Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  nessuno il 20/8/2007 16:22:52
Per tornare alla questione iniziale, quando Prealbe scrive:

Citazione:
Viceversa, quanto più si pone l'accento sulla distinzione (3) tra sé stessi e la propria comunità, cioè gli altri suoi membri, tanto più si diluisce l'intensità - e quindi la profondità - del rapporto, con tutte le conseguenze del caso. Chi sostiene la prevalenza della "libertà del singolo" rispetto alla comunità e definisce quest'ultima come "feticcio", sta solo dichiarando la propria profonda incapacità di pensare un rapporto di identificazione forte con l'altro da sé.


mi trova in netto e totale disaccordo. Io ritengo che una forte distinzione tra sé e altro-da-sé sia essenziale per lo sviluppo di rapporti tra le persone. Peraltro, questa distinzione è fondamentale per la nascita psicologica delle persone; quelli che non riescono/possono compierla ricadono in una serie di categorizzazioni diagnostiche che spaziano dall'autismo alla schizofrenia.
Sostenere la prevalenza della libertà del singolo rispetto alla comunità non va contro la presenza di forti legami sociali,a mio modo di vedere. Ne è, piuttosto, la precondizione. E' solamente accettando la diversità che posso accettare la libertà (mia, ma anche altrui) di decidere della propria vita. Non vedo vantaggi nel subordinare la propria vita ad altri, né capisco bene cosa intenda Prealbe parlando di "pensiero comunitario".

Peraltro, nella mia esperienza, i legami più forti che ho sono proprio con quelle persone con le quali non mi identifico. Identificarsi con una persona significa rinunciare alla propria individualità. Quanto possa far male una cosa del genere lo si può vedere abbastanza agevolmente nelle famiglie "invischiate", nelle quali la confusione tra i generi e le generazioni è alta e nelle quali le patologie psichiatriche sono presenti in misura nettamente superiore alla media.

Peraltro, capisco come possa essere difficile navigare "a vista" invece di affidarsi al computer. Ma è anche bello e affascinante. Un po' come la differenza tra camminare in un bosco e sorvolarlo da un aereo, secondo me.

Buona vita

Guglielmo

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