Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  carloooooo il 18/8/2007 21:15:00
«La prima cosa da dire è che esso [l'individualismo] è, innanzitutto, una teoria della società, un tentativo di capire le forze che determinano la vita sociale dell'uomo [...].

Ciò da solo dovrebbe essere sifficiente per respingere il più sciocco dei comuni equivoci: la convinzione che l'individualismo postuli (o basi i suoi ragionamenti sull'ipotesi del) l'esistenza di individui isolati o indipendenti, anziché partire da uomini la cui natura e carattere vengano complessivamente determinati dalla loro esistenza nella società. [...]

Ma la sua tesi fondamentale è ben diversa; è che non vi sia nessuna altra via per comprendere i fenomeni sociali se non quella della comprensione delle azioni individuali dirette verso altre persone e guidate dal comportamento che da esse ci si aspetta. Il che è un argomento diretto soprattutto contro le teorie sociali propriamente collettivistiche, che pretendono di poter comprendere direttamente gli interi sociali quali la società, ecc., come entità indipendenti dagl individui che le compongono.

Il passo successivo nell'analisi individualistica della società è, comunque, diretto contro lo pseudoindividualismo razionalistico, che pure conduce di fatto al collettivismo. C'è qui la tesi secondo cui, tracciando gli effetti delle azioni individuali, scopriamo che molte delle isituzioni su cui si basano le conquiste umane nascono e funzionano senza una mente che le progetti e le diriga; scopriamo che, per usare le parole di Adam Ferguson, ' le nazioni si reggono su isituzioni che certamente sono il risultato dell'azione umana, ma non il risultato di un progetto umano ', e che la collaborazione spontanea di uomini liberi crea spesso cose che sono più grandi di quanto le loro menti individuali avrebbero mai potuto pienamente comprendere. [...]

La Ragione umana, con la R maiuscola, non esiste nel singolo come data e immediatamente utilizzabile da una persona in particolare, come sembra presumere l'approccio razionalista [Cartesio e derivati], ma deve essere concepita come un processo impersonale in cui il contributo di tutti viene messo alla prova e corretto dagli altri.»

Friedrich A. von Hayek, Individualism: true and false, London 1949; tr. it. Individualismo: quello vero e quello falso, Rubbettino 1997; pp. 45-59

Carlo

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