Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  nessuno il 12/9/2007 11:45:05
Continuo....

A me non pare che siamo di fronte ad una "diffusa mancanza di progettualità". Mi pare che siamo di fronte alla difficoltà nel costruire le proprie autobiografie al di fuori degli schemi un tempo prevalenti. Difficoltà reale. Siamo obbligati a inventarci praticamente ogni giorno, a costruire di volta in volta modi di vita, espressioni di noi stessi, segnali, simboli, forme di comunicazione, stili di vita. E sono d'accordo sul fatto che non sia semplice. Né facile. E' il contrappeso della società attuale. Penso di averlo detto altre volte, e lo ribadisco. Non tutto l'esistente mi piace. Né lo considero come "il migliore dei mondi possibili". E' semplicemente quel che abbiamo a disposizione.

Citazione:
Questa paura a concedere il proprio SE’ e ad accogliere quello altrui è alla base della disperante INCOMUNICABILITA’ che caratterizza la nostra attuale società ( il cui aspetto peculiare – per grottesco paradosso – è costituito dall’ iper-sviluppo planetario della COMUNICAZIONE.) dove l’esigenza imprescindibile dell’individuo ” a relazionarsi” con ciò che è al di fuori del proprio IO è ostacolata dal timore sempre più crescente del rischio di “metterLO in discussione”


O, forse, è la difficoltà nell'assumersi le proprie responsabilità in quanto soggetti, in quanto esseri unici ed irripetibili? Essere soggetto agente, dotato di volontà, facoltà di giudizio, capacità di agency (perdonami l'inglese, ma non esiste in italiano un corrispettivo di questo termine), non è cosa semplice. Forse non è cosa che si può richiedere a tutti indistintamente.

Quanto alla comunicazione virtuale, se in quel che dici c'è del vero, è anche vero che attraverso internet, lo schermo, la parola scritta, è possibiloe inziare a costruire comunicazione anche emotiva. Né, peraltro, incomprensioen e stravolgimento sono prerogativa della comunicazione mediata da computer. Chiunque viva (o abbia vissuto) una relazione di coppia sa sulla sua pelle quanto sia facile stravolgere e non comprendere il pensiero dell'altro, pur in una situazione nella quale sono disponibili tutti quei segnali emotivi dei quali parli.
Inoltre (e, credimi, non la voglio mettere sul personale, solo farti notare cose che a me paiono contraddizioni nel discorso) il tuo profilo, ad esempio, non riporta alcuna informazione su di te, né il luogo nel quale vivi, né altro. Questo rende necessario mantenere una discussione su un piano estremamente "etereo", "mentale", "intellettivo". Io posso solo (in assenza di altre informazioni) risponderti basandomi su quel che scrivi e su come lo scrivi. Se vuoi che ci incontriamo, per discutere potendo utilizzare in pienezza i segnali del "linguaggio del corpo", no problem.

Citazione:
Ma soffermarsi a riflettere quand’è che abbiamo perso il contatto , dove e perché si è creato un cortocircuito che ha spento la luce…e che spinge molti che brancolano nel buio ad aggrapparsi “a quelli che gli sono più vicini” senza preoccuparsi degli “altri”, questo, forse, sarebbe bene ci impegnassimo a farlo


Non è proprio quel che stiamo facendo? O tentando di fare? E il fatto che lo stiamo facendo non ci dice anche che esistono "cose buone" nell'esistente, oltre che "persone buone"?

Per Prealbe:
Citazione:
cerchiamo di non spostare la discussione dal merito degli argomenti alle motivazioni che - celatamente - muoverebbero chi quegli argomenti propone. E’ mossa piuttosto scorretta che ha molti esempi di applicazione nei confronti di chi propone tesi “fuori dal coro”, e che tende a neutralizzare inappellabilmente e preventivamente gli argomenti dell’interlocutore (gli utenti di Luogocomune che abbiano provato a trasmettere certe idee in contesti non disponibili a recepirle e che siano stati etichettati come “complottisti” capiranno molto bene il senso di questa mia osservazione.


Pienamente d'accordo.
Ma quando hai affermato che

Citazione:
Chi sostiene la prevalenza della "libertà del singolo" rispetto alla comunità e definisce quest'ultima come "feticcio", sta solo dichiarando la propria profonda incapacità di pensare un rapporto di identificazione forte con l'altro da sé.


Mi pare che hai fatto esattamente quel che ad altri chiedi di non fare. Nessun problema ad accontentarti, ma rilevo la contraddizione.

Buona vita

Guglielmo

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