsa o anche in Italia era necessario difendersi dallo strapotere ebreo?

A ME RISULTA che a Mussolini del "problema ebreo" non gliene importasse una bella cippa.
A parte le intemperanze di Farinacci e di qualche altro cazzone nel '35, che sentivano forte l'influenza del Grande Alleato Germanico, il regime fascista da questo punto di vista fu assolutamente neutro.
Anzi, nella sua salita al potere l'apporto fattivo di molti ebrei fu importante al punto che tali ebrei furono "discriminati" dalle leggi razziali (discriminati in positivo: nel senso che ALCUNE PARTI delle leggi razziali a loro e ai loro familiari non si applicavano).

Nel novembre del ’23 Mussolini, dopo aver ricevuto il rabbino di Roma Angelo Sacerdoti, fa diramare un comunicato ufficiale in cui si legge: "(…) S.E. ha dichiarato formalmente che il governo e il fascismo italiano non hanno mai inteso di fare e non fanno una politica antisemita, e che anzi deplora che si voglia sfruttare dai partiti antisemiti esteri ai loro fini il fascino che il fascismo esercita nel mondo".
Nel 1930, l’anno dopo il Concordato col Vaticano, il duce fa approvare la Legge Falco sulle Comunità israelitiche italiane, accolta molto favorevolmente dagli ebrei italiani.
Nel ’32 la Mondadori pubblica i famosi Colloqui con Mussolini di Emil Ludwig, e il duce condanna il razzismo senza riserve, definendolo una "stupidaggine"; quanto all’antisemitismo, afferma che "non esiste in Italia". Dopo la presa del potere da parte di Hitler, i profughi ebrei dalla Germania vengono accolti e il loro insediamento non è ostacolato dalle Autorità.
Gli ebrei che si iscrissero al PNF prima del 1933 furono quasi 5.000 (su una popolazione totale in Italia di circa 50.000, compresi vecchi, donne e bambini)
Furono molti gli ebrei che si arruolarono volontari per la guerra d'Etiopia e per quella di Spagna, e alcuni vennero persino decorati con la medaglia d'oro.
Mentre nel 1935 un roboante Farinacci invitava perentoriamente gli ebrei a scegliere fra il sionismo e il fascismo a torino veniva fondato un giornale ebreo di supporto al fascismo.
Ancora a febbraio del '38 Mussolini dovette smentire ufficialmente le voci, artatamente messe in giro dalla Germania, che anche lo stato italiano preparava delle leggi razziali.
Fino al 1938 il rapporto fra il fascismo e gli ebrei marciava quindi con una certa tranquillità.

A ME RISULTA INOLTRE che fu determinante la visita di Hitler nel maggio del '38, che venne con tutta una scorta di "tecnici della razza" al seguito lamentandosi con l'alleato italiano del suo lassismo nei confronti dei problemi della razza e pronto a fornire istruzione. Il Manifesto della Razza venne due mesi dopo, e a maggior riprova che rispecchiasse più un problema politico che un problema "ideologico scientifico" fu scritto quasi interamente da Mussolini di suo pugno, anche se era "firmato" da 10 scienzati italiani.
Dopo altri due mesi, a settembre venne promulgata la prima legge razziale.
Giusto per dimostrare ai tedeschi che anche l'alleato italiano si dava da fare

Quindi non millantiamo un supponente "rischio ebraico" che l'Italia aveva riconosciuto e combattuto.
Gli ebrei italiani sono stati solo una pedina di scambio fra i due dittatori.



Citazione:
Le leggi razziali riconoscevano il retaggio culturale giudeo, e garantivano agli ebrei italiani ogni diritto.

Le leggi razziali italiane furono sicuramente meno disumane di quelle tedesche nei confronti degli ebrei e delle altre razze (per esempio non accumunavano gli slavi agli ebrei e alle bestie).
Non è mai stato sostenuto dal fascismo che gli ebrei fossero dichiarati sub-umani e di proprietà dello stato.
D'altra parte Mussolini non ne aveva neppure bisogno: non aveva MAI deviato i risentimenti degli italiani indicando gli ebrei come causa della sconfitta, causa della recessione, causa della disoccupazione, causa della miseria e causa delle carestie. In fin dei conti la prima guerra mondiale l'Italia l'aveva vinta: la sua necessità di capri espiatori era inferiore a quella di Hitler.
In ogni caso nella legge che dava il via alla possibilità di promulgare leggi razziali c'era un avviso esplicito alla comunità ebraica: o accettavano il loro destino con buona grazia oppure c'era la deportazione in Etiopia.
Dei diritti garantiti agli ebrei italiani dirò dopo.

