Re: quello che non ci dicono

Inviato da  Orwell84 il 11/4/2008 13:42:09
La solita bufala.

Queste ultime due categorie hanno una vita radioattiva inferiore. Necessitano soltanto di poche centinaia di anni per decadere. Queste scorie provengono, in gran parte, dagli ospedali (es. residui della medicina nucleare).
Il grande problema sono le scorie di terza categoria provenienti dalle centrali nucleari.
SCORIE NUCLEARI


Black (per quanto ecoage non sia il massimo come fonte :D ) non condivido questi criteri di valutazione. O meglio, ho dei seri dubbi a riguardo. Si prende sempre in considerazione il periodo di dimezzamento del materiale, al contrario io sono convinto che la variabile cruciale di valutazione (di cui gli istituti non tengono troppo conto) è il grado con cui le particelle radioattive remanate da un certo volume di materiale radioattivo colpiscono il corpo umano. Non essendo oncologo mi risulta difficile valutare la bibliografia correlata, ma se hai tempo ti consiglio di dare un'occhiata alle opinioni di Bernard L. Cohen, che proprio in virtù di questo discorso sul dimezzamento, si offrì pubblicamente di mangiare del plutonio se Ralph Nader (che sostiene che 450 grammi di plutonio potrebbero far ammalare di cancro 8 miliardi di persone) avesse ingerito la stessa quantità di caffeina. Purtroppo le reti televisive e lo stesso Nader si sono rifiutati.

Per quello in Italia siamo in grado si spendere decine di milioni di euro all'anno in commissioni straordinarie senza nemmeno essere in grado di eliminare un sacchetto di spazzatura.
Non c'è mai limite al peggio.
Però se vuoi essere inesto dovresti anche ricordare come in Italia le scorie nucleari vengono "smaltite", sotterrandole notte-tempo nel giardino di cttadini ignari.


Ma qui mi dimostri l'inefficienza della PA, il fatto che lo Stato se ne fotta bella mente dei cittadini e dei loro giardini, non che non sia possibile stoccare le scorie.

Per non parlare del fatto che una centrale nucleare necessita di decenni per essere costruita, sempre che sia possibile, ma nel frattempo i problemi energetici rimangono irrisolti!

In Giappone ci mettono 54 mesi.
Tempi simili per i francesi che costruiscono un reattore EPR da 1.200 MW in 3 anni e i giapponesi ne realizzano uno "sopra" un altro da chiudere in 7 anni (4 per smantellare la centrale obsoleta e 3 per la costruzione di quella nuova). E "noi italiani" non scherziamo, perchè attualmente l'ENEL gestisce 5 reattori nucleari di tipo VVER 400 per un totale di 2 034 MW netti in Slovacchia, sta contribuendo per il 12,5% alla costruzione dell'EPR da 1 650 MW lordi nella centrale francese di Flamanville in Normandia e, assieme a EDF, gestisce 6 centrali nucleari in Francia (incluso il futuro reattore di Flamanville). Ansaldo Nucleare, divisione di Ansaldo Energia che fa capo a Finmeccanica, ha concluso il 1° novembre 2007 la costruzione, attraverso una joint-venture con la società canadese AECL, del secondo reattore della centrale rumena di Cernavoda (oltre a collaborare all'ammodernamento di alcune centrali in Armenia, Ucraina, Cina e Francia).

Fra l'altro la centrale più "economica" è quella a carbone: ma l'economicità è davvero un buon modo di stabilirne la bontà? Ne dubito.

A me non risulta Black. Questa è una stima del 2004:


Fonte Clerici_WEC (tasso reale di sconto 5%, emission trade 20 €/t CO2 immessa in atmosfera)


Un conto è andare di propria volontà a farsi i bagni al radon una volta all'anno, un'altro è essere costretti a vivere tutti i giorni con delle scorie radioattive sotto il culo.

Si ma è sufficiente a smentire ogni teoria dell'EPA secondo cui ogni sostanza è cancerogena a prescindere e non esiste una "soglia di sicurezza".
Nella marina militare statunitense 83 navi sono equipaggiate con 105 reattori. Uno studio pubblicato dal Dipartimento per l'Energia nel 1991 ["Nuclear Shipyard Worker Study (1980-1988)"] sul 700.000 operai dei cantieri navali (compresi i 108.000 operai che riparavano/installavano i reattori) atto a dimostrare il pericolo delle radiazioni ha ottenuto i seguenti risultati: i lavoratori irradiati avevano tassi di mortalità inferiori del 24% e le morti per cancro erano inferiori del 25% rispetto ai non esposti. Lo stesso vale per i marinai, che dormono a pochi metri dal reattore.

Negli States nessuno è mai morto per il nucleare, mentre decine di migliaia di persone sono morte a causa della crescente dipendenza dal carbone ["The health hazards of not going nuclear" - Petr Beckmann]

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