Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  franco8 il 22/8/2007 6:48:57
prealbe
Citazione:

Non sono affatto stupito!!!

Hai ragione... (Anche... Come dire? me ne rallegro!)
Ma era una un battuta, naturalmente...mi rivolgevo a tutti e non solo a te in particolare, avrei scritto altrimenti "stupirti" e non "stupire"...
Citazione:

Ehm... già finite le ferie?...

Eh Eh... purtroppo sì!
Anche se non c'è ancora il "rifiuto delle ferie"... siamo più sul lato del "rifiuto del lavoro".. .
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Parlando invece seriamente, volevo ribadire che condivido il punto di guglielmo/nessuno:
nessunoCitazione:

Il problema, a mio modo di vedere, nasce quando trai le tue conclusioni da tutte le varie premesse e precisazioni.

E aggiungo che tale problema di "salti logici azzardati" (spero sia chiaro cosa intendo) si presenta spesso. Per esempio, la conclusione di attribuire alla comunità una "volontà" che sembra (a quel che ho capito) praticamente paragonabile o della stessa natura.. di quella di un "essere intelligente"

Ariquoto:
nessuno
Citazione:

Quando poi concludi chiedendo “chi prende le decisioni?”, fai un salto da un’accezione del termine comunità ad un altro, senza esplicitarlo. A mio parere, passi da una comunità intesa come “comunità sociale” o “comunità di pratiche” ad una comunità intesa come “comunità politica”.
...


@arturo
Molto simpatica la "lettera aperta"!... .

Se vogliamo rincarare la dose: non c'era solo l' "uso improprio del termine 'appartenza'", ma anche la difesa oltranzista di espressioni del tipo "identificazione forte"...
.
Comunque, se posso, ribadirei che non mi pare il caso di alimentare polemiche "competitive" fini a sè stesse..
(Non so se è chiaro)


Citazione:

Non vorrei dunque rigirare ulteriormente la lama prolungando questo doloroso harakiri tuttavia vorrei sommessamente specificare che il riconoscere se stessi come appartenenti ( ebbene SI ! ) alla collettività soi-disant “del genere umano” ( e non a quella degli gnu tanto per fare un esempio a caso) è una primordiale esigenza che permette all’uomo ( e anche alla donna ! è bene che lo specifichi.. non si sa mai..) di riconoscersi e definire l’identità del “’io” e del proprio “sé”...

Altrettanto sommessamente ti direi:
1. La "collettività del genere umano" non è assolutamente una "comunità". Almeno per come la vedo io e secondo quanto è stato detto finora ... e quale che sia il significato o la sfumatura che attribuiamo a "comunità"...

Citazione:

..Resta però da ribadire che se “ l’altro” ( o la collettività in generale ) viene percepto come “diverso” nel senso di de-umanizzato,di “non appartenente ” ( absit iniura verbis ! ) o comunque estraneo o alieno a se stessi, si rischia di operare un' inconsapevole e pericolosa frattura del rapporto empatico producendo l’inevitabile ricaduta dell’attenzione esclusivamente sul proprio “io” che in tal modo viene vissuto in maniera disarmonica e conflittuale ( qu non mi dilungo perchè vsta l'ora non mi sembra il caso )

D'accordo. Ma ti riferisci a qualcosa in particolare e specifico?
La collettività, la comunità, la folla sono entità "diverse" dall'individuo...
(Si potrebbe dire "diverse ma non aliene") (Mi sbaglio?)
Tanto per aggiungere un elemento al problema ... c'è da dire che in genere una "percezione" nasce da un qualche evento reale ...
E quindi.. ti riferisci ad una "percezione" o ad una "illusione"?...

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