Citazione:
Stabilivano una data alla quale venisse fermata la immigrazione di altri ebrei in suolo italiano, e col regio decreto 17 novembre 1938-XVII, n.1728 si stabilì l' espulsione degli 'esuberi' e degli ebrei che non si fossero messi in regola con le leggi italiane.

Che paroline dolci.. suadenti...
Sembra quasi la "pragmatica coerenza" di Massimo Fini.
Anche qui a leggere queste versioni zuccherose come sembra tutto bello e ragionevole!

Intanto: nessuna espulsione per chi "non si metteva in regola", per esempio non andando in Questura a denunciare la propria giudaicità..
Quelli andavano in galera per parecchio tempo, pagavano multe salate, venivano al limite radiati degli elenchi delle professioni ma restavano cittadini italiani.
Ma le hai lette le leggi che citi?

Invece era prevista la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei che l'avessero ottenuta dopo il primo gennaio 1919. Quelli avevano 120 giorni di tempo per lasciare il paese, altrimenti arresto, ammenda ed espulsione.

E' CHIARO QUESTO FATTO?
tutti gli ebrei che avessero ricevuto la CITTADINANZA ITALIANA negli ultimi VENTI ANNI (1/1/1919 - 17/11/1938) avevano meno di quattro mesi di tempo per sistemare i propri affari e andarsene, baracca e burattini.
Anzi, visto che la baracca dovevano lasciarla qui, solo i burattini.
Uniche due eccezioni possibili, aver contratto matrimonio con un non ebreo italiano da almeno un anno o l'età sopra i 65 anni.
Perché non lo dici che la data "alla quale venisse fermata la immigrazione di altri ebrei in suolo italiano" risale a venti anni prima?

Famiglia ebrea arrivata in Italia nel 1918, prende la cittadinanza nel 1919: padre 46 anni, madre 44, due figli già grandi. In VENTI ANNI si insediano, si integrano, aprono un'attività, ci lavorano e la sviluppano; i due figli si sposano (come direbbe la madre di Portnoy, "con due brave ragazze ebree") e hanno dei figli a loro volta.
Situazione al 18 novembre 1938: il padre può restare che ha più di 65 anni; la madre e i due figli debbono emigrare, le mogli dei due figli dipende se erano ebree italiane nel 1918 o meno, i nipoti possono restare.
Bello eh?

Alcuni storici sostengono che l'accordo fra Hitler e Mussolini sulle leggi razziali ruotasse appunto attorno a questo: Hitler mal sopportava che gli ebrei che lui aveva cacciato dalla Germania venissero impunemente a rifugiarsi in Italia, e pretendeva ammenda.



Citazione:
Si stabilirono altresì le 'quote' di potere ebraico.
per esempio venne proibito agli ebrei non italiani di insegnare nelle scuole italiane, ma non si faceva divieto di istituire scuole per ebrei.

Altra solenne, solennissima CAZZATA.
Anzi, è peggio di una cazzata, è un ammorbidimento della verità.
E' nascondere un frutto marcio in una bella confezione: pare che l'unico problema che avessero gli ebrei in Italia fosse quello di usufruire di scuole private e non di quelle pubbliche.
1) Gli ebrei non potevano avere a che fare con l'educazione degli ariani.
Non potevano insegnare, non potevano fare i bidelli, non potevano fare i direttori, non potevano fare gli impiegati amministrativi nelle scuole sia pubbliche che private. NEPPURE SE LA SCUOLA PRIVATA ERA DI LORO PROPRIETA'.
E già ci giochiamo sia Enrico Fermi (che aveva la moglie ebrea) e Albert Einstein (membro dell'accademia del Lincei).
Tutti gli ebrei che avessero anche solo lontanamente a che fare con l'insegnamento venivano immediatamente rimossi: maestri, professori, direttori, presidi, aiuti e assistenti universitari, bidelli, liberi docenti. Persino i revisori di bozze dei libri scolastici.

