Re: Civiltà Ebraica

Inviato da  redna il 28/7/2008 12:00:20
http://www.effedieffe.com/content/view/4016/176/

I nomi sono famosi a livello internazionale: Amos Oz, David Grossman, tanto per farne due. Sono gli intellettuali ebrei di mente aperta, sempre invitati alle mostre del libro, sempre in viaggio da un festival della cultura all’altro. Gente di talento, senza dubbio. Autori di romanzi, saggi, musiche, pieces teatrali. Appena sbarcano - a Torino, a Milano, a Parigi, dovunque nella vecchia Europa - vengono intervistati devotamente, e gli intervistatori si beano del loro progressismo.

Nessuno sa che essi stanno lavorando per lo Stato di Israele.Obbligati sotto contratto a «contribuire a diffondere una buona immagine» di Sion. Lo ha scoperto un poeta israeliano, Ytzhak Laor, che ne ha scritto su Haaretz (1).


Insomma, il libero artista israeliano - se vuole partecipare ai festival culturali all’estero - non solo si impegna a propagandare la linea politica israeliana; non solo a dissimulare la sua condizione di «agente ed emissario»; ma è anche tenuto, al ritorno, a fare un rapporto al Ministero per comprovare la sua «utilità». E se fa il furbo e dice qualcosa di sgradito, il Ministero degli Esteri gli annulla il contratto di «fornitore» di propaganda, e il volo Tel Aviv-Sidney-Tel Aviv se lo deve sborsare di tasca sua.

Non sembra proprio un contratto da «unica democrazia del Medio Oriente». Al contrario, somiglia in modo agghiacciante agli impegni che dovevano firmare al KGB i letterati sovietici di regime per ottenere il sospirato viaggio all’estero, la boccata d’aria fuori dal paradiso dei lavoratori; compreso l’obbligo, al ritorno, di «riferire».

Alla luce di quel che ha rivelato Laor, ci si dovrebbe chiedere se il boicottaggio della «cultura israeliana» e dei suoi famosi «agenti culturali» non sia invece il solo modo di liberare gli artisti, scrittori e poeti dal guinzaglio del loro regime.


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alla luce di tutto questo lo staterello mediorientale e la tanto propagandata unica/vera democrazia in medioriente, si sta osservando come invece, in realtà, è l'esatto contrario.
Quindiè evidente che l'iraq stava diventando una minaccia, visto che, malgrado saddam, erano più democratici di loro.
Sarà l'origine caucasica che li ha fatti diventare così o lo saranno sempre stati?

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