Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  arturo il 16/8/2007 12:51:42
Nel caso invece di un gruppo o comunità riunitasi sulla base di un ideale o di uno scopo condiviso, chi questo ideale o scopo non lo condividesse più – per esempio, perché ha perso la fede in dio, oppure non gli interessa più il progetto a cui stava lavorando – automaticamente ne rimarrebbe escluso, e non si vede perché non dovrebbe essere così dal momento che è egli stesso a tirarsene fuori, a cambiare la sua decisione iniziale. Ed in questo senso si può dire che abbia "rifiutato la comunità", ma non vedo cosa ci sarebbe di male.

Niente. Assolutamente. Così come riguardo agli altri modelli descritti.

Anch’io , tanto per dirne una, ho restituito la tessera d’iscrizione al circolo canottieri“Tevere Remo” perché non mi andava più a genio la “qualità” della gestione…. ( mi rendo conto della banalità di tale esempio ma non mi sembra il caso di tediare l'uditorio con descrizioni di "rifiuti" che mi son costati ben più "cari")

Solo che ho l'impressione ( mi posso sbagliare, per carità ! ) che il 3D NON sia partito con l'intenzione di contestare ll rifiuto delle “comunità” artificiali ma bensi con quella di dimostrare l'esistenza naturale di " qualcosa" di assai più complesso in cui ognuno di noi è necessariamente e casualmente inserito e da cui non può non prescindere nonostante sia certo di poterlo fare e magari abbia anche l'illusione di esservi riuscito!
(convinzione quest'ultima che, in ogni caso rappresenta, un'ottima filosofia di vita... argomento assai interessante per un altro 3D )


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