Abbasso la religione!!! (applausi)

Inviato da  prealbe il 17/5/2008 15:02:05
Nell’ambito umano nessun sistema di credenze gode della caratteristica di essere indiscutibilmente dimostrabile; ognuno di essi, avendo per oggetto l’inquadramento di innumerevoli elementi a cui non è applicabile un preciso e univoco sistema di misurazione, necessariamente può fondarsi solo e soltanto su valutazioni arbitrarie conseguenza di parametri altrettanto arbitrariamente scelti, risultando dunque sempre e comunque opinabile; a maggior ragione quanto più l’ambito di indagine si distacca dal piano concreto (nel caso della metafisica e della religione, regni dell’astratto, l’opinabilità sarà dunque, per definizione, totale).

La conseguenza più logicamente piatta che si potrebbe far discendere dalle considerazioni che precedono è che, per l’impossibilità intrinseca di giungere ad enunciati indubitabili, nulla di nulla dovrebbe venire mai asserito - con qualche pretesa di verità - attorno a temi che non consentano conclusioni “oggettive”. In effetti, in questa nostra magnifica cultura contemporanea, sembra proprio questa la strada preferenziale imboccata; strada che conduce, nei confronti di qualunque affermazione men che dubitativa (figuriamoci quelle decisamente assertive) attorno a qualunque argomento dell’elusivo tipo suddetto (sociale, etico, morale, filosofico, spirituale, ecc.), ad una reazione corrispondente all’infantile (e petulante) fase dei “Perché?” (“Perché questo?”; “Perché quello?”; Perché qualunque cosa?”).

Se però nell’età infantile tale approccio ha una funzione costruttiva, visto che mira ad ottenere delle risposte ad una autentica curiosità e a compensare una concreta mancanza di esperienza, la sua estensione generalizzata al confronto culturale fra posizioni divergenti sembra invece orientata solo a negare a priori la validità della posizione opposta, impedendo qualunque sbocco costruttivo del dialogo (che perde le sue caratteristiche di scambio di idee per trasformarsi in un semplice match di judo verbale).

Ma proprio la universale ed indiscriminata efficacia di una simile tattica ostruzionistica, che per la sua elementarità è alla portata anche dell’ultimo degli imbecilli (sarà forse questa la causa del suo travolgente successo? ), dovrebbe fare dubitare della sua reale bontà.

In ogni caso, gli argomenti religiosi e spirituali - per motivi che sarebbe interessante focalizzare meglio - ne sono oggi un bersaglio preferenziale e, per le considerazioni viste inizialmente (astrattezza dell’ambito), fin troppo facile; ancora di più se, ed è precisamente ciò che si vede accadere più di frequente, ci si appella al significato più superficiale delle dottrine religiose, senza sforzarsi minimamente di coglierne il senso più in profondità. Senso che in qualche modo, se si considera il loro avere attraversato numerosi secoli riscuotendo l’investimento esistenziale convinto di molti milioni di persone, sembrerebbe logico ipotizzare possiedano, e non così banale e vacuo come invece viene normalmente liquidato dalle consuete critiche che si leggono, talmente standardizzate da sembrare fondamentalmente solo espressione di un mero conformismo intellettuale (spesso favorito, sia detto en passant, da una preparazione culturale generale assai approssimativa, per non dire di peggio…).


Prealbe

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