Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  nessuno il 27/8/2007 14:44:00
Citazione:
Sinceramente, Guglielmo: quello che hai scritto mi suona anche bene. Gli ultimi tre periodi, emotivamente li trovo attraenti: se avessi visto meno di quello che ho visto e ci avessi riflettuto meno di quanto invece ho fatto, se insomma avessi un po’ meno anni ed esperienza, potrei anche aderirvi e sottoscriverli.


Ignoro sia la tua età che la tua esperienza. Mio nonno (che, come hai già visto, amo citare) sosteneva che l'esperienza è una lanterna appesa sulle spalle: illumina tutta la strada che hai percorso, ma lascia al buio quella che percorrerai.

Citazione:
Purtroppo (per fortuna, in realtà) non è così, e non posso fare a meno di cogliere in essi una sostanziale inconsistenza, una fondamentale assenza di concretezza.


Curiosa notazione, dato che sono decine di post che eviti accuratamente di rispondere ad ogni richiesta di concretizzare le tue affermazioni.

Citazione:
Quindi, buttiamo a mare bussole e carte nautiche, con le loro rotte collaudate così noiose e oppressive, e via! vele al vento e libertà, verso l’orizzonte immenso e l’Avventura. E’ implicito in questo approccio che, naturalmente, possiamo essere tutti dei Cristoforo Colombo, ognuno con la sua America lì, bella pronta da scoprire in esclusiva.


Dici bene: possiamo. Non è obbligatorio riuscire in un'impresa. Certo, possiamo farlo diventare obbligatorio per legge, ma temo che otteniamo solamente una serie di scandali Parmalat

Citazione:
Per quanto mi riguarda, porre come modello sociale standard la modalità “Cristoforo Colombo” è una idea assolutamente devastante, spietata e, in ultima analisi, criminale.


Modello sociale?
Standard?

E perché mai? Per sostituire un'idiozia con un'altra? No, thank'you. Mi ritengo abbastanza anarchico da rifiutarmi di legarmi da solo ad un letto di Procuste.

Citazione:
Tra l’altro trovo davvero assurda l’equazione per cui l’interiorizzazione di un solido sistema di punti di riferimento debba corrispondere ad un grigiore esistenziale, come se la sua condivisione andasse ad abbattere chissà quali fantastiche risorse di unicità individuale. Mi dispiace disilludere qualcuno, ma i margini di originalità assoluta dell’essere umano sono generalmente, appunto, “margini”. Questo a dire che ciò che ci accomuna gli uni agli altri è un territorio enormemente più vasto delle piccole e secondarie zone che eventualmente ci possono dividere, e che nella strutturazione dell’ambito sociale è naturalmente assai più sensato - e umano - tenere conto del primo che delle seconde.


Ascolta, mi sono ripercorso l'intero thread, ma non ho trovato un solo accenno (a parte questo tuo) all'idea che l’interiorizzazione di un solido sistema di punti di riferimento debba corrispondere ad un grigiore esistenziale.
Mi chiedo iuttosto che punti di riferimento siano (e quanto solidi possano essere) i punti di riferimento esterni al soggetto e all'individuo. Di me stesso posso essere ragionevolmente sicuro. Di quanto sta fuori di me, non mi pare. Affidare all'esterno la funzione di costruttore di punti di riferimento mi pare come affidare alla pubblicità del McDonald il compito di saziare la fame.

Salute e buona vita

Guglielmo

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