Stesso giorno, stessa zona, solo che dalla prima aggressione è trascorsa qualche ora. Identico meccanismo. L’appostamento fuori da scuola, all’uscita. L’inseguimento. Infine l’assalto. «Da dove vieni tu?». «Albania». «E cosa ci fai qui in Italia? Te ne devi andare. Fate schifo, dovete tornarvene al vostro paese, hai capito?». E poi calci, pugni e sputi. Per chiarire il concetto. È come sentirsi raccontare un’altra volta la storia di Adrian, il tredicenne romeno pestato da un compagno di scuola perché straniero. Solo che stavolta l’aggredito è albanese e abbiamo deciso di chiamarlo Koldet. E l’aggressore è sempre lui. Christian, il gruppo alle spalle a dargli manforte. Pestaggi identici, a separarli una manciata di ore
E anche se mio figlio è stato picchiato lontano dalle aule, la scuola deve fare qualcosa. Non espellerlo: si peggiorerebbe la situazione. Aiutarlo, ma in fretta. Questa caccia allo straniero non ha senso. E non è accettabile che le famiglie vivano nell’angoscia che ai loro figli succeda qualcosa di terribile». Parole che probabilmente non sono destinate a cadere nel vuoto. Ieri pomeriggio alla Foscolo è stato convocato un consiglio d’istituto straordinario. Spiega la preside Giovanna Bergoglio: «Ci siamo confrontati sugli ultimi avvenimenti per decidere se, e quali, provvedimenti adottare».
VARESE - "Niente sanatorie sugli immigrati irregolari", dice il ministro degli Interni Roberto Maroni. Ma poi frena e sulle badanti precisa: "Terremo conto naturalmente di quelle situazioni che hanno un forte impatto sociale come le bandati", che il collega di governo Gianfranco Rotondi definisce "una risorsa del Paese".
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