Re: Abolire il denaro

Inviato da  Linucs il 19/12/2007 17:45:12
Si scusa.. mi pareva.. di aver visto un gatto che tu volessi sostituire il denaro con una unità di credito basata sul tempo che uno ha passato a lavorare.

Facezia che non tiene conto del rapporto tra domanda ed offerta. Cosa me ne frega che l'idraulico lavori un'ora oppure due minuti, l'importante è che eviti che si allaghi la casa. Questa ricetta serve solo ad incentivare i lavori tirati per le lunghe.

Abolire il denaro in ogni forma, materiale, elettronico, virtuale per sostituirlo con un'unità di misura uguale per tutti: le 24 ore della giornata. Fine. Senza soldi, solo 24 ore da organizzare e da gestire per tutti.

Tutti abbiamo già 24 ore da organizzare e gestire: le gestiamo scambiando il lavoro svolto durante le 24 ore in cambio di - indovina - denaro, ovvero l'unica merce che può essere per definizione scambiata con ogni altra merce.

Quello che tu chiami "crediti" e baggianate assortite altro non è che "denaro" amministrato in modi nuovi e perversi, introducendo fantasiosi vincoli che non hanno nulla a che fare con la realtà.

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> Cmq in generale, tempo o denaro poco cambia.
> Non vedo grandi vantaggi.
Questo invece lo condivido pienamente.


Ed in due secondi avete sdoganato l'interesse.

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Il punto è che i "difensori del mercato ad oltranza" negano o fanno finta di ignorare che il mercato e lo scambio funzionano egregiamente quando sono effettivamente "liberi", ma questa condizione è teorica...

Motivo per cui urge impedire a Padoa Schioppa di metterci le mani.

Ed ecco che non è più libero, lo scambio, se uno si trova in pratica "costretto dalle circostanze" (non necessariamente da qualcuno che gli punta una pistola) ...

Panzane: allora uno è anche "costretto" a cacciare e coltivare. Ma siccome l'evoluzione insegna che l'uomo altro non è che una scimmia parlante, non si vede per quale motivo non dovrebbe essere "costretto" a procacciarsi il cibo che, fino a prova contraria, non scende dal cielo.

se necessita di lavorare... (mentre qualcun altro può farne a meno in quanto guadagna lo stesso dalla rendita del capitale);

E per quale oscuro motivo il capitale "rende?"

(indovina?)

se uno non può realisticamente cambiare mestiere dall'oggi al domani... (mentre può dall'oggi al domani - o quasi - disinvestire e reinvestire i suoi capitali in quella o quell'altra attività...);

Segue logicamente che il capitale sia un metro istantaneo delle attività produttive?

... ecco che quello scambio corre il rischio di non essere più "libero"...

Rullo di tamburi:

PUO' NON ESSERE LIBERO ANCHE SENZA L'INTERFERENZA DI CHICCHESSIA.

...panzana.

Sarebbe come dire che non sono "libero" perché sono costretto a pisciare per non esplodere, un misero espediente retorico per sostenere che, siccome nessuno è mai veramente libero, tanto vale prenderlo in culo da Visco e soci in nome della solidarietà forzata.

Per la cronaca, se ti trovi su un'isola deserta e cadi in un pozzo di 10 metri sei "libero" esattamente come prima, solo che l'hai preso in quel posto.

Il resto è fuffa per legittimare il furto e la redistribuzione forzata di denaro non per aiutare i poverelli - altra panzana - bensì per finanziare l'ingegneria sociale permanente, i cui risultati vanno poi puntualmente addebitati al consumismo e all'individualismo. La redistribuzione forzata, per chi non l'avesse bene inteso, coincide praticamente con la schiavitù e fa il paio con i sospesi "servizi militari e civili".

Solo che stiamo ancora a discutere sugli schiavi neri in America, e ce ne fottiamo quando invece tocca lavorare per la bella faccia di Napolitano. Noi sì che ce lo meritiamo, di fare gli schiavi, per il benessere comune. La giustizia sociale si realizza infatti quando sono tutti ugualmente schiavi (tranne i parassiti pseudo-eletti e gli intellettuali leccaculo al loro servizio).

Sono panzane che uno è libero di credere se si diverte a farsi prendere per il culo, o se si diverte a farsi fottere denaro (si vede che gli avanza), oppure se lucra direttamente dalla redistribuzione.

Piuttosto che credere ad una boiata del genere mi leggo un libro di Wilkomirski.

(dotta citazione).

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