Dimissioni per Mastella

Inviato da  Kolza il 16/1/2008 12:26:51
http://www.corriere.it/politica/08_gennaio_16/mastella_camera_ba9070ac-c418-11dc-8fe5-0003ba99c667.shtml

Applausi bipartisan per iL GUARDASIGILLI durante il suo intervento in aula
Mastella alla Camera: «Hanno preso
mia moglie in ostaggio, mi dimetto»
Duro attacco ai pm: «Ho combattuto la mia battaglia finché condotta ad armi pari, ora getto la spugna»

Mastella alla Camera (Infophoto)
ROMA - «Ho resistito a molte scorribande corsare sul fronte personale ora però getto la spugna, mi dimetto, ho paura: sono percepito come un nemico da frange estremiste delle toghe che hanno preso mia moglie in ostaggio». E' un Mastella profondamente amareggiato, deluso e livido di rabbia quello che interviene in Aula alla Camera. Messa da parte la relazione sullo stato della giustizia in programma, il Guadasigilli ha comunicato le sue dimissioni. «Mi dimetto per senso dello Stato, sono un ministro della Giustizia che non riesce a difendere la moglie da un provvedimento ingiusto», «mi dimetto perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo» ha detto Mastella destando un lungo applauso bipartisan (ma gli applausi più convinti sono arrivati dal centrodestra, un segnale politico da non sottovalutare, ascolta la cronaca in audio).

ATTACCO ALLA MAGISTRATURA - Il leader dell'Udeur ha sferzato un duro attacco alla magistratura: «Mi ero illuso di poter recuperare il rapporto fra politica e magistratura» sostenuto «dalla mia coscienza ispirata dalla fede» sul valore del dialogo. «Nonostante abbia lavorato giorno e notte per dimostrare la mia credibilità e la mia buona fede di interlocutore affidabile per il mondo della giustizia, oggi mi accorgo che sono stato invece percepito da alcune frange oltranziste come un avversario da contrastare, se non addirittura un nemico da abbattere» ha affermato l'ormai ex ministro della Giustizia.
«Durante lo scontro sotterraneo e violentissimo tra i poteri in questi mesi ho avuto il triplo di avvisi di garanzia rispetto a quelli avuti nella mia una carriera trentennale», ma «sono andato avanti», «ho combattuto la mia battaglia finché si combatteva ad armi pari, e non arrivavano colpi bassi e imprevisti, perchè dalla tua condotta politica nulla lasciava presagire un concertato volume di fuoco per distruggere la tua persona, la tua dignità, i tuoi valori». Ora però «per la prima volta in vita mia ho paura». Mastella scarica la sua rabbia contro quelle «frange estremiste» della magistratura che hanno arrestato la moglie. Un'iniziativa che bolla come «una scientifica trappola, ordita mediaticamente prima e giudiziarmente dopo in modo vile e ignobile. Vile e ignobile - attacca - è stato prendere in ostaggio mia moglie a cui voglio un mondo di bene». Mastella ha sottolineato che lascia via Arenula «per essere più libero umanamente e politicamente», sapendo che «un'ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l'ordinamento manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa. Colpa che invece - incalza Mastella - non ravvisa nell'esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm si occupi».

INTERCETTAZIONI - Mastella ha anche riaperto la questione delle intercettazioni, «a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte, assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini. Mi dimetto perché ritengo, anche dopo la mia dolorosa esperienza, che vada recuperata la responsabilità dei magistrati, sulla scorta della giurisprudenza della cortei di giustizia del Lussemburgo». Il leader dell'Udeur, sottolineando di aver incontrato una «stragrande maggioranza di magistrati seri e imparziali» si è però chiesto «come ci si può difendere da questi il cui potere di interdizione, di delegittimazione senza confini?». Quanto ad intercettazioni subite, l'Udeur «supera agevolmente la soglia di qualsiasi percentuale elettorale» ha denunciato l'ex ministro. Mastella ha affermato di essere stato oggetto di «un'ostinata caccia all'uomo» dopo le sue iniziative legislative prese come Guardasigilli. «Sono state utilizzate centrali di ascolto - ha proseguito - con corsie privilegiate ogni qualvolta nel computer si accendeva la spia (mai parola fu più usata a proposito) che segnalava il mio nome o quello dei miei amici». «Siamo così diventati in quel di Potenza - ha proseguito - un partito di tale rilevanza quanto ad intercettazioni subite, da poter superare agevolmente la soglia di qualsiasi percentuale elettorale. Per far ciò è bastato che un piccolo nucleo di magistrati, per alcuni dei quali l'integrità è contestata da altri magistrati dello stesso distretto, innescasse un congegno violento, privo di obiettivi e riscontri nella realtà, confondendo ciò che è tipico della politica con una colpevole quanto inesistente violazione di norme».

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