2) gli alunni ebrei non potevano essere ammessi alle scuole di ogni ordine e grado. Punto.
Se c'erano più di 10 bambini ebrei alle scuole elementari lo stato garantiva la costituzione di una sezione apposita, in una classe separata; se ce n'erano di meno nisba.
La "garanzia" d'istruzione finiva con le elementari.
SE la comunità ebraica voleva poteva farsi a spese proprie una scuola media, impiegando persino personale ebreo.
Di licei, scuole tecniche, università: nemmeno a parlarne. Solo per gli studi universitari, se già c'eri ti poteva essere permesso di terminare.


Citazione:
Inoltre si dava libertà di gestione aziendale entro i 100 dipendenti, e si assegnarono quote di possedimento terriero entro i 50 ettari, e si faceva divieto di essere proprietari di fabbricati urbani che, in complesso, abbiano un imponibile superiore a lire ventimila (che all' epoca era una cifra non da poco).

Che generosità.
In cambio veniva fatto divieto ad ogni tipo di amministrazione pubblica, compreso partecipate e municipalizzate, di assumere personale ebreo.
I giornalisti ebrei dovevano essere licenziati immediatamente e i notai ebrei avevavo l'obbligo di cessare ogni tipo di attività entro la fine del 1939.
L'esercizio delle professioni di medico-chirurgo, farmacista, veterinario, ostetrica, avvocato, procuratore, patrocinatore legale, esercente in economia e commercio, ragioniere, ingegnere, architetto, chimico, agronomo, geometra, perito agrario, perito industriale era consentito agli ebrei solo evendo per clienti altri ebrei; inoltre non erano consentiti studi professionali misti (per quelli che c'erano la cosa si risolveva eliminando de facto dallo studio l'ebreo, senza bisogno di particolari indennizi).
SOPRATTUTTO agli ebrei veniva negata l'iscrizione al PNF.
E senza la tessera da fascista trovare lavoro era parecchio difficile.


Citazione:
Ciò che venne dopo, come sappiamo fu una vergogna.

No. Non lo fu.
QUELLE LEGGI furono una vergogna.
Almeno fino al 1943 questo fu quanto l'Italia fece agli ebrei: gli italiani invece fecero di meglio
Palatucci a Fiume ne trasse in salvo 5.000 dal 1939 al 1944, anno in cui fu arrestato da Kappler e spedito a morire a Dachau; Perlasca ne salvò più di altri 5.000 fingendosi sostituto ambasciatore spagnolo e firmando migliaia di salvacondotti.
Nelle zone a occupazione mista italo-tedesca, come la Francia, spesso e volentieri gli ebrei cercavano rifugio nella zona a controllo italiano per sfuggire ai rastrellamenti nazisti ed era molto difficile che gli ufficiali italiani li consegnassero.

In Italia il fenomeno si verificava molto meno.
A parte i numerosi funzionari che si facevano corrompere (e non erano pochi, anche se avevano i prezzi alti), per il resto come riporta Indro Montanelli (che ai tempi c'era, e direi sia un testimone la cui attendibilità è fuori discussione) l'apposita commissione prevista dall'art.16 della legge che citi tu faceva gli straordinari proprio per salvaguardare gli interessi delle famiglie ebree più ricche e potenti, escludendoli dalle leggi razziali per meriti eccezionali.

E' CHIARO QUESTO FATTO?
Tutta questo sforzo di pulizia etnica (non ci sono altri termini per definirla) per scrollare l'economia dalla sporca influenza ebrea in realtà si è concentrata solo sui poveracci: gli ebrei che davvero contavano il regime fascista li tutelava dalle leggi razziali. Potevano lavorare nelle pubbliche amministrazioni e possedere tutto quello che volevano.
Più o meno come pare sia successo in Germania con i Rothschild.

Dopo l'otto settembre le cose precipitarono: iniziarono i rastrellamenti dei tedeschi, aiutati da numerosissimi e tristemente solerti funzionari italiani. Purtroppo ne sono stati processati pochi.




Il resto segue più tardi.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=4620&post_id=125958