Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  nessuno il 13/8/2007 22:08:28
Citazione:

prealbe ha scritto:
Ciao, nessuno.

Addirittura le scuse. Per carità, non c'è bisogno.

...

Estendendo l'analogia, si potrebbe dire che nella comunità il "brodo di cottura" è lo stesso per tutti i membri e che quel "brodo" può (cum grano salis ) rappresentare quel "pensiero comune, o coscienza di gruppo o volontà collettiva" che informa di sé ogni membro della comunità essendone a sua volta influenzato momento per momento.


Prealbe


Grazie, Prealbe.

Sul "brodo di cottura", ci si potrebbe chiedere perché sia uguale per tutti. E si rischia di tornare alla contrapposizione di partenza (esiste prima l'individuo o la comunità? Il brodo viene cotto da chi?).

Maturana e Varela La metafora del «canale di comunicazione»

La nostra discussione ci ha portato a concludere che, biologicamente, nella comunicazione non c'è «trasmissione di informazione» mentre c'è comunicazione ogni volta che c'è coordinazione comportamentale in un dominio di accoppiamento strutturale.

Questa conclusione desta impressione solo se si decide di non mettere in discussione la metafora più nota sulla comunicazione, quella del «canale», che è, stata resa popolare con i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa. Secondo la metafora del canale, la comunicazione è qualcosa che si genera in un punto, viene fatta passare attraverso un condotto (canale) e raggiunge l'altra estremità ricevente.
Pertanto, c'è un qualcosa che viene comunicato e questo è parte integrante di ciò che si sposta nel condotto. Così, siamo abituati a parlare di «informazione» contenuta in una immagine, in un oggetto o, in modo più evidente, nella parola stampata.

Secondo quanto abbiamo analizzato, questa metafora è fondamentalmente falsa, perché suppone un'unità non determinata strutturalmente, in cui le interazioni sono istruttive, come se ciò che accade a un sistema in una interazione fosse determinato dall'agente perturbante e non dalla sua dinamica strutturale. Tuttavia è evidente, anche nella vita di tutti i giorni, che la comunicazione non si verifica così: ogni persona dice ciò che dice e ascolta ciò che ascolta secondo la propria determinazione strutturale. Dal punto di vista di un osservatore c'è sempre ambiguità in un'interazione comunicativa.
Il fenomeno della comunicazione non dipende da quello che si trasmette, ma da quello che accade con chi riceve.
E questo è ben diverso dal «trasmettere informazione».


Che mi pare un tentativo interessante di spiegazione. Che ne pensi?

Buona vita

Guglielmo

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